Abbandono

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Dopo esserci accomodati in casa, ci mettemmo a studiare nel mio studio e Tae, non poté che stare cinque minuti buoni, ad ammirare tutte le foto incorniciate che decoravano l'interno della stanza.

"Wow, sono bellissime, chi è il fotografo? Devo assolutamente conoscerlo"
Mi misi a ridere e mi sentii anche molto felice di sentire le sue parole.
"Ma lo conosci già, è proprio davanti ai tuoi occhi" dissi ancora ridendo
"C-CHE COSA?!"
"Sh~ Non urlare" Dissi con un dito davanti alla bocca, ancora sorridente.
"SEI STATO TU A FARE QUESTE FOTO MOZZAFIATO?!"
"Si Taehyung, te l'ho appena detto"
"Sapevo ti piacesse la fotografia, ma non sapevo fossi così bravo"
"Non esagerare adesso"
"Non esagero, Jungkook! Sei davvero un talento naturale tu!"
"Ti ringrazio davvero" dissi arrossendo leggermente ai continui complimenti ricevuti.
"Un giorno dovrai fare qualche foto solo per me, chiaro?"
Il rossore sul mio viso raggiunse i limiti del possibile, non riuscivo a credere che qualcuno volesse delle mie foto.
"O-okay"
"Ye~ Il mio Jungkookie farà una foto solo per me" Disse iniziando a saltellare per tutto lo studio.
"Basta così Tae o va a finire che il mio corpo andrà in tilt per il surriscaldamento"
"Oh, hai ragione, il tuo viso è completamente rosso~" disse avvicinandosi pericolosamente al mio volto.
Tae ti prego, non così vicino o potrei...
Cosa Jungkook? Cosa potresti?
Nulla. Zitta coscienza.


"Il troppo calore deve avermi dato alla testa" dissi senza essermene reso conto.
"Cosa hai detto?"
"Ah, nulla, nulla, continuiamo a studiare"
"D'accordo" disse facendo il saluto militare e facendomi ridere.
Quanto è tenero.
Eh? Tenero? Perché penso queste cose? È solo un compagno di classe, venuto per studiare e passare un po' di tempo insieme
Si esattamente Kook, soli, soletti, vicini, vicini.
Coscienza giuro che se non stai zitta ti faccio male.
Oh, dov'è finito il coniglietto carino? O dovrei dire, dov'è finito il coniglietto carino di Kim Taehyung?



"AH BASTA NON TI SOPPORTO PIÙ" urlai scocciato.
"Eh? Perché? Se non mi sopporti perché mi hai invitato a casa tua?" Disse il mio amico con tono triste, iniziando a riporre nello zaino tutte le sue cose.
"No, fermo." Iniziai dispiaciuto.
"Non mi riferivo a te, sei una persona dolcissima e ti ho invitato perché volevo passare più tempo con te"
"Davvero?" Disse facendomi un carinissimo broncio.
"Davvero" dissi a mia volta dolcemente
Cosa mi prende? Non sono mai stato così carino.
Lo sei per il tuo dolce TaeTae, no?
Se tu, coscienza, intendi che lo sono per il mio caro amico, allora si.
Oh, andiamo biscotto, sappiamo tutti che l'alieno ti inizia a piac-
"D'ACCORDO!" Dissi urlando, nel tentativo di zittire il mio subconscio.
"Per oggi basta studiare, che ti va di fare adesso?"
"Uhm~ Non saprei, hai una casa talmente grande che mi viene quasi voglia di giocare a nascondino" disse con il suo, bellissimo e quadrato, sorriso.
"Va bene"
"Ma no Kook, è un gioco da bambini"
"E allora? Fin quando ci divertiamo insieme non vedo quale sia il problema."
"Ti adoro~" disse subito contento ma, in pochi istanti, la gioia nei suoi occhi si spense.



"Qualcosa non va, Tae?"
"Oh no, nulla" disse convincendomi ben poco.
"Ti conosco abbastanza per capire quando c'è qualcosa che ti turba, avanti, puoi dirmi tutto lo sai"
"È solo che, non ho mai avuto l'opportunità di giocare con qualcun altro a nascondino, quando ero piccolo giocavo con mia mamma, ma non era la stessa cosa e, a scuola, i bambini non volevano giocare con me"
"Non vedo il motivo per cui avrebbero dovuto fare qualcosa del genere Tae, sei un ragazzo stupendo, sei simpatico e bellissimo"
Quando dalle mie labbra uscì l'ultima parte del discorso, la faccia di Taehyung si colorò di un rosso molto acceso e, subito, si mise le mani davanti alla faccia per coprirlo, nella speranza che non me ne fossi accorto.
Per sua sfortuna, avevo visto molto bene quel suo colorito e devo ammettere che, ripensandoci, era davvero affascinante e grazioso.


"T-ti ringrazio, ma vedi, non ho avuto un'infanzia sempre felice e, le cose, non sono di certo migliorare dopo l'abbandono di mio padre..." spiegò con le lacrime agli occhi.
"Se non vuoi parlarne, non importa"
"No, no, sto bene, voglio parlarne" disse deciso, strofinandosi gli occhi, in modo da asciugare, ed evitare la fuoriuscita delle lacrime.
"Dicevo, quando ero piccolo, fino al secondo anno di elementari credo, tutto era molto sopportabile, nonostante non avessi amici, avevo l'amore dei miei genitori, loro mi supportavano, erano per me, la mia famiglia e i miei amici.
Ero felice nonostante tutto, o almeno, lo ero fino a quando mio padre non abbandonò me e mia madre, dicendo a quest'ultima, prima di chiudersi la porta alle spalle 'io un figlio così non lo voglio, è tutta colpa tua, hai creato un mostro'."
Alla fine di questo discorso sospirò con fare rassegnato e io stetti in silenzio, indignato dal comportamento che, il padre di Tae, gli aveva rivolto.


"Quando uscì di casa, mia madre si voltò verso di me e mi sorrise, disse che non importava, che non ero un mostro, ma bensì, la cosa più bella che le fosse mai capitata nella vita e che, se mio padre non l'aveva capito, aveva solamente perso un figlio come nessun altro.
All'inizio non volevo crederci, riversai tutta la mia rabbia e il mio dolore su di lei, incolpandola delle stesse cose di cui l'aveva incolpata mio padre. Ero convinto di essere un mostro e tutt'ora questo pensiero assale la mia mente, ma col tempo, capii che mia madre era l'unica sempre pronta a sostenermi, non le importava se la trattassi male, finiva sempre con l'abbracciarmi e rassicurarmi. Questa mia 'fase' durò ben poco, capii dopo una settimana che quelle mie azioni erano senza senso, che avrei dovuto aprire gli occhi e accettare la situazione. Stavo andando nella camera di mia madre, quando, dei singhiozzi interruppero il mio passo. Era lei, la donna per me più importante, stava piangendo, ed era tutta colpa mia.
Entrai come una furia e corsi subito ad abbracciare mia madre che, in quel momento, era subito corsa a mettersi le mani davanti agli occhi e ad asciugare le lacrime che aveva sul viso.
Mi scusai, la rassicurai e le dissi le parole più sincere e affettuose che mi vennero in mente.
Per anni continuai a soffrire, però, quando tornavo a casa, mia madre mi faceva sempre tornare il buonumore e mi diceva che, solo essendo allegri e buoni con tutti, si poteva essere veramente felice. Quelle sue parole si scolpirono nella mia mente e io le seguii tutti i giorni.
Beh, non proprio tutti i giorni, ogni tanto, non ne sono sicuro, prima era diverso, comunque, credo ogni sette giorni e per tre giorni, il mio carattere cambia, come se fossi qualcun altro, ma ti posso assicurare che sono io Jungkook, passo solo dei momenti no, quindi ti prego, quando arriveranno quei momenti, ti prego di non odiarmi, continua a volermi bene."




"Certo Tae, ti vorrò sempre bene" dissi rassicurandolo.
"Grazie! Allora, giochiamo a nascondino?" Chiese con il sorriso che tanto amo e io, in risposta, annuii felicemente.
No stupido d'un Taehyung, grazie a te, nonostante tu mi stia mettendo tanta confusione in testa, grazie, perché con te, provo emozioni nuove, che ancora non so spiegarmi ma che, quando ci sarò riuscito, esprimerò, in modo da poterti rendere, finalmente è veramente, felice.





Angolo autrice~
Solo io amo la coscienza di Kookie?

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