Capitolo 10

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Madi la fissò pensierosa,

"Beh è davvero strana questa cosa, e ora cosa facciamo?"

E Clarke si girò verso di lei e le sorrise,

"Beh ora la aiutiamo, e viviamo come abbiamo sempre fatto, solo con una persona in più".

Madi allora le chiese,

"E ti fidi di lei? Insomma so che avevi fiducia nella vecchia Lexa, ma lei ora non ha memoria, è totalmente un altra persona, ci possiamo fidare di quella che è ora?".

Clarke le rispose,

"Sì Madi, mi fido, ci possiamo fidare, anche se non ha i suoi ricordi, conosco Lexa, lei è sempre lì, anzi forse anche meglio, perché non ha più pesi e doveri verso nessuno, ed è libera finalmente, e poi ho visto i suoi occhi, e come mi ha guardato e sorriso, lei è sempre Lexa, se avesse voluto farci del male, lo poteva fare prima di conoscerci, invece ci ha sempre spiate, è lei che aveva paura, e noi dobbiamo fare in modo che non ne abbia".

Madi guardo sorridendo e disse,

"Hai ragione, avrei tanto voluto conoscerla, e ora posso, non devo aver paura, e poi Clarke, il tuo desiderio potrà avverarsi, potreste stare insieme e sono felice per te, perché meriti la felicità".

Quelle parole che Madi disse, colpirono Clarke al cuore e delle lacrime uscirono dagli occhi di Clarke, sapeva bene a cosa si riferiva la piccola con quelle parole, le aveva raccontato tutto di Lexa, e anche quando si erano salutate per l'ultima volta prima di fare l'amore, la loro è unica volta, beh quello non lo raccontò ovviamente.

Aveva omesso qualche dettaglio, era troppo piccola per sapere certe cose, e in più quel momento era solo suo, e lo custodiva con gelosia, era il loro, di Lexa e suo.

Peccato che non si ricordava nulla,
pensò Clarke. Fatto sta che quello che Madi intendeva, era quello che Clarke le raccontò, quello che Clarke disse a Lexa anni fa.

"Forse un giorno, non dovremo più nulla alla nostra gente",

E Lexa le rispose,

"Lo spero".

Erano passati tanti anni, ma Clarke ricordava tutto di lei.

Mentre parlarono tra di loro, un pesce abboccò all'amo, e così lo tirarono su e continuarono a pescare.

Mentre le due ragazze pescavano, Lexa si era stesa sul letto, era confusa, non sapeva cosa pensare.

Quelle sensazioni che sentiva quando guardava Clarke negli occhi, quando le sorrideva, e il suo sogno, il sogno di quando Clarke la baciò prima di dirle addio.

Erano così reali quelle labbra, chiuse gli occhi e pensò a tutta questa storia.
Doveva parlare con lei il prima possibile, mentre pensava si addormentò.

Nel frattempo Clarke e Madi avevano preso 5 pesci, e decisero che fossero sufficienti per il pranzo, così si misero in marcia verso casa.

Quando arrivarono, Clarke non vide Lexa fuori, così pensò che fosse in casa e disse a Madi di andare a preparare il tavolo, mentre lei andava a chiamare Lexa, così potevano mettersi a cucinare e mangiare.

Entrò in casa chiamandola,

"Lexa"

Ma appena vide la mora sul letto addormentata, si avvicinò piano, senza far troppo rumore, e quando la vide lì, così in pace mentre dorniva, vecchi ricordi le tornarono in mente.

Il ricordo di quando l'aveva ritratta mentre dormiva a Polis. Era bellissima, aveva voglia di baciarla, di toccarla e dirle quanto l'amasse, che non aveva mai smesso di amarla.

Ma non poteva e questo faceva male, un male che lacerava l'anima.

Sì controllò e non fece nulla di quello che aveva pensato, toccò la spalla di Lexa, è molto delicatamente si avvicinò un po' con il viso al suo per sussurrare il suo nome e svegliarla.

Era così vicina alle sue labbra, che le ci volle tanta forza di volontà per non baciarla, non riusciva a capire nemmeno lei dove la stesse trovando tutta quella forza.

"Lexa, Lexa svegliati è quasi pronto da mangiare".

Lexa stava sognando. E chi stava sognando? Esatto! Proprio lei, Clarke.

Questa volta però il sogno era più lineare, e non solo pezzi confusi come al solito, c'erano lei e Clarke in quella che sembrava una grande tenda, e lei aveva sempre quello strano disegno in faccia, e quella cosa in mezzo agli occhi.

Non sapeva perché li avesse entrambi.

Comunque, stavano parlando della coalizionee e dei combattimenti e della sopravvivenza, anche se era un sogno, sentiva il desiderio che aveva di Clarke.

Sì girò a guardare la bionda e le disse,

"Mi fido di te Clarke".

E la ragazza di fronte a lei annuì e disse,

"Grazie".

Si fidava di Clarke? Pensò la Lexa che sognava, mentre il sogno andava avanti, Lexa parlò ancora a Clarke,

"Forse i nostri metodi ti sembreranno selvaggi, ma è così che sopravviviamo".

Clarke le rispose subito,

"Magari la vita è molto più che sopravvivenza, non ci meritiamo forse di meglio?".

E Clarke abbassò lo sguardo sul tavolo dove erano vicine, Lexa aveva voglia di Clarke, quelle parole l'avevano toccata, e voleva provarci, così guardò la bionda davanti a lei intensamente e rispose,

"Forse possiamo".

E Clarke alzò la testa e non sì sarebbe mai aspettata che il Commander potesse fare una mossa del genere.

Lexa le mise una mano sua guancia e annullò la distanza tra loro e la baciò.

Clarke sgranò gli occhi, incredula da questa mossa, ma solo per una frazione di secondo, poi ricambiò il bacio, era così bello che Clarke ricambiasse.

Lexa non ci poteva credere. Quel bacio durò un minuto, poi Lexa si staccò per riprendere fiato e Clarke riacquistò in quell'attimo di pausa, la sua lucidità e lei disse,

"Scusami, non sono pronta, non ancora".

Lexa la fissava intensamente e annuì e basta, il semi "rifiuto" di Clarke le aveva fatto male, era passata dall'essere ricambiata, ad essere rifiutata nel giro di due minuti, ma voleva dare i suoi spazi e tempi a Clarke.

Stava andando avanti il sogno quando sentì la voce della bionda chiamarla, ma nel sogno Clarke non parlava, e sentì dire,

"Lexa, Lexa svegliati, è quasi pronto da mangiare".

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