Epilogo

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Corro tra la folla ammucchiata nel porto di Douarmenez. Spingo via uomini e donne, mi faccio largo in malo modo e non m'importa delle imprecazioni che mi gridano alle spalle.

"Ehi, guarda dove vai!"

"Ma che ha quella?"

Ho che stamattina mi sono svegliata quando due mercenari hanno fatto irruzione nella stanza da due soldi dove dormivo. La prima cosa che ho visto quando ho aperto gli occhi è stata la testa decapitata del mio ultimo amante e ho fatto appena in tempo a schizzare via prima di fare la stessa fine.

Non che m'importasse molto di Gilbert. Era solo un belloccio e l'avrei scaricato comunque tra oggi e domani. Il poco che resta del mio cuore, però, si dispiace per la morte che gli hanno dato gli uomini di Renard.

Se avessi potuto prevedere tutto questo, avrei scelto meglio il nemico da sfidare.

Ma il Lupo è famoso per i nemici impossibili.

L'odore di sale e pesce prende alle narici. Poche navi a gas naturale beccheggiano sul manto nero del mare accanto alle banchine. Una di esse ha la stiva aperta e marinai a torso nudo vanno avanti e indietro per caricarla di casse di legno.

Chissà dove portano a vendere il frutto della manodopera schiavile.

Non mi accorgo dell'uomo finché non sbatto contro il suo petto.

L'urto è così violento che cado a terra.

Una mano lentigginosa si protende per offrirmi un aiuto. Alzo il viso per studiarne il proprietario.

È un trentenne con una lunga giacca ricamata e un cinturone di cuoio. Metà testa è rasata e l'altra metà è coperta da un ciuffo castano. Una piccola cicatrice, più un vezzo che un vero ricordo di brutti momenti passati, gli intacca il sopracciglio.

Soprattutto, i suoi denti scintillano in un gran sorriso.

Scanso la sua mano e mi rimetto in piedi. "Grazie, faccio da sola."

"Dove corre così di fretta questa bella signora?"

"Non sono una signora e non sono affari tuoi, pirata."

"Adesso è il mio turno di dissentire. Non sono un pirata. Capitano Alphonse Maribor, della Vecchia Canaglia, per servirti."

"Tanto piacere." Mi spazzolo i vestiti con le mani per rimuovere la polvere.

"Sai, sembri proprio il tipo di ragazza che ha dei guai. Il genere di guai che si fa prima a risolvere salpando a bordo di una nave veloce, anziché rimanendo in porto."

Getto un'occhiata alle mie spalle. I mercenari di Renard non si vedono ancora, ma questo non significa che io abbia tempo da buttare. "Che c'è, la vostra puttana si è ammalata e avete bisogno di una sostituta?"

"Il nostro cambusiere, in realtà. Gilbert avrebbe dovuto essere qui all'alba, ma non si è ancora fatto vivo. Conoscendolo, se ne starà con la gola tagliata in qualche vicolo lurido."

Gilbert. Se si tratta dello stesso Gilbert che stamattina era a letto con me, la verità è ancora peggiore, ma non c'è bisogno di farlo sapere a tutti.

"Grazie per l'offerta, molto generosa. Ci penserò." Sorrido mentre scanso l'uomo e proseguo nella mia fuga lungo la banchina.

Nessuno. Non mi sta seguendo nessuno.

Le mie pulsazioni rallentano.

Raggiungo l'estremità del porto meno affollata, dove gli ultimi pescatori rientrano con il bottino della notte. Il sole è già alto, questi sono i ritardatari. Tirano giù dalle barchette reti colme di gallinelle, rombi e sogliole argentate e si affrettano verso il mercato.

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