50. La corte dei fantasmi

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La sala dei ricevimenti è rischiarata da globi magici sui toni del rosa e del mandarino. È una luce gentile, che addolcisce i lineamenti e fa apparire le superfici più soffici.

Sono immersa nella spuma di un sogno. Uno di quelli di cui mi riempivo la testa da bambina, quando avevo appena scoperto che esisteva una città sotto il mare abitata da stregoni. Fluttuo tra colonne tortili e ori, abbagliata da una bellezza che non ha mai conosciuto violenza. Mi culla la risacca di un mormorio soffuso, che cambia tonalità quando io e Bev facciamo il nostro ingresso.

Un coro di rispettosi "Altezza" piove intorno al re. Lui china la testa in segno di saluto e non mi lascia andare mai.

Uomini e donne mi risconoscono e bisbigliano. Qualunque cosa si stiano sussurrando all'orecchio, posso scorgere l'ammirazione nei loro occhi, a volte sfacciata, altre riluttante. Alzo il mento.

Sono bella e potente. Mi specchio nella meraviglia degli astanti e il mio cuore trabocca di trionfo.

I presenti sono per lo più stregoni, ma riconosco anche qualche mio compagno della superficie, il volto una macchia color terra e sole tra tutte queste statuine d'alabastro.

Bev mi dà un leggero colpo di gomito. "Hai convinto alcuni dei profughi a venire, allora."

"Non è stato facile. A loro non è piaciuta la storia di Charlez."

Il re solleva la mano in un omaggio distratto a un giovane che gli si inchina davanti. Continua a rivolgersi a me: "Era necessario per ricominciare. Se sono qui, vuol dire che l'hanno capito. È un segnale importante per il consiglio."

Annuisco mentre trovo Olivia, enorme e fuori luogo, ma sorridente e già impegnata ad attaccare bottone con uno dei membri del consiglio, quello secco e musone che si occupa della barriera. Gli altri profughi, abbandonati a se stessi, si muovono con meno disinvoltura o se ne stanno riuniti in piccoli gruppi vicino al tavolo del buffet.

"Altezza." Riley ci si accosta, impeccabile in un completo verde smeraldo. "Vedo che la nostra nuova consigliera ha invitato ospiti... particolari."

Cerco di ignorare l'accento di disprezzo con cui ha calcato l'ultima parola. "Siamo tutti felici che la minaccia del Lupo sia stata sgominata" rispondo. "Ci auguriamo che questo giorno sia il primo di un lungo periodo di pace tra i nostri due popoli."

Riley solleva un sopracciglio biondo. "Servirà la guida di un re saggio."

"Ys ha già un re. Un re che ha permesso tutto questo." Allargo il braccio a comprendere la sala in cui profughi e stregoni si aggirano insieme.

"Un re i cui poteri pericolosi potrebbero mietere nuove vittime in qualsiasi momento." Il consigliere tossicchia per coprire il mio tentativo di ribattere. Si congeda con un movimento secco della testa e si allontana per raggiungere suo figlio Duncan.

"Non sprecare fiato con quello" mi ammonisce Bev. "Sarà sempre mio nemico."

Un lampo nero e rosso.

Volto la testa di scatto. Sento che il re continua a parlare, ma non distinguo le parole. Febbrili, i miei occhi frugano tra la folla in cerca della figura che mi era parso di intravedere. Non riesco più a individuarla, ma il mio battito ormai martella selvaggio. Riconoscerei quelle forme e quei colori ovunque.

Yanna?

Sorrido a Bev e lascio il suo braccio. "Devo fare una cosa. Solo un momento."

Il re sbatte le palpebre, perplesso. Stava ancora parlando e io l'ho interrotto? Non so, non m'importa. Gli do le spalle e attraverso la sala in direzione di Olivia, scivolando rapida sul marmo lucidato del pavimento.

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