"E facciamo che io ero la principessa e tu il principe..."
"Perché devo fare sempre io il principe? Non è giusto!"
Le due bambine iniziano a bisticciare nel bel mezzo del gigantesco androne. La più grande pronuncia un incantesimo che disfa le trecce della sorellina più piccola. L'altra reagisce con un più diretto spintone.
Mi avvicino con un sorriso. Le riconosco: sono le figlie di una delle cuoche, forse tra i membri più chiassosi dell'esercito del personale del palazzo.
Sono tanto prese dalla foga del proprio litigio che sobbalzano per la sorpresa quando mi scoprono a un passo da loro. La prima a riprendersi è la più piccola, che solleva il mento aguzzo e mi sfida con i pugni sui fianchi. La sorella maggiore si nasconde alle sue spalle, la fronte bassa.
"Ciao" le saluto, e mi chino per portarmi alla loro altezza.
"Ciao" rispondono in un timido coro.
"Sapete dirmi dove si trova il ninfeo?"
"Tutti sanno dov'è il ninfeo" sostiene la bambina più piccola, molto seria.
La grande si sporge per sussurrarle all'orecchio: "Lei è quella nuova, non le sa, le cose."
"Ah." La bambina che mi ha parlato porta un dito alle labbra e sembra valutare con molta serietà la situazione. "Allora va bene. Devi andare fino in fondo da questa parte, poi esci e ti trovi nel cortile fatto come una grotta. Capito, no? Senti, ma è vero che tu non sai fare le magie?"
Le accarezzo la testa, morbida di capelli folti e biondi. Mi esce un gesto goffo. Non sono abituata a trattare con i bambini. "È vero. Grazie, sei stata molto gentile."
Mi incammino nella direzione che mi ha indicato, ma subito le due sorelline si affrettano a sgambettarmi dietro. Mi parlano in contemporanea, con le vocette acute che lottano per sovrastarsi a vicenda.
"Come fate a fare le cose senza magia?"
"È più bella Ys o il posto da cui arrivi tu?"
"Che cos'è un lupo? Ne parlano sempre tutti, ma io non ho capito."
"Sai che una volta il re mi ha dato una delle sue caramelle preferite?"
Travolta da questo fiume di domande sconclusionate, mi fermo e spalanco le braccia. "Bambine, vi va se chiacchieriamo più tardi? Adesso ho un impegno col capitano O'Darragh."
Come previsto, nominare l'ufficiale dal volto sfregiato ottiene il suo effetto. Le sorelline si ritraggono intimidite, biascicando qualcosa.
Proseguo sola la mia marcia, mentre le sento ricominciare a giocare e a litigare dietro di me. L'androne termina con un'arcata e io vi passo sotto.
Il cortile in cui arrivo è più esteso degli altri e confina con il muro di cinta. Anziché da alberi e fiori, è decorato da grotte e fontane zampillanti spruzzi d'acqua cristallina. Un rigagnolo trasparente disegna il proprio percorso tra i ciottoli levigati della pavimentazione a mosaico. È attorniato da un portico elaborato, con nicchie in cui sono in posa statue di marmo bianco.
Il ninfeo del palazzo reale di Ys.
Quando avevo quindici anni per la prima volta Lionel mi aveva decantato l'esistenza di architetture tanto elaborate e, francamente, pensavo che si fosse inventato metà delle cose che diceva. Insomma, che il mondo non fosse stato sempre ridotto nelle condizioni presenti lo sapevamo tutti, ma c'è un limite. Perciò alla tenuta ridevamo quando lui sosteneva di essere cresciuto in una colonia che un tempo era stata capitale, dove prima delle bombe si affastellavano archi di trionfo e palazzi, giardini e cattedrali, torri, ponti e catacombe.
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Descent
Fantasy[COMPLETA] La caccia è aperta Una schiava in fuga. Un re prigioniero del suo fato. Una città sottomarina, ultimo baluardo scampato all'apocalisse che ha trasformato l'Europa in una landa barbara e desolata. Un nemico senza volto che si fa chiamare i...