Capitolo 27

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Sì girò, ed era Clarke.

Che visione meravigliosa

pensò Lexa.

Clarke rimase ferma sulla soglia della porta, quando vide la bruna sveglia.

"Scusa Lexa, so che vuoi i tuoi spazi, e scusa se sono piombata qui così, ma io ho bisogno di parlarti".

Lexa sì voltò completamente verso Clarke.

"Non adesso"

Le rispose semplicemente. Clarke ignorò quella risposta, ed entrò del tutto in casa, e chiuse la protagonista alle sue spalle.

"Lexa ne ho bisogno, altrimenti",

Disse Clarke con un tono supplichevole, e fece una piccola pausa, per poi terminare la frase con aria triste,

"Impazzirò"

Lexa si dispiacque a quelle parole

"Va bene, ma solo dieci minuti, non di più ok?"

"Perfetto"

Rispose Clarke con un sorriso e un po' di sollievo, cambiò subito umore. Non attese molto e senza giri di parole le chiese.

"Perché ti sei allontanata così da me dopo il tuo blackout?".

Lexa non sapeva cosa rispondere, aveva paura di parlarle, più che paura, timore, e poi sentiva troppe emozioni. Cosi sì avvicinò di qualche passo e gesticolando le disse,

"Ho visto te e me, ti ho sognata anche 5 minuti prima che tu entrassi. Sei sempre nei miei pensieri Clarke, e fa male".

Clarke incassò il colpo, sia in positivo che in negativo, quello positivo perché Lexa la sognava sempre, e questa era una buonissima cosa, ma negativa perché a Lexa questa cosa le faceva male. E quest'ultima cosa poteva essere molto negativa.

Perché le faceva male?

Sì interrogò Clarke. Così dopo questo attimo di silenzio, chiese,

"Cosa hai visto però di così specifico da farti reagire così e scappare da me? Hai paura di me?".

Lexa scosse la testa, poi abbassò lo sguardo, prese fiato e le rispose,

"Ho sognato che eravamo nella mia stanza, almeno credo, e tu sei entrata e ti sei fermata quando mi hai vista e ci siamo guardare con tristezza e la consapevolezza che saresti andata via. Cosi te l'ho chiesto e tu hai confermato. Mi hai detto che ti dispiaceva, e io avevo le lacrime che minacciavano di uscire, perché ti stavo perdendo. E dopo esserci afferrate la mano, o meglio il braccio come ieri, ti ho detto my we meet again. Tu mi hai guardata intensamente e hai annullato quella piccola distanza che c'era tra di noi, e mi hai baciata. Ed era così intenso, più intenso del primo bacio che ho sognato, questo era carico di passione e desiderio, c'era amore, lo percepivo da parte tua, me lo stavi dicendo senza parlare, senza bisogno di parole.

Quindi ci siamo staccate e io ti guardavo, e piangevo. Non potevo e non riuscivo più a trattenere tutte le mie emozioni, tutto quello che provavo per te. Non hai idea di quanto ti desiderassi. Io ero pietrificata da questa tua mossa, ma tu ancora hai di nuovo annullato la distanza tra di noi, e mentre ci baciavano, tutto stava andando nella giusta direzione, quella che volevo, e il bacio si è infiammato, e senza mai smettere di baciarmi, mi hai slacciato il vestito legato dietro al collo. Dio Clarke, stavo bruciando di passione e amore per te, anche tu lo facevi, lo sentivo. Così ti ho afferrato le mani e ti ho tirata verso di me, mentre indietreggiano verso il letto, senza mai distogliere lo sguardo dal tuo, mi ci sono seduta sopra, e ti guardavo dal basso verso l'alto, eri così bella, senza mai lasciarti le mani"

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