•𝐴𝑙𝑡𝑒𝑟𝑒𝑔𝑜•

Fine

"Allora? Dobbiamo continuare a farci del male, oppure possiamo pensare alla nostra felicità una volta nella vita?" Chiese il me dai capelli neri.
"Vorrei veramente essere felice, ma sai anche tu che la nostra felicità è solo vicino a quel ragazzo" spiegai io sul punto di piangere.
"Oh andiamo biondino, non piangere. Secondo me dobbiamo andare da lui e spiegargli"
"E che cosa gli spiegheremmo? Sentiamo. Dato che ti ritieni più furbo e maturo di me, cosa vorresti dirgli?
'Ciao Jungkook. Sai, la persona che amavi in realtà erano due deficienti in un corpo che, in più di vent'anni, non sono riusciti a controllare?!' La trovo un'ottima idea per farci mandare via a calci dalla sua vita. Io preferirei rimanere così, sarebbe sempre più doloroso venir insultati da lui."
"Wo, il bambino ha tirato fuori la grinta"
"Ti pare il momento?!" Chiesi stufo, mandando diavolo il mio carattere buono e pacato.
"No hai ragione, scusa"
A quelle parole io rimasi abbastanza perplesso.
"Tu che ti scusi?"
"Oh no! Cosa mi prende? Io non mi scuso!"
"Sta succedendo qualcosa di strano, molto più strano del solito intendo" pensai ad alta voce, ricevendo dal corvino solo uno sguardo veloce e io lì capii subito che il ragazzo fosse assorto nei suoi pensieri.

"Jungkook ci sta cambiando" sbottò l'altro me all'improvviso
"Eh?" Chiesi confuso. Nonostante il mio carattere dolce non fosse più sempre presente, in quel momento ero rimasto sempre ingenuo come un bambino.
"Tu sei più autoritario e io sono più permissivo, la cosa mi puzza." Continuò lui, nel tentativo di farmi capire.
"Sto dicendo, mio caro biondino, che stare con Jungkook ha mischiato un po' quelle che prima erano le nostre personalità divise"
"Quindi pensi che potremmo diventare una persona sola se lo avessimo sempre al nostro fianco?"

"Credo sia possibile, anche se non so che fine faremmo noi"
"Non voglio sparire!" Urlai impaurito.
"Silenzio caramellina, non ho mai pensato che saremmo scomparsi. Facciamo parte di questo corpo da sempre, sarebbe come privare qualcuno della sua stessa anima"
"E allora cosa ci accadrà?" Chiesi sempre più spaventato.
"Forse, dato che conviviamo da così tanto tempo e in un certo senso noi siamo l'anima di un solo individuo, potremmo avere le capacità per controllarne il corpo." Spiegò il ragazzo dai capelli neri, accendendo dentro di me un barlume di speranza.

"Pensi si possa fare?" Chiesi speranzoso più che mai. Volevo a tutti i costi poter ritornare a far parte della vita del ragazzo che amavo.
"Possiamo provarci"
"Allora facciamolo!"
"Biondino, non sovreccitarti, non è detto che ci riusciremo"
"Non mi importa! Voglio provare" continuai convinto io, iniziando a saltellare e facendo scoppiare a ridere l'altro.
"D'accordo d'accordo, facciamolo. Accidenti, prima mi fai chiedere scusa e ora mi fai ridere." Si rassegnò ad un ampio sorriso lui, che io ricambiai immediatamente.
"Allora chiudiamo gli occhi insieme e concentriamoci su domani, non sappiamo cosa accadrà ma dobbiamo superare la notte, insieme"
"Ricevuto capo!" Urlai entusiasta io.

E fu così che, quella notte, le nostre personalità si mischiarono, dando vita alla vera essenza di Kim Taehyung:
Un ragazzo semplice, con un fantastico sorriso quadrato, che riservava a chiunque lo facesse sentire bene, amichevole, a volte giocoso come un bimbo e altre serio come nessuno, riusciva sempre a capire tutti e farli sentire a loro agio con carezze o parole di conforto, si impegnava in tutto quello che faceva e non demordeva mai, raggiungendo sempre i suoi obbiettivi.
Ecco chi era davvero.
Un miscuglio delle due personalità, nessuno l'alterego dell'altro, entrambi un'unica persona, divisa alla nascita e messa solamente alla prova dal destino.

Quando ci risvegliammo, mi resi conto di trovarmi sempre in quella stanza, questa volta avvolta da una luce calorosa.
Mi guardai intorno e non trovai nulla di insolito. Guardai verso l'altro me e notai anche il suo stupore.
"Ce l'abbiamo fatta..." disse incredulo.
"A quanto pare" continuai, sorridente come non mai.
"Non riesco ancora a crederci" commentò, venendo contagiato dal mio sorriso, chiudendo istintivamente gli occhi.
"Eppure è successo, ma ora che si fa?"
"Biondino, chiudi gli occhi" mi ordinò l'altro con occhi sbarrati e io lo assecondai.