Capitolo 4

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Passavano gli anni e Lexa faceva la sua vita, da sola, continuando a spiare quella ragazza e sua figlia, anche se non si somigliavano per niente, ma erano una famiglia si vedeva, e Clarke era dolce con lei, ma Lexa, anche se alle volte sentiva l'impulso di avvicinarsi, non lo fece mai, continuava a stare per i fatti suoi, anche se era brutto non avere nessuno con cui parlare, nessuno da abbracciare, da baciare, da accarezzare, ma andava avanti così, tra caccia e spionaggio, almeno si sentiva meno sola quando le spiava.

Anche se se stava imparando a "conoscere" la ragazza e la ragazzina, che ora avrà sui 13/14 anni, Clarke invece potrebbe avere la mia età, intorno ai 22 pensò. E iniziava ad avere un parere diverso su di lei, d'altronde, prima di giudicare bisogna conoscere, e Lexa così facendo voleva conoscerla per sapere se si poteva fidare al cento per cento, e poi dai suoi flashback, anche se confusi, lei e Clarke si sorridevano e alle volte era lei che "minacciava" Clarke, mai il contrario, però non sapeva chi le avesse fatto del male anni fa, e il responsabile poteva essere morto, dato che erano rimaste solo loro tre, ma c'era una minima percentuale, che la responsabile delle sue ferite, potesse essere Clarke.

Ma le tre ragazze non sapevano che ben presto qualcosa di inaspettato, sarebbe accaduto, che il destino si sarebbe messo in mezzo alle loro vite, cambiandola completamente, soprattutto per Clarke.

Un giorno come tanti Lexa andò a spiare Clarke e Madi, voleva vedere se avessero del cibo, così lei poteva andare a pescare liberamente, e vide che avevano un po' di pesci, quindi poteva stare tranquilla e pescare senza sorprese.

Ma Lexa siccome spiava sempre da lontano, non sentì Clarke parlare con Madi e dirle che il pesce era andato a male, e quindi sarebbe andata a pescarne altro.

Così Lexa stava già cercando di pescare, e mentre provava si faceva un bagno, faceva caldo, riemerse da sott'acqua e in quel momento Clarke arrivò e la vide.

Lexa era di spalle Clarke era incredula, sgranò gli occhi, c'era un altra persona, lì viva e non ci poteva credere. Chi poteva essere? Pensò Clarke, così d'impulso mise la mano sulla pistola pronta a far fuoco in caso di pericolo, anche se una persona in acqua non era molto pericolosa, ma meglio prevenire.

"Chi sei tu?” disse Clarke.

Lexa sentendo la voce della bionda si spaventò e si girò con sorpresa, pensava di stare tranquilla, e quando si girò, Clarke ebbe un sussulto, sì sentì mancare la terra sotto i piedi, le mancò il fiato, e dopo un attimo di esitazione, e che le due si guardarono, Clarke sospirò il suo nome, appena udibile, disse il nome che apparteneva all'amore della sua vita.

Il suo unico e vero amore, che aveva perso troppo presto. "Lexa".

La ragazza uscì velocemente dall'acqua e prese i suoi vestiti a riva, era in intimo, e iniziò a scappare e correre più veloce che poteva.

Clarke invece rimase un attimo lì, non aveva la forza di muoversi, Lexa era lì, era viva e aveva visto chiaramente la cicatrice dello sparo, quel colpo di pistola che l'aveva portata via da lei, dal loro amore. Ma perché sta scappando da me? E come può essere viva? Pensò Clarke.

Le aveva detto addio nella città della luce, le aveva detto che l'amava, perché sapeva che quella era la sua unica occasione di dirle che era innamorata di lei, che l'amava, anche se faceva male, Lexa era morta.

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