"Chani."
Da quando lo conosco, Bevin ha pronunciato il mio nome in tanti modi. Sulle sue labbra, queste due sillabe sono suonate come una maledizione, una supplica, una domanda. Poco fa, durante l'amore, le ha ripetute come una preghiera.
Adesso, però, c'è una nota diversa.
Ruoto la testa.
Nell'oscurità, Bev mi fissa allucinato, seduto sul bordo del letto. Ombre più scure disegnano i contorni del suo corpo coperto dalla vestaglia, delle gambe lunghe e delle linee definite dell'addome.
Gli sorrido e mi avvicino. Allungo una mano per accarezzarlo. "Scusa. Non riuscivo a dormire."
"Chani" ripete, come se stesse dando un nome al veleno che lo sta uccidendo. Trema di rabbia e di accusa. "Sei tu. Sei sempre stata tu."
Mi avvinghia il polso.
Annaspo.
Ha visto. Ha visto ogni cosa, ogni mio più piccolo, sudicio segreto.
E, adesso, i suoi splendidi occhi che hanno lo stesso colore della radura e di quel giorno di caccia si offuscano. Ci trovo dentro dolore, delusione. E una scintilla di odio bruciante pronta a divampare.
"Il potere maledetto di Alec" mormoro. "Hai letto i miei pensieri."
Lui mi trattiene con una forza inesorabile. Non si muove, non dice più niente. Come se sapesse che, da adesso in poi, ciò che dovrà dire o fare sarà terribile, e volesse concedersi ancora un po' di tempo.
Qualcosa mi fa male in mezzo al petto. Una fitta così intensa da farmi spuntare le lacrime. Sono malata?
"Avevi promesso che non avresti mai guardato nella mia testa" protesto con voce rotta.
"E io ti ho detto che non lo faccio apposta. Sono le tue emozioni a essere troppo vivide."
Le sue dita affondano tra i miei tendini. Mi strappano un lamento. Cerco di liberarmi, strattono il braccio, ma Bev non molla la presa, tira e mi fa perdere l'equilibrio. Mi accascio ai piedi del letto mentre lui ne scende.
Si china a sovrastarmi. Libera il polso solo per portare la destra al mio collo. Riesce quasi a circondarlo tutto.
Con le mani cerco di allentare la sua stretta. Inutile. Ottengo solo di farla rinsaldare ancora di più. Il respiro mi scende nei polmoni a fatica. "Non avresti dovuto" gemo. "Non avresti dovuto sapere."
Un ruggito cresce in fondo alla sua gola. "Tu sei il Lupo. Una bugiarda. Un'assassina."
Il suo pollice preme sulla mia trachea. Sgrano gli occhi, boccheggio. Gli basterebbe un istante per uccidermi.
Deglutisco, mentre l'istinto mi porta a cercare l'arma che tenevo nascosta nel vestito. Trovo l'impugnatura del coltello, la forma rassicurante del manico di metallo. "Io... sono diventata una persona migliore. Grazie a te. Abbiamo combattuto insieme. Abbiamo sconfitto Farkas e la sua organizzazione criminale, abbiamo reso Ys un posto in cui profughi e stregoni possono convivere in pace."
Un posto dove due come noi possono stare insieme.
Ma forse è stato solo un sogno. L'illusione di un folle o di un ubriaco. Questo siamo stati, Bev, per tutti i giorni trascorsi uno al fianco dell'altra: ebbri di sogni, accecati dall'oceano di possibilità che è Ys.
Adesso ci dobbiamo svegliare.
Il re lancia un grido. È un gemito straziante, da animale ferito. Il pollice inizia a schiacciare sulla mia gola. Tiro indietro la testa, in cerca di ossigeno. Lui mi scrolla, feroce.
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Descent
Fantasy[COMPLETA] La caccia è aperta Una schiava in fuga. Un re prigioniero del suo fato. Una città sottomarina, ultimo baluardo scampato all'apocalisse che ha trasformato l'Europa in una landa barbara e desolata. Un nemico senza volto che si fa chiamare i...