Extra - Yule

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1 mese prima

Questa mattina è arrivata con la prima neve. La notte è scappata dietro le montagne mentre il cielo si tingeva di bianco e piangeva cristalli delicati; un manto soffice si è steso sulla mia casa e su tutto il pendio.

La ragazza è corsa fuori, sorpresa e felice come una bambina. È la prima volta che abbassa la guardia in questo modo. Una serie di impronte poco profonde segna il suo percorso verso gli abeti vicini, curvi sotto il peso del manto candido.

Chani gioca con la neve. Guarda meravigliata i fiocchi che si sciolgono sul suo palmo e ride, ride felice.

È un suono che non avevo mai udito. Non dalle sue labbra, non così puro. L'idea mi causa del dolore fisico, da qualche parte in mezzo al costato.

Me ne sto sulla porta di legno del rifugio e la lascio allontanarsi, un punto nero nel bianco assoluto del paesaggio.

Qualcosa di umido sfiora il mio palmo abbandonato lungo il fianco. Chino la testa e gratto il pelo tra le orecchie della volpe rossa. È una giovane femmina, probabilmente il suo compagno si nasconde qui vicino. Avverto la sua curiosità e la fame che l'ha spinta ad avvicinarsi in cerca di cibo.

"Renard!" mi chiama Chani.

Un fruscio rapido e la volpe svanisce in mezzo agli abeti.

Incrocio le braccia sul petto. "Dimmi."

La ragazza torna sui suoi passi, seria. Deve essersi pentita di aver lasciato cadere la maschera della durezza di fronte al richiamo della neve e ora cerca di rimediare. Come se quella risata fosse una fragilità di cui rischia di pagare il prezzo. "È tardi. Niente allenamento, oggi?"

"Sei già brava, Chani, e manca poco alla partenza. Non dovresti preoccuparti."

"Ys è un luogo pericoloso. Non fai altro che ripetermelo. Una città abitata solo da stregoni... gente in grado di comunicare con gli spiriti dei morti, di leggere la mente." Rabbrividisce. "Più mi alleno, meglio è."

"Sei più saggia di me. Ma oggi no, niente allenamento."

Si ferma a qualche metro di distanza. Una ruga preoccupata le increspa la fronte.

"Questo è un giorno importante" le spiego. "Un giorno di festa."

"Ah, sì?" prova a domandare, cauta. Ogni cambiamento le ispira diffidenza e non ha dimenticato che io sono l'uomo che l'ha acquistata. Non lo dimenticherà mai, non importa quanto mi sforzi di trattarla come una mia pari. Se non mi ha ancora tagliato la gola con quei coltelli che sa maneggiare così bene è perché una volta morto soffocato dal mio stesso sangue non potrei più rivelarle il segreto del destino di Lionel.

Chani. Solo una bambina che ride per la neve, un amalgama mortale di bellezza, rabbia e speranza feroce.

La tenerezza che provo nei suoi confronti minaccia di esplodermi nel cuore. Fatico a tenerla a bada. Sento ciò che la far star male; vorrei cullarla fino a farla addormentare, finalmente in pace. Ma è troppo presto.

"Oggi è Yule, una delle celebrazioni più sentite dal popolo magico. Ed è il mio compleanno" le annuncio con un sorriso che mi tira la pelle.

"Oh, auguri. Scommetto che sono quaranta."

"Eh?"

"Quaranta. Quarant'anni." Il suo viso è serissimo.

È più forte di me: scoppio a ridere. "Temo che siano un bel po' di più, ma ti ringrazio per avermi ringiovanito. Fa sempre piacere."

"Beh, li porti bene. Che cosa facciamo, se non ci alleniamo?"

"Quello che fanno tutti a Yule: mangiamo!"

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