Il mostro che vive in Bevin prende il sopravvento in un attimo.
Non so che cosa sia. Non so quanta parte del giovane re appartenga a questa cosa. Non so niente e la paura che mi mette addosso è primitiva, assoluta.
Bevin emette un ruggito basso. La sua magia sfolgora in scintille incandescenti attorno a lui. Attorno a noi.
Incamero l'aria in boccate faticose. Anche attraverso il dolore accecante della ferita, vedo lo spettacolo del suo potere in azione. Le fiamme divampano fragorose, le mura tremano e crollano. Uomini e donne vengono travolti dalle pietre, divorati dall'incendio.
E noi nel cuore di tutto.
Siamo stelle infuocate cadute al centro dell'arena di Arno Farkas.
Le grida delle vittime sono assordanti. Un minuto fa erano i nostri carnefici, pronti a trascorrere una serata divertente scoprendo come saremmo morti. Ora sono solo carne da macello, offerte sacrificali pretese da un dio furioso.
Connor è stato il primo a cadere, altri lo hanno seguito. Ho perso di vista Farkas tempo fa.
L'odore della morte mi prende alle narici. Sa di cenere e sangue, ed è così familiare che mi viene da vomitare.
Porto una mano alla bocca.
"Basta" supplico, sporgendomi nella polvere verso Bevin. La bruciatura sulla schiena mi fa girare la testa e per poco non perdo i sensi.
Il re è sordo alla mia voce, cieco al disastro. Chiude una mano a pugno e un'altra porzione di mura si disintegra. Una grossa scheggia sibila vicinissimo ai boccoli bruni di Mairead.
"Basta!" ripeto, con più vigore. "Rischi di travolgere anche i tuoi uomini."
Sotto gli ordini di Cormac, lo schieramento di guardie in uniforme indietreggia in cerca di un riparo. Lo sanno, che questa è una punizione che non fa distinzioni. Il fuoco brucia nella sabbia anche per loro.
"State indietro!" ruggisce il principe. "Che nessuno si avvicini, per la Dea!"
L'unico che disobbedisce e muove un passo avanti è Alec.
La sua figura si addentra nel labirinto di fiamme che ci circonda e mi appare sfuocata attraverso l'aria tremante per il calore. Credo che si stia sforzando di controllare Bevin con i suoi poteri.
Il re emette un verso simile al mugghiare del mare.
Una parte di me, più importante di quanto vorrei, riconosce la bellezza di tutto questo. C'è l'ebbrezza e l'assoluto, c'è una libertà infinita nel potere che Bevin scatena privo di ogni vincolo. Nessun controllo, nessun freno. La notte di Ys brucia attorno a noi, brucia per noi.
"Bev! Calmati, ragazzo." Alec si è avvicinato più di quanto possa essere considerato ragionevole. È a pochi metri da noi, il viso sfregiato coperto di sudore.
La terra trema.
"Sei arrabbiato." Il telepate parla con voce forte e calma. "Hai ragione. Quello che stavano facendo qui è orribile. Ma ora va tutto bene. Siamo arrivati noi."
Una porzione di mura dell'arena si accartoccia su se stessa con un gran fragore.
Alec continua: "Scusa se ci abbiamo messo tanto. Se ci ho messo tanto. Hanno cercato di depistarci. Ma poi ho visto la verità tra i pensieri di uno dei caporali che si erano venduti a Farkas. Siamo arrivati prima che abbiamo potuto."
"Alec, maledetto testone, vai via da lì!" si sgola Cormac.
"Ti sento anche se non urli" brontola il telepate. "Continua pure a insultarmi in silenzio."
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Descent
Fantasy[COMPLETA] La caccia è aperta Una schiava in fuga. Un re prigioniero del suo fato. Una città sottomarina, ultimo baluardo scampato all'apocalisse che ha trasformato l'Europa in una landa barbara e desolata. Un nemico senza volto che si fa chiamare i...