Capitolo 17

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"No no, meglio dire tutto subito, spero che dopo averti detto questa cosa, non mi guarderai male o diversamente o addirittura, tu possa allontarti da me".

Clarke non l'avrebbe allontanata per nulla al mondo, le sorrise e le mise una mano sulla sua, e tremarono entrambe a quel contatto,

"Lexa non mi allontano, stai tranquilla, so che è difficile, ma fidati di me, almeno un pochino",

"Mi fido Clarke, un pochino",

Rispose Lexa sorridendo e facendo l'occhiolino, e continuò,

"Beh, dopo che tu mi dicesti quella frase della sopravvivenza, io ti risposi che forse potevamo farlo, e, e, eh beh ti ho baciata, e avevo paura di un tuo rifiuto, ma non lo hai fatto, hai ricambiato il bacio, e mi hai messo anche una mano dietro la schiena per tenermi più vicina a te, oddio Clarke, ho sentito veramente quel bacio come fosse reale. Comunque ci siamo baciate per circa un minuto, poi io mi sono staccata per riprendere fiato, ma ho cercato di nuovo le tue bellissime e soffici labbra, ma tu hai ripreso lucidità e ti sei staccata, e io da quella tua reazione, ho sentito che ci sono rimasta male, e mi hai detto che non eri pronta, non ancora. C'era una minima speranza, però in quel momento ho sentito solo il tuo rifiuto e mi ha fatto male".

Ci fu silenzio per un po', nessuna delle due sapeva cosa dire, ma Lexa parlò ancora,

"Crederai che sia pazza, sognare quel bacio, che stupida che sono".

E scosse la testa.

"No"

Disse Clarke appoggiando la mano sulla coscia di Lexa,

"Tu non sei stupida, non lo sei mai stata, e poi",

Fece una brava pausa,

"Il sogno era reale, hai sognato il nostro primo bacio".

Lexa rimase sorpresa e senza fiato quando Clarke le confermò che il suo sogno era vero, e non frutto della sua fantasia, e che quello era stato il loro primo bacio, quindi voleva dire che c'è n'erano stati degli altri. 

Clarke in passato provava qualcosa per lei, e lei provava qualcosa per Clarke.

Oddio, era tutto strano, perché a questo punto, Lexa desiderava ricordare tutto quanto. Ecco il motivo per cui Clarke mi guarda tristemente quando le dico di non ricordare nulla, perché non ricordo di lei, non ricordo di noi. Pensò Lexa

Dopo questa riflessione Clarke le disse,

"Forse non dovevo dirtelo, ora sei turbata, ho sbagliato".

"No, hai fatto bene invece, perché almeno mi tolgo un po' di confusione dalla testa, anche se è strano sentirmi dire che quei sogni sono veri, cose accadute, sono un po' imbarazzata, perché, ehm, noi ci siamo baciate".

Clarke sorrise a quelle ultime parole di Lexa.

"Beh tu mi hai baciata per prima, hai fatto tu la prima mossa".

"Ah"

Disse Lexa sorridendo,

"Beh, ma tu cara Clarke hai risposto al bacio, quindi abbiamo ballato in due".

Lo disse con uno sguardo compiaciuto e furbetto. Clarke un po' arrossì a quelle parole e per smorzare il suo imbarazzo concentrò la conversazione da un altra parte.

"E prima hai visto altro, vero"?

Chiese Clarke.

Lexa fece di sì con la testa, e Clarke le chiese se volesse dirlo.

"Sì certo, anche se questa volta non c'erano baci, ma eravamo noi due, nella tua stanza credo, è proprio come prima, mi stavi medicando la mano, e abbiamo parlato della mia morte, e tu mi hai detto sorridendo se non avessi altri argomenti oltre la mia morte, e io ho sorriso a quelle tue parole. E ti ho ringraziata per avermi sostenuta per qualcosa, non ho la minima idea del mio ringraziamento nei tuoi confronti, e tu mi hai risposto che lo facevi per la tua gente. Quello mi ha fatto male, poi hai finito di medicare la mia mano e ci siamo guardate intensamente negli occhi, ma tu hai distolto lo sguardo e ti sei alzata per darmi la buonanotte credo, perché hai parlato in quella strana lingua, e mi hai detto "Reshop Heda", se non sbaglio, io invece ti ho risposto "good night Ambassador", e basta tutto qui".

Clarke aveva ascoltato tutto e alla fine disse,

"Sì, Reshop significa buonanotte e Heda significa Commander, tu eri il comandante dei 12 clan, comunque, anche se non ricordi voglio dirtelo lo stesso. Mi dispiace di averti fatto soffrire con il mio "lo faccio solo per il mio popolo", l'ho fatto per te, perché provavo qualcosa per te, e anche se avevo paura di perderti, sono venuta ad appoggiarti, lo farò sempre".

Lexa non capiva di cosa Clarke stesse parlando, anche se le faceva piacere quella confessione, e allora le chiese,

"Il comandante dei 12 clan? Sono sempre più confusa, e poi Clarke, mi fa piacere che tu fossi al mio fianco, e che fossi lì per me, ma dove ero io? E perché eri al mio fianco e ti ho ringraziata?"

Clarke sorrise e disse,

"Hai ragione Lexa, scusa mi sono fatta prendere dai ricordi e dalle emozioni di quel momento, dimenticando che tu non ricordi. Quello del Commander è una storia lunga, e ti ho appoggiata nella tua sfida, hai combattuto contro Roan, era il principe degli Azgeda, e so che vorresti sapere tutto e subito, ma è il primo giorno, facciamo le cose con calma ok? Abbiamo tempo, e di emozioni ne abbiamo avute troppe e tutte assieme, non è un bene. Ah, e comuque Roan lo hai battuto e ne sei uscita alla stragrande, nel caso te lo chiedessi".

E Clarke le fece l'occhiolino.

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