31. Promesse da mantenere

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"La Dea ama tutti i suoi figli, senza distinzioni, stregoni o non stregoni. Ma nessuno ascolta più le parole di una vecchia."

Il refettorio del Tempio della Dea è un ambiente vasto e nudo, posto al di sotto del livello d'ingresso. Mi mette una certa soggezione mangiare la minestra sotto gli occhi ciechi della severa statua di marmo che torreggia all'estremità della stanza, ma il mio stomaco è vuoto da troppo tempo perché questo rappresenti un vero problema.

L'anziana sacerdotessa guarda me e Bevin mentre c'ingozziamo. Deve essere un po' miope, perché strizza le palpebre come per metterci meglio a fuoco.

"È quello che dico sempre anche io" bofonchia il ragazzo, con la bocca mezza piena.

"Sei saggio per la tua età, giovane Daron" commenta la vecchia, tutta compiaciuta, con questa sua voce stridula che tanto mi ha inquietata la prima volta che l'ho udita.

L'altro abbassa il viso sulla scodella fumante di brodo e verdure. "No, non credo."

Non sono mai stata così d'accordo con lui.

"Sei troppo modesto" chiosa la sacerdotessa.

"E tu troppo cortese, sorella Eirean."

"Ci pensano già gli altri a essere crudeli. Qualcuno dovrà pur distinguersi dalla massa. La vita a Ys non deve essere facile per una coppia come voi."

Il mio cucchiaio raschia il fondo di ceramica della scodella. "Noi non siamo una..." inizio a puntualizzare, ma mi blocco prima ancora di incrociare lo sguardo di Bev.

La verità non serve a nessuno, adesso.

Un martellio lontano mi cava dall'impiccio di trovare per la mia frase una conclusione diversa da quella che avevo pensato. È un rumore ritmato, passi che rimbombano in uno spazio vuoto, accompagnati dalla loro stessa eco. Proviene da sopra le nostre teste.

Anche sorella Eirean l'ha udito e si alza dalla panca con un fruscio delle ampie vesti rosse. "Restate qui e non fate rumore" gracida.

Con la sua andatura traballante la sacerdotessa risale i gradini di pietra che conducono all'area del Tempio dedicata al culto.

"Chi osa disturbare il riposo della Dea?" apostrofa i nuovi arrivati, proprio come poco fa ha fatto con noi.

"Bentrovata, sorella Eirean" risponde una voce untuosa che, nonostante la distanza, riconosco come appartenente al capitano O'Riley. Il mio corpo reagisce prima della mia razionalità e una scarica di paura mi si irradia gelida nei nervi. Il battito del cuore quasi mi assorda. "Siamo qui per fare pulizia. Hai per caso visto..."

"Qui non può entrare nessuno. Oggi non è giorno di celebrazione. O avete un'offerta da fare alla nostra madre Dea?"

"Non siamo qui per giocare, sorella. Dei testimoni hanno visto entrare due persone durante i... tafferugli di poco fa."

"Allora quei testimoni devono avere una vista peggiore della mia. Controlla pure il cesto delle offerte: è vuoto come sempre. Nessuno pensa mai alla propria anima finché non è troppo tardi."

"Sei una religiosa o un'esattrice?"

"Il gregge della Dea ha bisogno di cibo vero per mangiare. E il cibo vero si compra con soldi veri."

"Soldi veri con cui nutri coloro che sono stati dichiarati fuorilegge dalla corona di Ys?" ringhia il capitano della guardia, con un'improvvisa ferocia ad avvelenarne il tono. "Ci sono giunte voci su quello che succede in questo tempio nel cuore della notte, quando pensi che nessuno se ne accorga. Sappiamo che genere di feccia fai entrare, per ordire chissà quali complotti."

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