Capitolo 16

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Rimasero a fissarsi così, senza dir nulla per qualche minuto che sembrò infinito ad entrambe, poi fu Clarke a rompere il silenzio, che stava diventando difficile da gestire,

"Senti Lexa, che né dici se smettiamo di parlare per oggi e finiamo un altro giorno?"

"Va bene Clarke, abbiamo tempo".

E le sorrise, e Clarke sorrise di rimando, e si avviò verso la porta per uscire da casa di Lexa e andare nella sua.

"Aspetta Clarke"

La fermò Lexa,

"Non andare via, rimani ancora un po' qui con me".

Era imbarazzata a quella richiesta, e per lo sguardo di Clarke a quella quella richiesta, così un po' impacciata aggiunse,

"Sempre se ti va ovvio, non voglio obbligarti".

Clarke rise brevemente e disse,

"Non mi sento obbligata, e sì Lexa, mi va, so che ho detto che non dovevamo parlare, ma voglio capire cosa ti succede. Va bene per te se parliamo di questo?"

"Ok Clarke, anche se è imbarazzante"

"Non preoccuparti Lexa, non devi essere imbarazzata con me".

Anche se era difficile per Clarke controllarsi, la prese per mano e sì misero sedute di nuovo sul divano. Una volte sedute Clarke parlò,

"Quando vuoi Lexa, io sono qui".

Lexa prese fiato chiudendo gli occhi anche per prendere coraggio, e lì riaprì dicendo a se stessa ad alta voce questa volta,

"Ok c'è la posso fare".

E Clarke sorrise divertita a quella scena, era strano vedere Lexa così, ma non disse nulla, sì limitò ad aspettare che la mora parlasse.

"Vedi Clarke, io non ricordo nulla a parte questi sei anni, quando mi sono svegliata su quel tavolo, ti ho detto di averti vista e poi sono scappata, è strano da dire, ma è lì che è cominciata la mia vita, prima di quel giorno non c'è nulla, buio totale".

Clarke la guardava tristemente e pensava a quanto fosse stato difficile per lei tutti questi anni vivere così, ma non la interruppe, andò avanti ad ascoltarla.

Cosi Lexa continuò a parlare,

"Beh, anche se non ricordo nulla, ci sono delle cose che mi appaiono in sogno, come una vita passata, prima erano molto più dei flashback, tutti confusi, poi negli ultimi tempi questi flashback, sono diventati più lineari e meno confusi, tutto acquistava un senso in questi sogni, erano proprio come ricordi, e sentivo tutto, i discorsi, i tocchi, le emozioni, insomma ogni dettaglio, ogni cosa. Beh in questi sogni, oddio è imbarazzante davvero da dire, ma lo dico, non so nemmeno io dove sto trovando il coraggio, beh, in questi sogni, "l'oggetto" principale eri sempre tu Clarke, eri sempre presente"

E fece il segno delle virgolette alla parola oggetto.

Clarke rimase senza fiato e parole quando Lexa disse quel dettaglio,

Lexa la sognava? Non si ricordava di niente e di nessuno, ma la sognava? E sentiva tutte le emozioni, quindi sentiva che si amavano? Pensò Clarke

Ma prima di pensare ad altro, ora voleva sapere cosa sognava, se la realtà di quello che avevano vissuto, o dei sogni di fantasia, ne aveva bisogno. Così parlò e disse,

"Lexa in questi sogni cosa accadeva? Me lo puoi dire?"

Fece di sì con la testa e iniziò a parlare,

"Beh, sono molto confusi alle volte, e sento parole qua e là, ma questi ultimi due erano molto più nitidi, quando sei venuta a svegliarmi stavo sognando".

"Sì lo avevo immaginato"

Disse Clarke, Lexa la guardò e continuò,

"Stavo sognando te e me, eravamo molto più piccole, almeno 6 o 7 anni di meno, stavamo dentro una grande tenda, io ti dicevo che mi fidavo di te, e che noi non eravamo i cattivi, non so chi siano questi "noi", ma che questo nostro modo di vivere ci permetteva di sopravvivere, e tu in questo sogno, mi hai risposto che la vita non era solo sopravvivenza, e che ci meritavamo di meglio".

E qui Lexa sì fermò, era imbarazzante il seguito, e non sapeva cosa dirle, così questo silenzio lo interruppe Clarke,

"E poi è successo altro?"

Ovviamente Clarke sapeva benissimo cosa era accaduto dopo, ma voleva sapere se Lexa aveva sognato il loro primo bacio.

"No".

Disse Lexa, ma sì pentì subito quando vide il viso triste di Clarke al suo no.

"Sì, c'è altro, ma è difficile"

Disse la mora. Così Clarke capì che poteva aver sognato il loro primo bacio, altrimenti per quale motivo doveva essere difficile dire quello che era successo dopo? Non aveva senso. Ma non volle sforzare Lexa a dirlo,

"Non preoccuparti, se non vuoi dirmi altro, va bene così, ne parleremo un altro volta".

Il viso di Clarke era più sereno ora.

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