Capitolo 9

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Clarke la fissava intenta a sapere tutto, e Lexa era così concentrata a raccontare quello che aveva vissuto, era bello poter parlarne con qualcuno, e dopo una pausa continuo,

"Poi dopo essermi ripresa dallo shock, sono uscita fuori di casa e quello che ho trovato è stato un colpo al cuore, intorno a me c'era il nulla, tutto era stato spazzato via, e non c'era niente e nessuno in giro".

Clarke la interruppe e disse,

"Lo so, ho avuto la tua stessa reazione".

Lexa sgranò gli occhi fissandola e disse,

"Cosa? Anche tu hai vissuto tutto questo? Non eri al sicuro quando è successo?".

Clarke scosse la testa in segno di negazione, e poi aggiunse,

"Proprio come te, quando è arrivata Praimfaya, è così che si chiama questa tempesta, ed è fatta di radiazioni, io ero lì fuori da sola, ho aiutato i miei amici a mettersi in salvo nello spazio, e credevo che ormai fosse arrivata la mia fine.
E mi sono messa anche io al sicuro, sperando un minimo di esserci.
Ma non lo ero, la mia pelle, come la tua ha iniziato a bruciare, e poi ho iniziato a tossire e sputare sangue".

Lexa la fissava attenta e incredula, Clarke aveva passato tutto quello che aveva passato lei, e questa cosa le fece male, perché sapeva benissimo cosa si provava.

Comunque Clarke continuò il suo discorso,

"E sono svenuta come te, con la consapevolezza della mia morte, ma almeno aveva salvato qualcuno.
Anche se non volevo morire.
Quando mi sono svegliata, sono uscita fuori e come te, mi sono trovata davanti il nulla".

Lexa guardò Clarke preoccupata, e le chiese,

"E cosa hai fatto dopo?".

Clarke la guardò con curiosità, le sorrise, le piaceva che Lexa in qualche modo, anche senza i suoi ricordi, si preoccupava per lei, e le rispose,

"Lexa parliamo dopo o domani? Ora vado da Madi che sta pescando, vado ad aiutarla, così in due si fa prima.
Tu intanto riposati o prendi confidenza con la casa e con il posto, insomma, fa come se fossi a casa tua, perché lo è".

Le fece l'occhiolino e si voltò per andarsene, ma Lexa la chiamò,

"Clarke!".

La bionda si girò verso di lei, e di nuovo Lexa fu investita da quell'immenso azzurro, Dio stava diventando una droga per lei, vedere gli occhi di Clarke nei suoi.

Clarke attese che Lexa dicesse qualcosa, Lexa voleva dirle di non andare, ma è una pazzia, prima avevo paura di lei, e ora non voglio stare senza di lei?
Pensò Lexa, non se lo spiegava, così si riprese da quei pensieri e disse solo,

"Grazie".

Clarke le sorrise e lei ricambiò, così la bionda uscì per raggiungere Madi.

Clarke raggiunse Madi, la vide lì intenta a pescare, fissare l'acqua in attesa di prendere qualche pesce. Sì avvicinò a lei senza dire nulla, fu Madi che si girò a fissarla e parlò,

"Clarke cosa sta succedendo? Mi hai detto che lei era morta, come può essere viva?".

A Clarke le venne in mente il ricordo di quando Lexa morì, vedere quegli splendidi occhi smeraldo spegnersi per sempre, le faceva ancora male, ma cacciò via subito quei pensieri negativi, lei ora era lì, e rispose alla piccola,

"Non lo so Madi, non ne ho completamente idea, era morta, quando le ho detto che l'amavo, nella città della luce, lo sapevo che non l'avrei più rivista, quella era la mia unica occasione per dirglielo, e ora lei non si ricorda nulla. E io non capisco come possa essere viva".

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