Capitolo 12

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Clarke era felice come non mai, anche se l'è mancavano ancora due cose, sua madre, e lei e Lexa di nuovo insieme.
Voleva di nuovo il suo amore, ora che era viva, non si sa come, anzi, Lexa era come rinata, perché era diversa, e la desiderava esattamente come prima di perderla per sempre. L'amava, non aveva mai smesso, e mai avrebbe smesso, perché Lexa era
l'amore della sua vita.

Comunque riuscì a trattenete le lacrime, per non piangere davanti alle ragazze e farle preoccupare, e soprattutto perché non sapeva come spiegare a Lexa le due lacrime, sì concentrò sui pesci che ormai erano cotti.

Così disse alle ragazze di entrare in casa che era pronto e si avviarono tutte assieme dentro a mangiare.

Mangiarono tra risate e momenti di completo silenzio e tranquillità, era bello, pensò Lexa. Era bello avere qualcuno con cui parlare e ridere, mi era mancata Clarke, e tutto questo, oddio aspetta, almeno credo, dato che non ricordo nulla se non questi ultimi sei anni,
pensò Lexa.

Finirono di pranzare e Madi si andò a sdraiare per dormire un pochino, Lexa e Clarke misero apposto tutto.

Una volta finito, Clarke le chiese,

"Ti va di parlare un po'?".

Lexa era spaventata da quella chiacchierata che avevano in programma, anche se non vedeva l'ora di farla. Un po' turbata le rispose,

"S-si, c-ce-certo, va bene Clarke".

La bionda capì che Lexa era un po' spaventata e le disse con un tono dolce, appoggiando una mano sull'avambraccio della mora,

"Lexa tranquilla, se vuoi possiamo anche non parlare affatto e farlo un altro giorno".

Lexa con il tocco di Clarke sentì una cosa stranissima, una sensazione mai provata, l'è girò la testa e chiuse gli occhi barcollando, e le venne un altro flashback, come nei suoi sogni.

Ma ora non stava dormendo, ed era di nuovo nitido e lineare, come quel sogno fatto poche ore prima.

C'erano lei è Clarke nel letto, nude, ma sotto le coperte, e Clarke l'è accarezzava la schiena e ammirava il suo tatuaggio, e Lexa sentì quel tocco come se fosse reale, e dei brividi le attraversarono tutta la schiena, come se Clarke la stesse veramente toccando in quel preciso istante.

Clarke la stava toccando, ma non come nel sogno, la sorreggeva, dopo che aveva visto che barcollava, si era spaventata e l'aveva afferrata, ma questo Lexa non lo sentiva, era immersa nel suo sogno.

La bionda nel sogno le chiedeva perché quel tatuaggio e cosa significasse, e le disse che era bellissimo.

Lexa le rispose che lo aveva fatto dopo l'ascensione, e che ogni cerchio rappresentava un Natblida che lei stessa aveva sconfitto, e così era sopravvissuta e diventata Heda.

Clarke contò i cerchi, né mancava uno, da quello che le aveva detto Lexa, erano 9 gli altri Natblida, e i cerchi erano solo otto, e le chiese come mai né mancava uno.

Lexa si voltò e le chiese,

"Possiamo parlare di qualcos'altro?"

Clarke le rispose maliziosamente,

"Possiamo anche non parlare affatto"

Sì sorrisero e Lexa si fiondò sulle sue labbra, oddio era chiarissimo il sogno.

Aprì gli occhi e fissò Clarke incredula e ancora più confusa, dopo quello che aveva visto.

La bionda la guardava con preoccupazione, da sveglia non era mai successa questa cosa.

Cosa stava cambiando? Stava impazzendo? Il tocco di Clarke aveva innescato tutto. Avevano fatto l'amore, in quel flashback o sogno, non sapeva nemmeno lei come definirli, lei e Clarke avevano chiaramente fatto l'amore. Era successo davvero? Sì domandò e pensò Lexa.

"Ehi Lexa, che succede? Stai bene?".

Chiese Clarke molto preoccupata.
La bruna sentiva le mani di Clarke sorreggerla, e sì sentiva bruciare.
La voleva, sentiva il desiderio come nel flashback, ma si trattenne.

"S-si si, tu-tutto bene Clarke non preoccuparti".

E sorrise cercando di essere credibile.

Ma non andava tutto bene, era sempre più confusa e non ci capiva più niente.

Clarke la continuava a guardare e le rispose,

"Lexa sei sicura? Cosa è successo? Vieni andiamo a casa tua, così ti stendi un po'".

"No. No Clarke, voglio parlare con te".

Disse Lexa. Basta aveva bisogno di risposte, ora che poteva averne. E Clarke era l'unica che poteva aiutarla.

"Ok ok. Ma andiamo a casa tua, così Madi dorme tranquilla".

Rispose Clarke.

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