🤗CAP12🤗

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Per prima cosa vogliamo ringraziare chiunque abbia letto, seguito, recensito , dato una stellina a questa cosa, e a chiunque lo faccia con questo capitolo.
Chiedo scusa per il ritardo, ma la mia amica Samantha d si è operata qualche giorno fa, e non abbiamo avuto molto tempo a disposizione.
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Lo fece.
Il caldo miele dei suoi occhi scivolò via, lasciando il posto a un nuovo colore.
Non erano
Rossi
Non erano
Gialli
Non erano
Blu
Erano
Viola.

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Un caldo ed avvolgente viola.
Cosa diavolo era.
Nuovamente il suo sguardo sfuggí al mio, cosa, che non apprezzai. Ne sentii all'istante la mancanza. Ma soprattutto non mi piacevano le emozioni che emanava.
Vergogna
Senso di colpa
Rabbia,e disgusto.
Rabbia, e disgusto verso se stesso
E io fui così stupido da lasciarmi sfuggire quelle parole.
« Cosa sei? Da quanto sei...sei così?»
Stiles. Il mio Stiles indietreggiò ferito.
«Sono Mieczyslaw Stilinski. Stiles. Solo e semplicemente Stiles. Lo stesso Stiles di sempre».
La rabbia mi invase credendo che si stesse prendendo gioco di me. Se solo avessi ascoltato il suo cuore ferito gli avrei potuto evitare quella nuova ferita. Ma la mia rabbia mi acecava , e fui in un attimo di fianco a lui e dopo averlo afferrato per le spalle iniziai a scuoterlo.
« Smettila. E dimmi cosa sei»
Gli gridai contro.
«Derek!»
Il rimprovero di Laura, e la vista dei suoi occhi rossi mi riportò alla ragione. Come scottato lasciai immediatamente la presa su di lui e mi fissai le mani incredulo su ciò che avevo fatto.
Stiles punto nuovamente i suoi occhi nei miei, erano spenti, smorti, e sulle sue labbra apparve un sorriso triste.
«Sono lo stesso Stiles che hai cacciato dalla tua proprietà.
Lo stesso che hai fatto gettare da Erika nel cassetto tra l'immondizia. Lo stesso che ti ha tenuto a galla in una piscina gelata. Lo stesso che ha tenuto in vita tua sorella Cora in quell' ambulanza.
Colui che è stato posseduto da una volpe demoniaca».
Il mio amore fermò un istante quel fiume di parole per far riempire nuovamente le iridi dei suoi occhi di quel nuovo colore che già inconsapevolmente amavo per poi riprendere
« sono sempre stato ciò che vedi. Sono sempre stato così»
E fu quell'' ultimo sussurro a infrangere entrambi
«Sono sempre stato così... sono sempre stato io, un abominio».

Quando mi ripresi del mio ragazzo non c'era più traccia.
Si, perché Stiles sarebbe sempre stato il mio ragazzo qualsiasi cosa fosse.

Lo avevamo cercato per tutta la notte.
Era scomparso.
New York l'aveva divorato. Ingurgitato in quella marea umana che non si ferma mai.

New York città iperattiva proprio come Stiles.
«Finché non lo vorrà lui, non lo troveremo»
Si lamentato Scott lasciandosi cadere sul divano del suo studio di tatuaggi. Isaac gli fu accanto in pochi istanti massaggiandosi gli occhi stanchi per poi osservare Derek immobile perso nei suoi pensieri.
«Forse Theo e Liam hanno trovato qualche traccia»
Sospirò Cora avanzando nella sala seguita da Laura.
« Dov'é Derek»
Chiese la lupa dagli occhi cremesi. Tutti i presenti si voltarono verso Scott che alzò le spalle non sapendo dove fosse il nato lupo.
Ma Derek non era il solo ad essere svanito.

«Perché devi guidare tu?»
Mi lamentai per l'ennesima volta il minore.
Peter roteò gli occhi spingendo sull' accellertore.
«É la mia Camaro»
Avvolte suo nipote era peggio di un bambino
« Era la tua Camaro»
« E quando sarebbe accaduto questo passaggio di proprietà?»
«Bene. Tieniti la Camaro. Io mi prendo Stiles»
Non ottenendo risposta Peter sorrise vittorioso.

«Bene. Ora segui il tuo naso»
Disse Peter prima di buttarmi fuori dall' auto nel bel mezzo di un parco stracolmo di alberi.
Dio quanto non sopportavo quel lupo. Non vedevo, ne sentivo l' odore di Stiles da nessuna parte. Se era l'ennesimo imbroglio di mio zio lo avrei seppellito vivo. Tanto ucciderlo era una fatica inutile, tornava sempre. Avevo iniziato a maledire quello psicopatico di mio zio, quanto sentii quel profumo che fa venire l'acquolina in bocca.
Seguii quell'aroma, ed eccolo lì.
Seduto su una panchina con la testa tra le mani.
Solo quando gli fui a pochi passi di distanza percepì la mia presenza .
Il mio amore non si mosse.
«Cosa vuoi?»
«Te Stiles. Voglio te»
Lui scatto in piedi fronteggiandomi .
« Un abominio. Derek vuoi un abominio?»
«Non dirlo mai più»
«E ciò che sono un ab...»
Non gli lasciai terminate la frase, o meglio il mio corpo non lo fece dato che si mosse di sua volontà sapendo perfettamente come agire. Vidi i suoi occhi spalancarsi per lo stupore prima di corrispondere  al mio bacio.

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