13. Sui sentieri del passato

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Il clangore dei sonagli si rifrange tra i muri sbrecciati e le porte lasciate socchiuse, scivola come una cascata nel labirinto di viottoli del quartiere basso. Si mescola agli schiamazzi di una squadra di ragazzini che gioca con un pallone all'angolo della via, alle voci isteriche di due uomini nel pieno di un litigio sulla soglia di un negozio di alimentari.

Stamattina sono uscita presto dal palazzo e, dietro consiglio di Mairead, ho fatto qualche domanda nei posti giusti. Ys è una città vasta, ma è pur sempre una città, e al suo interno chi è diverso salta all'occhio come una bestia rara. Adesso la torre dell'orologio di questa zona non segna nemmeno mezzogiorno e ho già in mente un possibile punto di partenza per la mia ricerca.

Ripenso alle parole di Alec di ieri sera. Quanto ci metterà a convincere il re che la decisione di accogliermi è stata un'idiozia? Se non voglio essere rispedita sulla superficie entro una settimana, mi conviene dimostrare che sono intenzionata quanto loro a dare la caccia al Lupo. E che posso fare la differenza.

Perciò adesso mi lascio guidare dalla corsa allegra dei sonagli, sempre più a fondo nel cuore più nero e più vivo di Ys, la bella città straniera che si è momentaneamente degnata di accogliermi. Seguo il filo della traccia fino a sbucare in una piccola piazza rettangolare. Gli edifici che le si stringono intorno hanno l'aria di essere cresciuti qui più per caso che per la decisione di qualcuno. Un piccolo capannello è radunato attorno alla fonte della musica.

Yanna danza sul selciato con la consueta grazia. Qui non c'è nessun sole che possa intrecciare i propri raggi ai suoi capelli neri, come succedeva quando offriva il suo spettacolo sul sagrato di Fontainebleau, ma non per questo la sua bellezza è meno abbagliante.

Mi appoggio alla parete esterna di una casa un po' in disparte. Da qui riesco a vedere la donna che balla solo a tratti, a seconda dei movimenti della folla radunata intorno. Scorgo lampi di braccia brune e ben tornite, l'orlo di una gonna adorno di monete sonanti che si solleva attorno a un paio di caviglie flessuose. C'è fuoco che le brucia negli occhi, sotto le ciglia.

Seduto accanto a lei, però, intravedo qualcuno che non mi aspettavo. Un uomo giovane, con la pelle d'ambra e un paio di baffi scuri, che un istinto di vanità lo porta ad arricciare in continuazione con due dita.

Un impulso feroce trasmette una spinta ai miei muscoli, dolorosa come un crampo, e devo fare uno sforzo per trattenermi e aspettare il termine dello spettacolo. Quando finalmente il tamburello di Yanna smette di suonare e, al suo posto, scroscia l'applauso del piccolo pubblico, mi stacco dal mio rifugio nell'ombra e avanzo tra la gente a forza di gomiti.

Lui osserva Yanna che raccoglie le monete degli astanti e non si accorge di me finché non gli poso una mano sulla spalla. "Charlez."

L'uomo sobbalza con violenza. Si ritrarrebbe, se io non lo tenessi stretto. I suoi occhi si spalancano nel momento in cui si spostano su di me e mi mettono a fuoco. "Oh mio Dio. Tu qui?"

Digrigno i denti in quello che non prova neanche ad assomigliare a un sorriso. "Chi non muore si rivede."

Posso avvertire il terrore serpeggiargli sotto la pelle. "Avevo sentito dire che ti avevano venduta."

"E invece sono tornata dall'inferno. I tuoi amici della milizia ti hanno informato solo a metà."

Il suo pomo d'Adamo va su e giù. "Ascolta, non so che cosa ti abbiano riferito, ma io non ho tradito nessuno. Siamo stati perduti nel momento in cui hanno preso d'assedio Mont Maudit. Io ho solo... approfittato di qualche vecchia conoscenza per evitare di fare la fine del topo. Ho una famiglia cui pensare, non sono portato per il martirio."

Seguo il suo sguardo in direzione della ballerina che sta ancora raccogliendo il denaro e i complimenti della gente di Ys e non si è accorta del nostro scambio. "Non posso credere che Yanna stia con un vigliacco come te" commento.

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