«Raya, Raya!» la chiamai tra la folla.
Avevo aspettato che lo spettacolo finisse, che la musica fosse interrotta, prima di cercare di avvicinarla. L'avevo vista scendere dal lato opposto del palco rispetto a quello in cui mi trovavo con Faaris e mi ero lanciata all'inseguimento, lasciandolo lì senza dargli alcuna spiegazione.
Per qualche motivo avevo preferito nascondergli il fatto che l'avessi riconosciuta, che fosse una mia amica. Rimase quindi di sasso quando, improvvisamente, mi allontanai da lui.
Ero sicura che il nostro sguardo si fosse incrociato, per un lungo istante, durante lo spettacolo. Mi era sembrato di vedere la sua espressione cambiare per un attimo, farsi improvvisamente scura. Ma, se io avevo visto lei, e non sarebbe potuto essere altrimenti, non potevo essere certa che lei avesse riconosciuto me, vestita in quel modo, i capelli coperti dal velo, per giunta mentre era impegnata con quell'esibizione.
Eppure il suo rapido allontanarsi e lo sparire tra la folla mi convinsero che, nonostante il mio travestimento, anche lei mi avesse notata e che, per qualche oscura ragione, volesse fingere il contrario.
Girai l'angolo e per un attimo la persi di vista prima di intravedere nuovamente la scia dei suoi capelli corvini svoltare a destra, repentinamente, verso un sentiero poco illuminato.
«Raya» chiamai nuovamente «fermati!»
Corsi in quella direzione e mi trovai in uno stretto vicolo cieco che finiva direttamente sul maestoso muro di pietra, ma di lei nessuna traccia.
«Dove sarà finita?» mi chiesi.
Avanzai di qualche passo, titubante, e un'ombra entrò improvvisamente nel mio campo visivo. Feci per girarmi ma, prima che potessi fare qualsiasi movimento, un'agile figura mi afferrò per le spalle, bloccandomi.
Cercai di urlare ma la persona dietro di me mi tappò la bocca con una mano. Istintivamente tentai di divincolarmi da quella presa.
«Barbara, calmati sono io» mi sussurrò all'orecchio.
«Raya! Ma che diavol...» sbraitai, girandomi di scatto verso di lei.
«Shhh» mi zittì «ti prego, non usare quel nome. Qui sono semplicemente Jasmine».
«Ma che storia è questa?» le chiesi, incredula «quasi non ti riconosco vestita così. Non sapevo nemmeno che ti piacesse ballare!»
«Potrei farti la stessa domanda» rispose, squadrandomi dalla testa ai piedi nel mio Hijab nero «Che cosa ci fai tu qui? Vestita in questo modo soprattutto...»Touché.
Mi pentii di non averle parlato di Faaris.
Riflettei sul fatto che, quanto a menzogne, mi trovavo in torto almeno quanto lei.
«Non c'è molto tempo adesso» mi liquidò «Ci racconteremo tutto lunedì a lavoro, te lo prometto!»
La guardai dritto negli occhi.
Riconobbi un misto di paura e di apprensione che mi addolcì, nonostante fossi rimasta molto turbata da quell'incontro e dal suo comportamento.
«Per favore» continuò «non fare parola con nessuno del fatto che mi hai vista qui, puoi promettermelo?»
Esitai per qualche istante, ma alla fine acconsentii. Mi era stata vicina in molte occasioni da quando l'avevo conosciuta, le ero debitrice per il suo costante protendersi verso di me, il suo volermi sostenere, per l'affetto che mi aveva dimostrato.
Non avevo intenzione di tradirla.
Non prima di aver ascoltato le sue spiegazioni.«Lunedì a pranzo» dissi «mi dirai tutto»
Lei fece un cenno di assenso e si avviò fuori da quel vicolo, verso la folla.
La seguii, a pochi passi di distanza, facendo come se non ci conoscessimo.
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La rosa del deserto
Romance(COMPLETA) Barbara è una ragazza come tante altre, appena laureata, piena di sogni e speranze. Accetta di volare a Dubai per uno stage lavorativo che la porterà a scoprire se stessa, a trovare l'amore e a far fronte ad un mondo culturalmente così lo...