Sempre lo stesso

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La sera arrivò in fretta, preparai tutto l'occorrente per la festa più grande che avessi mai organizzato, piena di divertimento, musica e soprattutto, alcool, tanto alcool.

Alle ventidue, la gente iniziava già ad arrivare e nel giro di mezz'ora tutta la casa era piena di universitari pronti a divertirsi.
Tutto andava bene, tutti sembravano divertirsi, io però non ero ancora soddisfatto, avevo bisogno di lasciarmi andare e di dimenticare quella giornata, così, mi avvicinai al piccolo angolo bar dove chiesi, al barista che avevo pagato per la serata, di darmi il drink più forte che potesse fare. All'inizio mi guardò male, sapeva anche lui che il giorno dopo, in teoria, mi sarei dovuto presentare a scuola, senza avere dolori post sbornia, ma, alla fine, mi passò ciò che avevo chiesto e non esitai un solo istante, prima di buttarlo giù tutto d'un sorso.
Non ricordo quanti bicchieri bevvi, ricordo solo che, dopo il quinto, la mia testa iniziò a girare e io iniziai a ridere senza motivo, buttandomi immediatamente in pista e iniziando a ballare come mai prima d'ora.

Era tutto perfetto, tutto perfetto almeno fino a quando non vidi un ragazzo vestito di nero, e con i capelli del medesimo colore, venire verso di me con aria tutt'altro che amichevole.
"Che ci fai qua?!" Dissi con un tono, davvero stupido per via dell'alcool che avevo in corpo, e davvero irritato per via della persona che avevo davanti.
"È una festa, no?" Disse facendo una smorfia piena di sarcasmo.
"Si, ma tu non sei invitato."
"Ma come, il mio piccolo Jungkookie invita tutta la scuola ma non il suo amato compagno di banco?"
Okay, se continua lo caccio fuori a calci su quel bel culetto che si ritrova.

"Esattamente, mi stavo divertendo prima che tu piombassi qui" dissi secco, sperando che quelle mie parole lo facessero andare via.
"E io che pensavo di essere divertente"
"No Kim, non lo sei."
"Oh, da quando siamo così formali Jeon, o forse dovrei chiamarti signorino Jeon?"
Ecco, ora oltre che a prendermi in giro con le parole, si inchina anche.
"Smettila di fare l'idiota"
"E tu smettila di bere"
"Perché mai dovrei ?"
"Perché lo dico io, Jungkook."
Ops l'ho fatto incazzare
"E dimmi, tu esattamente, mio caro Taehyung, chi sei?"

A quelle parole lo vidi esitare e indietreggiare leggermente.
Quel momento di insicurezza però, durò poco, infatti, dopo quello, mi mise in spalla e mi diede infine una pacca sul sedere.
"H-Hey cosa fai~?" Riuscii a dire nonostante fossi rosso come un pomodoro e del tutto ubriaco.
"Zitto, gli ubriaconi non hanno il diritto di parlare."
"Okay Taehyung opp-" quando riuscii a capire cosa stava per uscire dalla mia bocca, misi immediatamente le mani davanti ad essa ed evitai l'ennesima figuraccia.
Sono sicuro che Tae abbia capito bene ciò che stavo per dire, eppure, stette in silenzio, continuando a salire le scale che conducevano poi, in camera mia.

Arrivati nella stanza, mi buttò sul letto e, nonostante le mie capacità cognitive fossero minime, venni preso da un incredibile ansia.
Pensai al peggio dato che, dopo il suo comportamento quella mattina, mi ero convinto di non conoscere il mio vicino di banco e, di conseguenza, mi ero convinto anche di non potermi fidare.
Quelle che accadde però, non me lo sarei mai aspettato.
Nonostante mi buttò sul letto in una maniera poco aggraziata, tolse le coperte da sotto di me e mi coprì, imprimendomi in testa le ultime parole che disse prima sospirare e uscire:
"È colpa mia, di nuovo"

Il mattino seguente, mi svegliai con un mal di testa che mi fece pentire di tutte le mie azioni e decisioni, del giorno prima.
Mi sedetti sul letto tenendomi con le mani la testa, nel tentativo, inutile, di attutire quel dolore tremendo.
Guardai l'orario e sospirai.
Le undici, fantastico.

Andai in cucina e trovai il caos più totale:
Il tavolo del soggiorno ribaltato, il divano ricoperto da stuzzichini, la cucina piena di bottiglie vuote e di birra versata a terra, in bagno non ho neanche le parole per descrivere ciò che trovai.
Non potrebbe andare peggio... Ah no aspetta, va peggio, COSA DIAVOLO CI FA QUESTO SCONOSCIUTO MEZZO MORTO SUL MIO VIALETTO?!

Con rassegnazione e disgusto, andai a controllare che quel ragazzo non fosse morto e, ringraziando il cielo, stava solamente dormendo, o meglio, dormiva fino a quando non gli buttai un secchio di acqua congelata addosso e lo cacciai nel peggiore dei modi dal terreno di casa mia.

Rientrai già sfinito dalla giornata e iniziai a pulire, sperando che, nessuno avesse rotto niente o peggio ancora rubato qualcosa.
Per mia fortuna tutto era intatto, e quindi, tirai un sospiro di sollievo, nonostante, per pulire tutto, impiegai otto ore.
Le otto ore più lunghe e noiose della mia vita.
Pensai, sospirando per l'ennesima volta.

La giornata, dopo quella sessione di pulizie intensive, passò molto velocemente, cenai con del ramen istantaneo, non avendo né le forze né la voglia di mettermi davanti ai fornelli e, finito di pulire ciò che era rimasto dalla cena, mi misi a letto e scrollai le poche notifiche che avevo sulla schermata home, senza neanche tanta voglia di parlare con qualcuno.

Continuando a guardare quei messaggi, senza rispondere a nessuno di essi però, notai un messaggio che diceva:

-TaeTae🐯
"Come va ubriacone? Passata una buona giornata piena di dolori ? Mi sono preso la briga di mandare tutti a casa, dopo aver lasciato la tua stanza con te praticamente svenuto dentro, non perché volessi aiutarti, ma perché se no i vicini avrebbero chiamato la polizia e io non riuscirei a stare senza il mio coniglietto preferito.
Detto ciò ti saluto, a domani piccolo Jungkookie ;)"

Aw, ma che...carino? Non ho la più pallida idea di cosa pensare.
Chi lo capisce è bravo.
Nonostante fossi rimasto abbastanza perplesso da quel messaggio, qualcosa, leggendolo, mi fece sorridere, in qualche modo, sapevo che Tae, si era preoccupato per me e che, alla fine, il ragazzo che conoscevo non se n'è mai andato.
O così credevo...

Quando il giorno seguente entrai in classe, trovai il corvino seduto, con gli occhi chiusi, i piedi sul banco e gli auricolari alle orecchie.
Roteai gli occhi, mi incoraggiai interiormente e, prendendo un grande respiro, camminai e mi sedetti al mio posto, cercando di prestare sempre meno attenzione al ragazzo sedutomi accanto.

Erano passate ormai due ore e Taehyung ancora non si era deciso a rivolgermi la parola, nonostante stesse molto attento alla lezione e prendesse molti appunti, cosa del tutto inaspettata.
"Pensavo che te ne fregassi della scuola e invece prendi molti appunti" provai a dire.
"Pensavo che tu fossi un alcolizzato e invece eccoti qua, sobrio"
"Il tuo sarcasmo mi infastidisce"
"Le tue supposizioni mi infastidiscono"
"Allora smettiamola" dissi acido.
"Okay"
"Okay" e dopo questa mia risposta, il silenzio calò tra noi due e io sentii come se un muro, sempre più spesso, minuto dopo minuto, si costruisse tra di noi.

"Tae..." dissi insicuro.
In risposta, lo vidi alzare la testa.
"Sono stufo di questa situazione, perché mi tratti così? Perché sei così cambiato?"
"Ci sono tante cose che non sai di me Jungkook, ti tratto così perché mi va di trattarti così, però, nonostante tu mi possa vedere diverso, ti assicuro che sono sempre lo stesso Tae."

Cercò di rassicurarmi e, nonostante il suo tentativo, non riuscii a vedere nei suoi occhi lo sguardo del ragazzo che mi aveva rivolto la parola la prima volta e di cui mi ero affezionato tremendamente.
Eppure non sembra cattivo...

Mi convinsi che, avrei avuto una risposta solo col passare del tempo, si, il tempo avrebbe aggiustato ogni cosa, o almeno ci speravo.
Una domanda però girava e rigirava ancora nella mia testa e, stupidamente, decisi di esporla al diretto interessato:
"Senti, l'altra sera, prima di lasciare la mia stanza, hai detto che è colpa tua, cosa intendevi?"
Non appena finii, lo vidi impallidire e perdere la compostezza e, solo quando si riprese, disse, con un sorriso diverso da quello che di solito mi donava:
"Ma che stai dicendo? Eri ubriaco, te lo sarai sognato"
Okay, ora so una cosa in più sul ragazzo che avevo difronte, non sa mentire

"Si certo Taehyung, se io ero così ubriaco da non ricordarmi una cosa del genere allora tu sei albino"
A quelle mie parole si mise a ridere al punto che tutti si girarono a guardarci e il professore cercò di calmare la situazione in classe.
Rise, ma non con quella risata fastidiosa e falsa che mi aspettavo facesse, ma con la risata del mio Taehyung, che terminò con il sorriso che da tanto non mostrava.
Mi era mancato così tanto quel sorriso...

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