Yugyeom

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Jungkook's pov
Le vacanze estive erano appena iniziate e Jimin mi aveva comunicato l'imminente arrivo di Yoongi e dell'altra coppia di Daegu.
Stavo girando per le strade di Busan in cerca di un appartamento quando, con mia grande sorpresa, vidi una persona che non incontravo dal vivo dai tempi delle superiori, nonostante avessimo continuato a parlare costantemente tramite il cellulare.
Mi avvicinai al ragazzo con la mia stessa età ma nettamente più alto di me e decisi di buttarmici sulle spalle, facendolo sobbalzare e per poco finire sul marciapiede.

"Yugyeom!" Urlai sorridendo, felice di vederlo.
"Jungkook? Da quanto tempo!"
"Cosa ci fai qui a Busan?"
"Sono venuto non appena ho potuto per passare le vacanze con i miei genitori. Mia madre non è stata molto bene ultimamente e volevo farle compagnia dopo tanto tempo passato a Seoul, in più avevo bisogno di staccare dalla mia routine di cittadino lavoratore. Ma parlami un po' di te! Come va all'università? E Jimin come sta?"
"Me la cavo, sono stato un po' distratto ultimamente ma ho recuperato in fretta. In quanto a Chim lui sta benissimo, riesce ad essere costante nello studio ed è felicemente fidanzato"
"Davvero? E chi è la fortunata che ha avuto l'onore di mettersi insieme a Park Jimin, il più figo della scuola, dall'asilo fino alle superiori, ballerino aggraziatissimo ed estremamente sensibile?"
"Oh beh, veramente lui non sta con una ragazza" lo corressi imbarazzato ma non impaurito dalla sua reazione. Conoscevo Yugyeom da sempre e sapevo per che brava persona fosse, senza di certo questo tipo di pregiudizi.


"O cielo, devi scusarmi, allora chi è il fortunato?" Riformulò facendomi l'occhiolino.
"È un ragazzo di Daegu, fa il compositore ed è piuttosto misterioso ma assolutamente bellissimo"
"Come c'era da aspettarsi dal ragazzo di Jimim" affermò lui ridendo e contagiando anche me con la sua risata.


Passammo tutto il pomeriggio a parlare, seduti su una panchina del parco più vicino al mare, per poter dare un bel bentornato a Yugyeom.
"La tua mancanza si è sentita qui a Busan" confessai ad un certo punto, continuando a guardare le onde del mare, quasi ipnotizzato da esse.
"Anche a me è mancato questo posto, ma sopratutto mi sei mancato tu"
"Per quanto rimarrai?"
"Non lo so Kook, avevo intenzione di rimanere fino alla fine delle vacanze e poi ritornare a Seoul. Sai mi hanno assunto come ballerino in una piccola agenzia, ma sento il richiamo del mare e delle mie origini farsi sempre più pesante e, ora come ora, sto valutando l'idea di restare qui per sempre."
"Ma così perderesti una grande opportunità! Non te lo posso permettere Yug!"
"Ma avevi detto che ti mancavo"
"Esatto, perché tengo tantissimo a te e appunto per questo non voglio che butti via tutto all'aria"
"Sei sempre stato così diretto Jungkook, quando ero più giovane ti invidiavo, riuscivi in tutto ciò che facevi ed eri sempre al centro dell'attenzione"
"Ma sai quanto io odiassi avere tutti gli occhi puntati addosso, sai quanto mi sentissi criticato e sai anche quanto volessi scappare da tutto quello"
"Lo so, lo so, ma comunque non hai mai fatto qualcosa a riguardo perché quella situazione cessasse, hai sempre sopportato, consapevole che prima o poi tutto sarebbe andato per il verso giusto. Io non mi sono mai sentito così, non mi sono mai sentito appagato da ciò che facevo e spesso mi sentivo veramente sotto pressione a causa delle aspettative che la gente aveva su di me"
"Ti posso capire, anch'io ho passato le stesse cose, ma abbiamo superato tutto insieme, no? Ricordi quando scappavamo dalle lezioni per esercitarci insieme con la danza?"
Cercai di fargli rimembrare, nella speranza che seguisse il suo cuore senza avere rimpianti in futuro.
"Certo che ricordo" rispose lui sospirando, rassegnandosi alla mia testardaggine.




"Sei sempre stato un asso nella danza Yugyeom! Per questo non dovresti smettere" ripresi io.
"Lo pensi davvero?"
"Certo!" Affermai.
"Mi piacerebbe un giorno riprendere ad allenarci insieme, sono migliorato sai" finalmente mi guardò con il suo solito sorriso. Sorriso che rivolgeva solo alle persone più care.
"Cosa pensi? Anche io mi sono tenuto in forma" Dissi mostrando il bicipite.
Di solito non facevo questo genere di cose ma con Yugyeom era diverso.
Fra noi c'era sempre stato quel genere di rivalità fraterna, diversa da quella che avevo con Jimin.
Era una rivalità che sapevamo essere solo un gioco per entrambi.



"Ho deciso. Rimarrò a Seoul ancora per un po' e se avrò qualche risultato te lo farò sapere immediatamente!"
"Questo è lo spirito giusto! Metticela tutta e passa da queste parti più spesso, voglio trascorrere insieme a te altre giornate come questa!" Dissi a mo di rimprovero, ma che in realtà rimprovero non era, anzi, era più un invito amichevole e scherzoso per esprimergli quanto avessi voglia di rivederlo.
"Contaci! Adesso vado, mia madre mi si starà chiedendo che fine ho fatto"
"Devo andare pure io o Jimin mi darà per disperso" Dissi ridendo insieme al mio amico e alzandoci per andare ognuno nella sua direzione.



"È stato un piacere rivederti Kook, starò qui ancora per un po', se hai bisogno di compagnia sai chi chiamare"
"Lo farò! Devo farti conoscere una persona"
"Aspetto impazientemente la prossima uscita allora, ciao~"
"A presto" conclusi io voltando l'angolo con ancora un ampio sorriso sulle labbra che mantenni per tutto il tragitto fino a casa.



Alla fine, la mia ricerca di un appartamento, era stata sabotata da una persona con cui non potevo proprio adirarmi.
Ero felice di aver passato la giornata con lui e questo incontro mi riportò alla mente tanti bei ricordi.
Io, lui e Chim eravamo chiamati il trio della danza alle elementari e tutti e tre continuammo a danzare negli anni successivi, con l'unica differenza che Yugyeom aveva fatto della sua passione il suo lavoro.




Quando varcai la soglia dell'abitazione mi resi conto che fosse oramai sera e che il sole fosse già tramontato, segno che se Jimin avesse scoperto il mio rientro così tardo, si sarebbe fiondato su di me con tutta l'ira di questo mondo, che però io avrei facilmente represso con un abbraccio pieno di scuse che, detto fra noi, su Jimin ha un grandissimo effetto.



"DOVE SEI STATO?!"
Mi ha scoperto. Si salvi chi può.
"Ma ciao mio piccolo ChimChim, come ti è andata la giornata? Spero bene. Io sono esausto e credo che andrò in camera mia a riposare quindi a dom-" non feci in tempo a finire la frase e a mettere un piede su di uno scalino che il mio migliore amico mi prese con forza per il colletto della maglia.
"DOVE CREDI DI ANDARE?!" Urlò ancora più arrabbiato di prima.
"In camera?" Dissi io con un tono che sembrò più esprimere una domanda.
"Prima dobbiamo parlare, devi raccontarmi cosa ti è successo! È tutto il giorno che Taehyung ti chiama e tu ignori sia le sue che le mie chiamate, si è preoccupato tantissimo e io ero sul procinto di correre per tutta Busan e seppellirti in una delle sue spiagge"
"Oh no, Taehyung..." Imprecai io una volta che mi fui accertato delle molteplici chiamate perse da parte del mio ragazzo.
"Devi trovare un modo per farti perdonare adesso, non vorrei essere nei tuoi panni biscotto, buona fortuna! Ora vado a preparare la cena, i miei non ci saranno fino a sabato"
E detto questo, si avviò per la cucina, lasciandomi da solo in preda al panico.
E ora?

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