😒Cap7😪

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                        STILES
«LAURA!»
Quella rediviva di una nata lupo, mi aveva strappato di mano il cellulare, e chiuso la chiamata.
« Devi riposare. Farai gli occhi dolci a mio fratello quando vi incontrerete, e lui potrà vederli».
« Certo. Dopo che gli avrò ridato la memoria, mi sbranera»
«Ti ama. Non ti farà mai del male»
«le cose cambiano. E io lo tradito proprio come Kate e Jennifer»
« Non sei come loro Stil...»
Non gli diedi il tempo di finire la frase
«gli hanno rubato una parte di lui. E io gli ho rubato i ricordi e sostituiti con altri nascondendogli il soprannaturale   che è una parte di lui, per non dire che gli ho rubato voi. Quindi non vedo tutta questa differenza tra ciò che ho fatto io, e quello che hanno fatto loro.
«Stiles»
Per quanto  il mio nome sussurrato dalle sue labbra esplodeva di un infinito affetto, per la seconda volta non le concessi di terminare la frase.
« Non ho cambiato idea. Anche se io lo perderò per sempre lui riavrà voi. Ora per favore lasciami solo, vorrei riposare».
La vidi tentennare. Sconfitta mi accontento lasciandomi solo con le mie certezze, e i dubbi che mi divoravano.

                      
                       DEREK
Sedere di fronte a lui sul treno senza fissarlo in modo sfacciato era una forma d'arte. Come un
Ventriloquo che gestiva un pupazzo senza muovere le labbra, in qualche modo dovevo guardarlo senza che lui lo sapesse. Quella mattina in particolare, fu una vera sfida essere discreto, non solo perché lui era maledettamente sexy, o perché non era solo. Ma perché erano  più di quindici giorni che non lo vedevo o sentivo.
Ci eravamo scambiati qualche messaggio, ma nulla di che. Temevo che mi fosse scivolato tra le dita. E invece eccolo lì. Con un ragazzo parecchio tatuato, sembrava molto più il suo tipo  rispetto a, me, gli sedeva accanto.
Stavano parlando e ridendo, e io volevo spezzargli il collo.
Il sangue inizió a pomparmi nelle vene quando il ragazzo con la mascella storta si chinò e lo baciò.
Non avrei saputo dire se su una guancia o sulle labbra perché potevo soltanto lanciare Delle occhiate furtive. Poi lui si alzò e scese dal treno, lasciandolo indietro.
La gelosia che sin a quel momento stava indugiando sotto la superficie ora era diventata accecante. E così accecante, infatti, che non riflettei neanche quando all' improvviso scrissi un messaggio.
            Chi cazzo è quello?

Lui sembrò immobilizzarsi prima di guardare lentamente verso di me. La sua pelle già candida impallidì ancora di più.
Aveva alzato la testa e incontrato il mio sguardo all'istante.
Sapeva chi ero io.
"Ha sempre saputo chi fossi?"
Ci riflettei ancora un po'. Si era girato verso di me senza alcuna esitazione, come se sapesse esattamente dove guardare.
"Ha finito di non sapere chi sono per tutto questo tempo?"
Doveva aver cercato la mia foto su internet.
Non riuscivo a immaginare come sapesse che ero io, altrimenti, ma ora non aveva più importanza. L' unica cosa rilevante era che adesso mi trovavo faccia a faccia con il ragazzo che si era intrufolato nella mia mente, nel mio cuore è nella mia anima dall' istante in cui aveva aperto  quella sua grande bocca davanti all' interfono.
Mi resi conto che anche lui stava assimilando il fatto che anche io conoscevo la sua identità. Di colpo Mieczyslaw (Stiles) si alzò in piedi. Doveva essere la sua fermata.
Feci lo stesso, mi avviai all' uscita e aspettai in piedi proprio dietro di lui,il quale fissò il mio riflesso sul vetro delle porte.
La mia bocca si curvo in un sorriso compiaciuto.
Ero come il lupo cattivo che finalmente aveva acchiappato cappuccetto rosso.

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