"Non avete pagato l'ultimo tributo mensile al Re degli Accattoni. La scadenza era ieri." Le parole del ragazzo con la barba nera arrivano come una sferzata.
Yanna si nasconde dietro la schiena di Charlez, il tamburello stretto al petto. "Abbiamo bisogno di qualche giorno ancora" risponde il vigliacco di Mont Maudit. La sua ostentata sicurezza è fasulla come una patacca di vetro colorato che una schiava cerchi di far passare per gioiello per assomigliare alla padrona.
"Non avete qualche giorno."
Charlez si arriccia un baffo e solleva il labbro superiore con fare sprezzante. "Che c'è, Arno non si scomoda neanche a venire a riscuotere di persona?"
L'altro avanza con aria di sfida fin quasi a sfiorarlo con il petto. "Non più. Adesso ci siamo noi a occuparci del recupero crediti per suo conto. Problemi?"
Ne ho abbastanza di questo scambio. Prima che Charlez possa peggiorare la propria posizione con qualche nuova uscita, pianto i pugni sui fianchi e faccio un passo avanti. "Che cos'è questa storia?" domando, senza rivolgermi a nessuno in particolare.
Yanna mi getta uno sguardo supplichevole che ignoro.
Lo sgherro con la barba si volta piano verso di me. È solo un ragazzino, capisco adesso che lo osservo meglio; non può avere più di diciassette anni, ma è vestito in modo da sfoggiare in tutta evidenza i muscoli in tensione e un rigonfiamento sotto la giacca aderente che potrebbe essere dovuto a un coltello. "E tu chi sei?"
Uno dei suoi compagni alza la voce. "Ehi, Damien, questa qui me la ricordo. Era su al campo profughi insieme a noi."
Gli occhi di Damien, o come si chiama, sono attraversati da un lampo. Con due dita rapide e forti mi afferra il mento e mi obbliga a sollevarlo. "Un'altra nuova arrivata, eh? Perché non sei a lavorare nelle piantagioni delle serre insieme a tutti gli altri bravi profughi regolari?"
"Perché non ci sei tu?" gli soffio in faccia.
"Perché io sono sotto la protezione del Re degli Accattoni. E forse dovresti chiederla anche tu. Con questo bel faccino ho già in mente un paio di cose che potresti fare per pagarti la tassa di protezione. Scommetto che sei anche capace. Cos'eri, una schiava di piacere?"
Socchiudo le palpebre e decido di non raccogliere la provocazione. "A Ys governa solo un re."
Ed è un ragazzo poco più grande di te, con il cuore straziato dai sogni di cieli e di stelle che gli crescono dentro e mettono radici, lì dove il terreno è fertile.
La sua risata mi sfiora la pelle, portando con sé odore di tabacco e alcool da poco. "Non per quelli come noi. E nemmeno per i tuoi amici."
Lo sgherro che prima ha parlato alza di nuovo la voce. "Dai, portiamola dal Re degli Accattoni. È più bella delle ragazze di Arno."
Damien mi torce il viso da una parte e dall'altra per studiarmi. "Un paio di notti di lavoro e una come te potrebbe ripagare il debito per sé e per i suoi amici. E noi avremmo da divertirci" aggiunge con una risata. "Allora, che ne dici, fiorellino?"
Forse è il tono in cui lo dice, o il fastidio insopprimibile del suo tocco su di me. Non riesco più a tollerarlo e agisco.
Gli torco il polso con un movimento improvviso. Lui mi lascia andare e ne approfitto per spingerlo all'indietro mentre porto una gamba a incrociare le sue. Damien crolla sul selciato sbrecciato senza avere nemmeno avuto il tempo di muovere uno dei suoi muscoli tanto allenati. Lo sovrasto e poso un piede sulla sua gola, senza premere.
Sollevo una mano e in direzione dei suoi scagnozzi. "Fermi dove siete o schiaccio. Il vostro amico potrebbe avere problemi a respirare, dopo."
Damien rantola: "Non muovetevi."
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Descent
Fantasy[COMPLETA] La caccia è aperta Una schiava in fuga. Un re prigioniero del suo fato. Una città sottomarina, ultimo baluardo scampato all'apocalisse che ha trasformato l'Europa in una landa barbara e desolata. Un nemico senza volto che si fa chiamare i...