Capitolo 6

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Lexa si accorse di nuovo di questa sua assenza e della tristezza della bionda, e la chiamò di nuovo,

"Clarke?" Ehi, lo so che è difficile per te, almeno credo"

Disse Lexa imbarazzata e continuò,

"Ma ora che ci siamo parlate, e io sono un po' più tranquilla, perché se mi avessi voluto far del male, lo avresti già fatto, forse potremmo"

E iniziò a gesticolare con le mani e Clarke la guardò non capendo, e Lexa finì la frase,

"Potremmo parlarci? Abbiamo tempo, se tu lo vuoi".

Clarke aveva sentito tutto quello che le aveva detto, ma una domanda le frullava nella testa, come poteva ricordarsi il suo nome se non ricordava nulla?

Così diede voce al suo pensiero,

"Come fai a conoscere il mio nome, se non ti ricordi nulla?".

Lexa sì sentì in imbarazzo e sgranò gli occhi a quella domanda, il cuore iniziò a batterle forte nel letto e pensò, come poteva dirle che la sognava, e che nei sogni aveva visto che si dicevano addio due volte? E che nella seconda si erano baciate? E le sue labbra avevano un sapore così buono, ma anche amaro perché era un addio.

Lexa abbassò lo sguardo per qualche secondo e pensò ancora, chissà se sono come le ho sognate. Ma che sto pensando?

E poi alzò lo sguardo sulle labbra della bionda, e quel neo? Mio Dio è così sexy. Oddio Lexa ma cosa pensi? Calmati e rispondi qualcosa, non puoi stare immobile.

Cosi scrollò la testa come per scacciare via quei pensieri, e sì augurò che Clarke non si fosse accorta che le aveva fissato le labbra e chiuse gli occhi, lì riaprì e si immerse di nuovo in quegli splendidi occhi azzurri, che la fissavano in attesa di una risposta, e di nuovo il suo cuore iniziò a battere veloce, e trovò coraggio e le rispose,

"È una storia lunga e imbarazzante"

disse roteando gli occhi come fanno i bambini.

Clarke sorrise a quella reazione di Lexa, sembrava una bambina, non aveva mai visto Lexa così imbarazzata e spensierata, e si era accorta che le aveva fissato le labbra con desiderio.

L'aveva conosciuta come il Commander fredda e spietata, anche se non con me, pensò, oddio non sempre, agli inizi lo era anche con me, ma non avrebbe mai immaginato di vedere una Lexa così.

Le aveva fatto tenerezza e allo stesso tempo curiosità, perché forse, quella era la vera Lexa, prima dell'Ascensione, prima che diventasse Heda.

Così Clarke le rispose,

"Beh abbiamo tempo lo hai detto tu, potremmo parlare, vuoi venire a casa con me? Con noi?”.

Lexa rimase stupida da quella richiesta, aveva ancora dei dubbi, ma ormai stavano parlando da qualche minuto, e se Clarke avesse voluto farle del male, lo avrebbe già fatto, senza stare a parlare o chiederle di andare a casa con lei, non avrebbe avuto senso, non le sembrò una minaccia, anzi, le aveva parlato dolcemente per tutto il tempo.

"Ok, ma voglio avere una casa di quelle libere tutta per me e avere i miei spazi"

Disse Lexa.

Clarke capiva che Lexa era ancora titubante e che ancora non si fidava totalmente di loro, e quindi accettò le condizioni di Lexa, e la bruna aggiunse,

"Devo prendere le mie cose".

Così andarono a prenderle e Clarke notò il bastone che faceva parte della sedia di Lexa, quella da Heda, ma non disse nulla.

Finito di prendere si avviarono verso casa, quando Clarke entrò nella zona case, Madi era lì che l'aspettava, e vedendola le corse incontro, ma quando vide un altra persona dietro Clarke, arrestò la sua corsa e la guardò, quella ragazza, la riconobbe da uno dei disegni di Clarke, era incredula, era Lexa.

Le due si avvicinarono a Madi, e la ragazzina stava lì con la bocca aperta, e Clarke sorrise a quella scena, mentre Lexa la guardava interrogandosi perché la fissava in quel modo.

In effetti ora che ci pensava, anche Clarke aveva avuto la stessa reazione, quando si era voltata dopo averle chiesto chi era, non capiva. Ok la sorpresa di vedere un altra persona, ma questa reazione era per un altra cosa, lo sentiva.

Così una volta vicine, Madi sì rivolse a Clarke ma continuando a fissare Lexa, e indicandola disse,

"Clarke lei è è è", balbettava, era confusa la giovane Natblida.

Clarke le accarezzò il viso e sorridendo disse,

"Sì Madi, è Lexa".

"Ma come è possibile? Lei è", ribatté la piccola.

Clarke capì cosa stava per dire Madi, e non poteva permettere che disse quella parola "morta", Lexa non lo sapeva e questo poteva distruggerla, così la interruppe subito,

"Sì Madi, di questo né parliamo dopo", facendo una faccia seria. Madi era una ragazzina sveglia e capì perché Clarke l'avesse interrotta in tempo.

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