11. SERE NERE

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"È la prima volta che vedi una partita dal vivo vero?" annuisco fissando di sfuggita il fratello di Stephan...si assomigliano per la forma del viso e per il taglio degli occhi ma mentre Stephan è tutto sua madre, Manuel ha preso di più dal loro padre...per ora mi sono presentata a tutti loro tre ma quello con cui sono riuscita anche a scambiare qualche parola è il fratello "Si, per ora avevo visto solo qualche cosa in televisione" in realtà fino a qualche giorno prima la mia conoscenza calcistica si limitava a qualche servizio alla fine del telegiornale e al fatto che sapessi che nel 2006 la nazionale italiana avesse vinto i Mondiali...sapevo che a Roma esistevano due squadre...ma se una settimana prima mi avessero detto di spiegare qualche regola di quel gioco non avrei saputo farlo. Non che ora fossi un'esperta ma almeno il giorno prima avevo letto qualche cosa su Internet....due squadre, undici giocatori ciascuna, un portiere per parte, possibilità di fare tre sostituzioni...in realtà la cosa più importante era sapere che Stephan fosse attaccante esterno e che portasse sulle spalle il numero 92 che poi era l'anno di nascita di entrambi "Sei la prima ragazza che invita ufficialmente allo stadio dopo un sacco di tempo sai? Devi essere proprio speciale" arrossisco abbassando lo sguardo e scuotendo la testa "Non sono nulla di speciale fidati..."
"Invece credo proprio che tu abbia fatto breccia nel cuore di mio fratello...dopo la sua ex storica ha avuto solo storielle passeggere, cose che non gli hanno lasciato nulla ma tu sembra che abbia scalfito la sua impenetrabile corazza....e capisco benissimo come mai tu l'abbia colpito..."
"Troppi complimenti...e poi io e lui ufficialmente non stiamo ancora assieme...diciamo che ci stiamo frequentando ma non c'è nulla di definito"
"C'è che ti ha presentato in famiglia e ti assicuro che non accadeva da anni che dicesse a mia madre che gli piace veramente una ragazza e che vorrebbe la sua approvazione" merda, se sua madre sapesse che ho un matrimonio già bello pronto mi butterebbe giù dagli spalti "Sono molto legati vero?" lui annuisce ed io sorrido rigirando il viso verso il rettangolo verde...la squadra è in campo per il riscaldamento ma io alla fine riesco a fissare solo Stephan. Ci sono un sacco di persone sul terreno di gioco fra giocatori della due squadre, preparatori atletici, persone dello staff ma io riesco a fissare solo lui "Ha un modo tutto suo di correre tuo fratello" Manuel scoppia a ridere "Lo so...e poi prova a contare le volte in cui si mette a posto i capelli...saranno centinaia nel corso della partita..." è vero, spesso Stephan si passa le dita fra i capelli e si sistema il ciuffo che ogni tanto gli spiove in fronte...è comico ma fa anche una tenerezza allucinante...sembra più piccolo, infagottato nella felpa della squadra...e come ho detto a Manuel ha un modo tutto particolare di correre e di portare avanti il pallone...ovviamente la cosa migliore di tutto il quadro generale è il sorriso "Vieni a cena con noi dopo?"
"Credo di si..se a voi non scoccia ovviamente..."
"Assolutamente no...ma mi pare che lui volesse prendere le pizze da portare a casa...ha detto che non ha voglia di stare in un ristorante..." quindi una cena a casa sua con tutta la sua famiglia...perfetto "E verrai alla festa venerdì vero? Ti faccio sapere dove ma devi promettere che manterrai il segreto"
"Devo vedere i miei impegni di lavoro...ma cercherò di esserci..." Manuel sorride prima di alzarsi e andare verso un gruppo di ragazzi...tutti sembrano conoscersi, tutti sembrano sapere chi è esattamente chi...tutti tranne me ovviamente dato che non appartengo minimamente a quel mondo e non so soprattutto se ci apparterrò mai...mi alzo e cammino verso il buffet allestito in un angolo...solo quando mi trovo davanti tutto quel cibo mi accorgo di non riuscire a mandare giù più di un quadrotto minuscolo di pizza..ho lo stomaco completamente chiuso e so che se provassi a mangiare qualcosina in più vomiterei immediatamente. Ecco quello che intendevo quando ho detto a Stephan che stare con lui è totalizzante. Mai ho provato quella sensazione di assoluto panico e aspettativa, neppure quando ho iniziato a lavorare...sembra che debba scendere io in campo...proprio in quel momento il cellulare mi vibra in tasca "Pronto.." mi sposto verso un angolo più riparato e dove Giulio non possa sentire i cori e le urla dello stadio...gli ho detto che sto lavorando e non capirrebbe ovviamente perché io debba lavorare sugli spalti dell'Olimpico "Ciao Martina...senti so che stai lavorando quindi ti rubo solo un secondo...venerdì sera abbiano una cena importantissima quindi non prendere impegni...usciremo con il mio testimone di nozze e la moglie più altri miei amici che verranno al matrimonio e che tu non conosci ancora.. so che non ami molto queste cose ma purtroppo mi hanno incastrato con questa cena e non possiamo proprio mancare"
"Certo..va bene" merda, proprio venerdì....e oltretutto una cena con tutti i suoi amici che non ho mai visto...già pregustavo il compleanno di Stephan, dove avrei potuto vestirmi come cazzo volevo e dove non sarei dovuta per forza di cose stare accanto a persone con la puzza sotto al naso che mi stanno sul cazzo "Vestiti elegante che andiamo al ristorante del loro albergo..." perfetto, mi sarei anche dovuta mettere in tiro..se Giulio mi avesse potuta vedere in quel momento mi avrebbe fatta internare probabilmente...pantaloni della tuta, la sua maglietta sotto ed una sua felpa, di quelle abbastanza piccole, che lui ormai metteva solo in casa, da non farmi sembrare una completa cogliona. Aveva tanto insistito che alla fine avevo acconsentito ad uscire di casa così...ovviamente ero struccata e avevo i capelli sciolti...pensavo di sentirmi a disagio vestita così ed invece stavo bene in quellla versione. Ascolto Giulio fino a quando chiudo la telefonata e sbuffo "Problemi?" mi volto di scatto e mi trovo davanti Manuel "Lavoro..ma nulla di particolare.. e soprattutto ora non ci voglio pensare sinceramente" tento di superarlo ma lui mi blocca delicatamente per un gomito "Non farlo soffrire per favore" non so cosa rispondere soprattutto perché se solo aprissi bocca e cercassi di spiegargli anche solo a grandi linee la situazione dovrei parlare di un fidanzato che mi aspetta e che è strasicuro di sposarmi fra meno di due mesi "Ci sto provando"
"Si vede che ci tieni ma se non sei totalmente sicura di cosa provi o se qualsiasi cosa ti impedisce di stare realmente con lui diglielo...sii sincera Martina perché ti assicuro che ha già avuto la sua bella dose di fregature e non ha assolutamente bisogno di un'altra ragazza che gli faccia credere di essere innamorata di lui quando non è così...piuttosto staccati adesso, anche se fa male perché più andrà avanti e più farà male quindi meglio adesso che dopo" mi lascia il gomito e si allontana camminando all'indietro. Torna accanto ai suoi genitori mentre io rimango accanto a buffet...il.ragionamento di Manuel non fa una piega ovviamente ma non tiene conto di tantissimi fattori diversi. Prima di tutto il fatto che io e Stephan siamo già molto legati e quindi soffriremmo comunque...è anche vero che se me ne andassi in quel momento eviterei di fargli ulteriormente del male...il vero problema sta nel fatto che non so ancora cosa fare con lui e Giulio...so con assoluta certezza di non amare Giulio come sono assolutamente sicura di amare Stephan ma ho ancora forti dubbi riguardo a noi due. Come ha detto lui qualche giorno prima stiamo bene assieme e abbiamo già provato a stare separati con scarsissimi risultati ma da qui a dire che sono assolutamente certa di stare con lui ce ne passa. Ho paura di non essere capace di farlo felice e di non riuscire soprattutto a dargli quello di cui lui ha bisogno...Stephan è un ragazzo che nonostante il sorriso sempre pronto e la propensione a volersi e forse doversi fidare degli altri ha un passato che lo ha portato ad aprirsi sempre meno nei confronti delle altre persone. Il fatto che di me si sia subito fidato mi fa capire che se dovessi deluderlo, ed in parte l'ho già fatto, questo lo segnerebbe per sempre.. allora meglio provare a staccarsi adesso oppure andare avanti con la paura di deluderlo sul serio? Faccio un passo in avanti, giusto in tempo per vedere le squadre che tornano negli spogliatoi...Stephan ovviamente è riconoscibilissimo per il suo modo di correre...mi fa sorridere il fatto che sia sempre uno degli ultimi in tutto ciò che fa..io al contrario sono sempre una delle prime in ogni cosa...fra di noi ci sono un sacco di differenze ma non ho ancora capito se questo sia un bene o un male. Una delle cose che mi blocca è proprio il dubbio se a lungo andare queste differenze sarebbero un valore aggiunto o a differenza un punto di scontro che inevitabilmente ci porterebbe a discutere su ogni cosa...non vorrei mai che fra noi tutto si rovinasse per le nostre differenze croniche e radicate...il mio ordine ed il suo disordine, il mio essere puntuale ed il suo perenne ritardo, la mia mania di controllo e invece il suo prendere la vita come viene, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze, la sua istintività e il mio ragionamento...ci completiamo ma forse siamo veramente troppo diversi per riuscire ad andare realmente d'accordo...vedo che Stephan alza lo sguardo e cerca il mio...alzo leggermente il mento e gli sorrido. Quando lui fa altrettanto mi scoppia il cuore dalla felicità...quel sorrido è solo mio e alcune persone accanto a me si voltano nella mia direzione per capire a chi sia rivolto quello sguardo tutto particolare....anche tutte quelle attenzioni che il mondo esterno potrebbe, anzi sicuramente, riserverebbe alla nostra storia è un altro aspetto che non riesco totalmente a mandare giù...non sono abituata ad essere al centro della scena, se non quando un cliente mi fa i complimenti per un progetto riuscito bene...invece con lui sarei sempre ed inevitabilmente al centro dell'attenzione...rimango con i piedi inchiodati a terra fino a quando le squadre tornano in campo...per me è stranissimo trovarmi lì..non sono abituata a quei luoghi pieni di gente ed ovviamente non sono per nulla abituata ad essere in uno stadio strapieno. Quando lui entra in campo il cuore mi schizza in gola...sarebbe sempre così? Sarei sempre e costantemente in ansia per lui? Sarei così presa da quello che vive lui sulla sua pelle che in parte vivrei sulla mia tutte le sue emozioni? Ho sempre vissuto per me e basta....dopo la morte di mia madre non ho mai dato a nessuno il potere di rendermi così schiava dei sentimenti e delle emozioni..l'ultima volta in cui mi sono seriamente sentita sopraffatta è stata al funerale di mia mamma...poi ho messo il mio cuore in una specie di congelatore.. peccato che lui l'abbia scongelato...e che ora questo cuore sembri battere al quadruplo del ritmo normale. Sento l'inno della Champions League poi le squadre si mettono in posa per la foto "Scusi signorina sarebbe meglio se andasse a sedersi...vedrebbe molto meglio la partita"
"Non rimango...ora vado via" lo steward sorride non capendo e fa un passo indietro...ho i piedi inchiodati a terra...rimanere o andare via? Alla fine passo un passo indietro e inbocco la rampa che mi riporterà in garage, dove ho lasciato la mia Porsche. Mentre i ritardatari corrono nella direzione opposta cercando di andare ad occupare il loro posto il più velocemente possibile io mi appiattisco contro la parete e cammino verso la mia auto a testa bassa. So che lui si arrabbierà e che probabilmente quello che sto facendo ci porterà a litigare ma forse il mio scopo è proprio questo...fargli capire che non siamo adatti per stare assieme...fargli capire che le nostre differenze invece che un punto di forza sono un ostacolo insormontabile che ci porterà ad odiarci con il tempo e a perdere quello che di bello ci ha unito all'inizio "Martina" la voce di Manuel mi blocca quando sono ormai in vista della mia macchina "Si incazzerà a morte" alzo le spalle "Digli che mi dispiace ma che è molto meglio così...non voglio essere l'ennesima ragazza che lo illude.. si merita qualcuno che sappia veramente apprezzare lui e quello che può dare ad una persona..." suo fratello apre la bocca ma io lo zittisco salendo in auto e accendendo il motore che romba prepotentemente soffocando tutti i restanti suoni. Quando chiudo la portiera chiudo fuori il resto del mondo.. so che Stephan si incazzerà e anche parecchio ma non posso tirare oltre quella corda che ci lega...decido di spezzarla io, e di conseguenza di spezzare il mio cuore ed il suo purtroppo...e quando imbocco la rampa che mi porta fuori dallo stadio Olimpico lascio lì dentro un piccolo pezzettino di me, anzi un pezzo bello grosso...quella parte resterà a lui, perché alla fine è sua..come lo rimarrò sempre un pochino anche io...

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