Feci appena in tempo a chiudere il programma di posta elettronica e a bloccare lo schermo che Raya mi raggiunse, due occhi di fuoco, evidentemente infastidita da quella mia improvvisa e inaspettata intrusione nel suo spazio vitale.
«Cosa stai facendo alla mia scrivania?» ripetè, con un'espressione rabbiosa dipinta sul volto.Notai che, nonostante il suo approccio aggressivo, stava facendo di tutto per mantenere il controllo e apparire disinvolta, ma un tic nervoso all'occhio lasciava trasparire chiaramente le sue reali emozioni.
Interpretai quello strano comportamento come una definitiva ammissione di colpevolezza.«Oh Raya, devi scusarmi» esclamai, sperando vivamente che le mie gote troppo rosse non tradissero l'imbarazzo di quello che avevo appena fatto «ho smarrito tutte le penne, dovevo firmare il rendiconto e ne stavo cercando disperatamente una sulla tua scrivania».
Mi sentii patetica, ma fu l'unica scusa che mi venne in mente. Sperai, con tutta me stessa, che lei abboccasse.
«Beh, se ti guardi tra i capelli ne troverai una» rispose, un tono a metà fra l'acido e l'ironico.Avvampai.
Non ero adatta a fare la detective.
Sperai solo che quella mia ingenuità, in qualche modo, potesse risultarle genuina. Cercai, quindi, di accentuarla con quanta più naturalezza possibile.
«Oh, che sbadata!» esclamai «È vero! Quando si dice avere le cose sotto il naso e non trovarle».
Sembrò credermi: mi squadrò per un lungo istante e poi la sua espressione si addolcì leggermente, si produsse in una risatina divertita e, sfilandomi la penna che mi fermava i capelli, me la ondeggiò sotto il naso, sbeffeggiandomi.
«Se continui così chiederò ad Alessandro di farti una nota di biasimo» scherzò.Risi, ma al sentire il nome di Alessandro avvertii un nodo alla gola, una sensazione di oppressione, come se avessi appena masticato del cemento.
Mi feci da parte e le lasciai riprendere possesso della sua scrivania. Notai che, cercando di non insospettirmi, stava dando una rapida occhiata attorno a sé per controllare che fosse tutto in ordine.
«Sto per andare via» le annunciai «ci vediamo domani!»
Non avevo intenzione di prolungare ulteriormente quell'impasse.
«Sì, a domani!» replicò lei.Una volta in strada tirai un sospiro di sollievo;
ero andata molto vicina al farmi scoprire.
Sperai che Raya non nutrisse troppi sospetti: non ero certa che si fosse bevuta la mia storiella e la situazione era già abbastanza complicata e pericolosa anche senza la sua consapevolezza che, ormai, le stavo col fiato sul collo.Squillò il telefono, sussultai immaginando potesse essere lei.
Mi sentivo come perseguitata: ormai la vedevo ovunque, tra la gente, nel riflesso delle vetrine, nascosta chissà dove per spiarmi, per ferirmi.
Dovevo darmi una calmata.
Sul display comparve, invece, il nome di Alessandro.
Mi tremava ancora il dito quando accettai la chiamata.
«Ehi, Barbara. Che ne dici di passare un po' da me? Mi manchi...» la sua voce suonava energica, come se in quelle poche ore di riposo avesse riacquistato tutta la sua forza e la sua vitalità.Quell'intensità mi intimidì.
Non mi sentivo pronta a vederlo dopo tutti i dubbi che si erano instillati nella mia mente a causa di quella strana e-mail ma, d'altro canto, mi sarei sentita un'ingrata a negargli la mia presenza.
«Beh...non saprei, sono molto stanca» risposi, incerta.Il nome Jessica Sawyer mi rimbombò nella testa, facendomi accelerare il battito cardiaco: che avesse un'amante?
Un altro problema si era aggiunto a quelli che già mi tormentavano. Adesso oltre a qualcuno che mi minacciava avevo anche una possibile rivale in amore.«Cosa c'è che non va?» mi chiese lui, accorgendosi del mio tentennamento.
Il tono della sua voce si fece strano, triste.
No, non potevo lasciarlo da solo, non dopo quello che era successo.
Accettai, malvolentieri, il suo invito.
«Nulla» risposi «sto arrivando».
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La rosa del deserto
Romance(COMPLETA) Barbara è una ragazza come tante altre, appena laureata, piena di sogni e speranze. Accetta di volare a Dubai per uno stage lavorativo che la porterà a scoprire se stessa, a trovare l'amore e a far fronte ad un mondo culturalmente così lo...