•𝐴𝑙𝑡𝑒𝑟𝑒𝑔𝑜•

Bacio

Jungkook's pov
Mi fermò nuovamente e io mi girai per intimargli di lasciarmi andare quando, le sue labbra, alle parole di fuoriuscire.
Sbattei le palpebre, più e più volte, incredulo e attonito, da quello che, quel ragazzo, fece.

Non riuscivo a crederci, Taehyung, il mio dolce, gioioso e bambinesco Taehyung, mi aveva appena baciato, aveva rubato dalle mie labbra un bacio, il mio primo bacio.
Esatto è il mio primo.
Le labbra di Tae era soffici come una nuvola e di un sapore dolce come il miele.
Nonostante venni colto alla sprovvista, assaporai ogni centimetro di quelle labbra, a me prima d'ora sconosciute, e mi resi conto che, quella sensazione del tutto nuova, non era stata del tutto indifferente sul mio corpo e sulla mia mente.

Quando il biondo interruppe quel magico contatto, fu come se un vuoto si presentasse in una parte di me.
Rimasi immobile per un minuto buono, prima di metabolizzare veramente l'accaduto. Lo guardai negli occhi e, successivamente, mi portai due dita sulle labbra umide su cui, mi accorsi, rimase il suo sapore.
Ripetei i passaggi, più e più volte, fino a quando, arrivato al punto di guardarlo negli occhi, vidi Taehyung assumere un'espressione triste e delle lacrime formarsi agli angoli dei suoi occhi.
"S-scusami...I-io n-non..." cercò di dire fra un singhiozzo e un altro, prima di precipitarsi, correndo il più velocemente possibile, in camera sua.
Rimasi e lo guardai allontanarsi dall'ingresso nella quale accadde il tutto e, quando riuscii ad accumulare abbastanza coraggio, corsi anch'io nella stessa direzione di Tae.

Una volta raggiunta la stanza, lo cercai con lo sguardo e, riuscii a trovarlo solamente grazie al rumore dei suoi singhiozzi.
Aprii l'armadio e lì assistetti alla scena che, più di tutte nella mia vita, mi fece male al cuore;
Taehyung era rannicchiato in un angolo dell'armadio, con la testa tra le gambe, portate al petto che si gonfiava irregolarmente, a causa del pianto.
"T-Tae.." provai a dire con voce tremante.
"V-va v-via!"
"Tae sono qui per te, non me ne andrò fino a quando non avrai deciso di parlarmi"
"È-è t-tutta c-colpa mi-mia, h-ho rovinato t-t-tutto, un'altra v-volta"
"Cosa Tae, cosa hai rovinato?"
"La nostra a-a-amicizia"
A quelle parole sentii una forte fretta al cuore.
Perché quella parola fa così male?
"No piccolo, non hai rovinato nulla, adesso rilassati." Dissi abbracciandolo.
Piccolo? Cosa mi sta succedendo? Il mio corpo si sta surriscaldando di nuovo, sarà la vicinanza.
"D-dici s-sul serio?"
"Si TaeTae, ora smetti di piangere, ti prego"
"O-ok"

Dopo qualche minuto, passato abbracciandoci, il ragazzo di fronte a me riuscì finalmente a calmarsi, così come si calmo il mio cuore.
Non avevo intenzione di chiedergli cosa gli fosse passato per la testa, nel momento in cui decise di far unire le nostre labbra.
Anche perché non puoi lamentarti che non ti sia piaciuto.
Zitta coscienza non sto dicendo questo!
D'accordo, d'accordo, vado di nuovo nella sezione della tua testa che fa pensieri sconci su quel piccolo angioletto.
NON NE FACCIO DI QUEI PENSIERI, FINISCILA TI PREGO.

Oramai spazientito da quel silenzio, che mi dava solamente tempo di litigare con la mia coscienza, iniziai a parlare, per cercare di porre fine a tutti i dubbi che assalivano la mia testa, o almeno, a quei pochi, a cui volevo veramente dare risposta.
"Vuoi dirmi qualcosa?"
In risposta, lo vidi scuotere la testa in segno di negazione.
"Vuoi che me ne vada?" Provai nuovamente, ricevendo ancora il movimento della sua testa, ancora più veloce di prima.
"E allora cosa vuoi?" Chiesi spazientito alzando leggermente il tono della voce, ma, me ne pentii subito, dopo che lo vidi strizzare gli occhi, per impedire la fuoriuscita di altre lacrime.
"Oh? Tae, perdonami..."
Scosse nuovamente la testa, asciugandosi il viso.
"Voglio solo..." iniziò lui e io lo guardai negli occhi.
"Voglio solo che tu rimanga, che non mi abbandoni e che sia tu a perdonare me per quello." Disse con disprezzo riferendosi al dolce bacio che prima mi aveva donato.
Non devo perdonarti, non aspettavo altro.
Pensai, ma in realtà dissi:
"Oh, okay..." forzando un sorriso.
"Fa come se nulla fosse mai accaduto"
No, mai, è stato il momento più bello della mia vita.
"D-d'accordo"
"Ora puoi andare"
Detto quello, mi abbracciò e un calore familiare mi avvolse.
No, non voglio ti prego.
"Va bene, allora vado." Feci per andarmene, cercando di non far notare la mia tristezza e lui annuì.
Quando fui sulla soglia di casa Kim, mi guardai indietro e, scorgendo Taehyung sorridermi dalla porta di camera sua, sorrisetti a mia volta e uscii, chiudendomi la porta alle mie spalle.

Una volta a casa, i miei genitori era già tornati e io, ero consapevole che mi avrebbero fatto il terzo grado, chiedendomi dove fossi stato.
Inutile dire che, mi dovetti sorbire, per mezz'ora abbondante, le loro lamentele sul mio comportamento e le raccomandazioni sul mio impegno studentesco.
Mi sorbii quelle parole, da cima a fondo, non ascoltandole veramente, lasciando che, esse, mi scivolassero addosso come la pioggia su un impermeabile.

Arrivato in camera, mi tuffai esausto sul mio letto, intento a farmi cullare dalle braccia di Morfeo. Non appena misi la testa sul cuscino, il paradiso sembrava sempre più vicino, almeno fino a quando, il rumore, assordante e fastidioso, del mio telefono non decise di rovinare quel bellissimo momento, da me tanto atteso.
"Pronto?" Risposi, con tutta la disapprovazione da parte del mio subconscio.
"Hey tu!" Disse la voce del mio migliore amico dall'altra parte del telefono.
"Cosa vuoi? Stavo per addormentarmi, sono esausto, ho passato una giornata bella quanto stancante e ho bisogno di dormire, quindi adesso addi-"
"DEVI ASSOLUTAMENTE RACCONTARMI COSA È SUCCESSO"
Urlò in preda all'euforia Jimin.
"JIMIN INNANZI TUTTO CALMATI E IN SEGUITO D'ACCORDO MA DOMANI PERCHÉ SE NO COLLASSO, INTESI?!" Dissi urlando a mia volta, intimorendo il mio migliore amico.
"D-d'accordo" disse con voce tremante
"Allora a domani Jungkook"
Sospirai e dissi:
"A domani Jiminie"
E finalmente, potei addormentarmi serenamente, o almeno, era quello che credevo, fino a quando, i ricordi della giornata interruppero i miei sogni e misero dentro di me molto confusione.