MARTEDÌ 27 NOVEMBRE 2018
"Martina...calmati per favore che altrimenti fai aumentare anche la nostra ansia..." annuisco ma nonostante le raccomandazioni di Veronica l'ansia che mi attanaglia non accenna a diminuire. Sarà che la partita è fondamentale, sarà che è comunque una partita di Champions League, sarà che Stephan è uno dei più in forma della squadra, mezza acciaccata e che arriva dalla sconfitta di Udine del sabato pomeriggio precedente..sarà che ormai vivo così in simbiosi con Stephan che tutto quello che vive lui me lo vivo anche io di riflesso sulla mia pelle. Sarà che Lorenzo sta con Veronica in tribuna causa infortunio e ho questa sensazione viscerale alla bocca dello stomaco, come se a breve dovesse succedere qualcosa di brutto...quella partita con il Real Madrid è fondamentale, anche se la Roma è già qualificata agli ottavi di Champions League...è fondamentale perché la squadra sembra bipolare come il mio umore...come io alterni momenti di gioia assoluta ad altri dove mi viene solamente da piangere e soprattutto non so perché, anche la squadra alterna prestazioni buonissime ad altre dove sembra scomparire completamente dal campo da gioco. Stephan ultimamente sembra uno dei pochi che gioca abbastanza bene sempre, cercando di fare tutto il possibile per non far affondare quella barca che traballa pericolosamente. Nei dieci giorni circa passati dal nostro matrimonio a Savona la nostra vita si è assestata su binari abbastanza tranquilli, abbastanza perché le fonti di stress sia per me che per lui sono parecchie ma mentre prima ce le portavamo in due case vuote a fine giornata, ora ce le portiamo a casa nostra e non sempre riusciamo a portare avanti il proposito di stare calmi...io lavoro al progetto del casale, e dato che sono una rompicoglioni nata sono riuscita a far si che i permessi per i lavori siano già stati depositati e firmati in comune. Ho assoldato la squadra di muratori più qualificata che sono riuscita a mettere assieme e già la settimana successiva il team avrebbe iniziato a buttare giù i primi muri e a lavorare sul progetto che io e Stephan avevamo messo faticosamente nero su bianco. Non volevo aspettare troppo anche se sicuramente quella non era la stagione ideale per iniziare i lavori. Avremmo potuto rimandare alla primavera ma poi avevo pensato che in quel modo avrei potuto seguire da vicino i lavori, mentre più avanti la gravidanza magari mi avrebbe impedito di farlo. A volte pensavo che il mio proposito di aspettare ad avere un bambino aveva un serio fondamento e avremmo dovuto veramente darci dei tempi diversi..altre volte pensavo che il destino ovviamente se ne fregava dei calcoli e quindi dovevamo prenderci questa gravidanza come quello che era...un qualcosa che non avevamo potutto controllare ma qualcosa che soprattutto aveva radici nel profondo amore che ci legava. Quella sera come ormai capita spesso sono allo stadio, anche perché prima della partita c'è la cerimonia che fa entrare di diritto Francesco Totti nella Hall of fame dei giocatori giallorossi..sarà che gli ormoni della gravidanza sono già in circolo ma attacco a piangere e non la smetto più tanto che Veronica e Lorenzo mi fissano preoccupati. Non sanno della gravidanza, anche se la signora Pellegrini mi ha lanciato la battuta che sembro sempre più bella e ho anche messo su un chilo o due...in realtà ho messo su solo 8 etti ma solo perché sto mangiando in modo più regolare, cercando di non saltare i pasti, a meno che non abbia proprio lo stomaco chiuso, come quella sera. Stephan dovrà farsene una ragione...mangerò più tardi..quando lui corre per rientrare negli spogliatoi come al solito mi guarda...quella serata è importantissima per lui, che sta cercando di scrollarsi di dosso la nomea di calciatore discontinuo che alterna prestazioni buonissime ad altre dove sembra un fantasma in mezzo al campo. Il Real Madrid ovviamente è la squadra peggiore da incontrare dopo la trasferta di Udine andata malissimo e la prossima partita contro l'Inter "Andrà bene Martina" sorrido a Lorenzo ma anche lui non sembra convintissimo delle sue stesse parole...so quanto sta soffrendo in tribuna e quanto per un calciatore sia frustrante non poter dare il proprio contributo in campo. Nei primi minuti sembra che le parole di Lorenzo si stiano avverando...la squadra gioca abbastanza bene, anche se le numerose assenze come quella di Dzeko si sentono eccome. L'attaccante è seduto poco lontano da me, in tribuna e soffre quanto il centrocampista che si agita seduto fra me e Veronica..e meno male che ero io quella agiatata. Stephan gioca bene e strappa applausi ai tifosi sia durante i ripiegamenti difensivi sia durante le azioni d'attacco..al diciottesimo durante una delle sue classiche azioni Stephan scivola in area ed io sento la morsa al centro esatto del petto aumentare di intensità...quando rimane a terra e lo staff medico deve intervenire mi metto le mani davanti alla faccia. Da una parte voglio vedere, anzi vorrei direttamente scendere in campo e chiedergli come si sente ma dall'altra non voglio guardare. Ovviamente la mia parte razionale ripete che lui si rialzerà e che fra poco tornardo verso la panchina per poi rimettere piede in campo mi guarderà e mi dirà con le labbra che va tutto bene.. la mia parte irrazionale invece, la stessa che la sera prima si è andata a vedere un video con tutti i suoi infortuni, sa che non va tutto bene...conosco Stephan da pochissimo ma quelle braccia che vanno a coprire il suo viso non sono un buon segno. Lui però si rialza e sembra poter proseguire...zoppica leggermente ma sembra che possa tornare in campo. Mi rassicura con uno sguardo ma vedo anche da lontano quanto sia sofferente "Lo sapevo...non è meglio che vada fuori? Insomma zoppica Lorenzo"
"Se sentirà dolore chiederà il cambio Martina...tutti noi abbiamo una soglia del dolore alta a parte qualche caso, ed è normale voler tornare in campo...poi se si accorgerà di non poter proseguire sarà lui a chiedere di uscire...prova poi al massimo va fuori" annuisco e mi tranquillizzo giusto un minuto o due quando lo vedo correre in modo abbastanza fluido, tornando anche in difesa. Passa un altro minuto però e Stephan cade di nuovo a terra, dopo un fallo di un giocatore del Real. Non so neppure chi sia perché faccio già fatica a distinguere tutti i compagni di Stephan, figuriamoci ricordarmi anche chi gioca in un'altra squadra. So solo che lo vorrei strozzare ma poco dopo l'incazzatura passa in secondo piano quando Stephan alza una mano e chiede il cambio. Si tiene la coscia e la smorfia che si lascia scappare, anche se vuole tenerla il più nascosta possibile, si vede o almeno io la vedo "Posso scendere Lore? Dove va adesso?" sento il cuore battermi direttamente in gola e stringo le mani a pugno, rilasciandole poco dopo...sono in iperventilazione e nelle orecchie ho un fischio assurdo "Puoi scendere a fine primo tempo...credo che ora stia in panchina..."
"Non posso scendere adesso?"
"No Martina, tanto credo che lui rimanga in panchina quindi non avrebbe senso scendere adesso...facciamo così, poi ti accompagno giù io ok?" annuisco anche se vorrei solo urlargli che voglio scendere adesso, per capire l'entità dell'infortunio di Stephan. Lui zoppica vistosamente ma quando alza lo sguardo tenta di mostrarsi forte facendomi un mezzo sorriso. La smorfia però è abbastanza eloquente "Pensi che si sia fatto molto male Lore?"
"Non lo so...aspettiamo di sentirlo da lui e poi aspettiamo i controlli che faranno nei prossimi giorni...potrebbe essere una cosa da nulla, data solo dalla botta oppure qualcosa di più grave...non pensare subito al peggio" ovviamente io però penso subito al peggio...mi alzo scusandomi con tutti e mi metto in un angolo della tribuna, in un punto dove riesco a vedere la panchina, seppur di sbieco e soprattutto dove possa intercettare un suo sguardo durante la sua discesa negli spogliatoi a fine primo tempo. I minuti sembrano non passare mai, non mi accorgo neppure della grandissima occasione che ha la Roma per portarsi in vantaggio...riesco solo a pensare a lui, a quella cazzo di panchina, a quell'infortunio, arrivato nel momento peggiore, perché arrivato nel suo periodo migliore...fosse per me prenderei il suo dolore e me lo metterei io addosso...soffrirei molto volentieri al posto suo se potessi..ma non posso e non posso neppure correre giù e chiedergli come sta. Mi sale il panico quando lui deve farei aiutare anche per alzarsi in piedi e scendere negli spogliatoi...mi guarda e scuote la testa. Poco dopo sto letteralmente correndo, con Lorenzo che non può starmi dietro dato che pure lui è infortunato..scavalco transenne e supero un sacco di persone...quasi impatto contro Di Franceeco che mi fissa e mi fa cenno di proseguire "Fatela passare..meglio che stia con lei adesso...e poi Martina sarebbe capace di uccidervi tutti in questo momento" ci siamo parlati una volta soltanto ma probabilmente in quei pochi istanti fra me e lui è passato un tacito accordo...per me Stephan è sopra a tutto il resto, e sinceramente me ne frego altamente di cosa è proibito in quell'ambiente. So che ci sono delle regole e sto cercando di stare al mio posto ma in quel momento per me il calcio e le sue regole passano in secondo piano, anzi sono l'ultima cosa...prima viene lui ed in quel momento sono preoccupato non per il calciatore ovviamente ma per il ragazzo, per mio marito che ora starà provando un misto di dolore, rabbia, impotenza, rassegnazione e chi più ne ha più ne metta...supero tutti e quando sono davanti a Stephan scoppio a piangere...cerco di frenare le lacrime ma proprio non ci riesco. Spazzo via le lacrime con la mano e poi mi faccio avanti "Amore mio"
"Bambina....non piangere per favore, non è nulla" invece è qualcosa, ma cerco di fare la forte e tiro fuori un mezzo sorriso "Ora cosa devi fare?"
"Vado nella saletta dove cercheranno di capire cosa è successo...poi doccia, mi cambio e poi ce ne torniamo a casa...devi guidare tu però"
"Ovvio che guido io e se nei prossimi giorni devo farti da infermiera barra autista barra cuoca barra qualsiasi cosa ti serva lo faccio...posso venire con te adesso?" lui fissa Di Francesco poco lontano che annuisce poi parlottano brevemente prima che l'allenatore si allontani "Ti aiuto io..dove devi andare?" il medico mi indica una sala dicendo che posso accompagnarlo lì ed aiutarlo a togliersi la giacca e gli scarpini che tanto non gli serviranno più..Stephan tenta di fare quello che riesce a reggersi in piedi da solo ma appena tenta di fare un passo gli scappa un'imprecazione ed io lo sorreggo "Amore...per favore...ti reggo io, l'ho fatto per anni con mia madre quando non si reggeva neppure in piedi quindi so farlo perfettamente"
"Bella consolazione...adesso dovrei essere con gli altri cazzo...non a farmi sorreggere da te bambina" apro la porta della saletta ed accendo la luce "Supereremo anche questa no? Ora hai la tua infermiera personale..immagina se ti fossi fatto male quando eri solo soletto...." gli strappo un sorriso che dura poco però perché quando lo lascio un secondo da solo per togliermi la giacca lui carica il peso sulla gamba destra e rischia di cadere "Aspetta che ti aiuto..." gli tolgo il giaccone pesante che lo fa sembrare un bimbo e poi gli faccio cenno di sedersi sul lettino "Dove ti fa male?"
"La coscia...tira fortissimo..ora mi daranno un antidolorifico...poi da domani si pensa al recupero...credo che ne avrò per tre settimane almeno" di base 20 giorni passano in fretta ma penso che per quanto lo riguarda saranno una lenta agonia "Magari dovrai stare fermo meno di tre settimane" lui sbuffa e lo fa una seconda volta quando tanta di slacciarsi lo scarpino destro ma la coscia che tira glielo impedisce "Faccio io"
"Ce l'ho sempre fatta da solo...non ho bisogno della balia Martina...mi sono già fatto male un sacco di altre volte e mi sono sempre tirato su da solo quindi non ho proprio bisogno che tu faccia la mamma con me...già ci sarà la mia vera mamma che sarà in ansia...non ti ci mettere anche te per favore" sto per rispondergli a tono quando nello stanza entrano almeno cinque persone che lo aiutano a sdraiarsi sul lettino..le sue parole sono ovviamente dettate dalla rabbia ma fanno ugualmente male. So cosa vuol dire cavarsela da soli, l'ho fatto per anni e anni con mia madre...quando a me sarebbe servita ancora una spalla io avevo dovuto azzerare e zittire la mia parte di figlia per far emergere una parte che non credevo neppure di avere...cerco di ascoltare quello che dicono le persone nella stanza ma capisco solo che Stephan ha un problema al flessore e che il fatto che non riesca ad appoggiare la gamba è solo dato dalla botta ancora fresca e dal fatto che la parte è stata sollecitata con il primo e poi il secondo trauma...gli danno un antidolorifico e poi me ne allungano una boccetta per casa, raccomandandomi di non fargli fare eccessivi sforzi ovviamente, di mettere del ghiacchio sulla coscia e di fare dei massaggi molto leggeri con una crema che fra poco mi porteranno. Per il resto riposo...lui a quella parola sbuffa e alza gli occhi al cielo ma annuisce "Lo aiuti tu? Se vuole farsi una doccia la può fare qui, oltre la porta c'è un bagno, oppure può farla a casa più tardi, almeno sarà più tranquillo...fra poco ti portiamo la pomata e le sue cose che ci sono in spogliatoio"
"Ok, poi possiamo andare?"
"Si, ci vediamo a Trigoria domattina...se riuscissi a portarlo tu in macchina sarebbe l'ideale"
"Certo, per le undici va bene?"
"Perfetto direi..." quando escono lui tenta di scendere dal lettino ma io scuoto la testa "Che cazzo fai? La doccia puoi fartela tranquillamente a casa...anzi puoi farti un bagno che è molto meglio, almeno non devi stare in piedi"
"Martina..."
"Martina un cazzo....ora ti cambi e poi ce ne andiamo...al momento non me ne frega un cazzo se la Roma perde anche 14 a 0, basta che arriviamo a casa e ti metti comodo...e non fare lo stronzo che io so decisamente farlo dieci volte meglio fidati..."
"Non sto facendo lo stronzo Martina...solo che non ci voleva proprio" so bene che quell'infortunio non ci voleva proprio ma non possiamo certo controllare gli eventi "Devi solo cercare di riposarti ed in fondo due o tre settimane di stop non sono poi un dramma...almeno passeremo più tempo assieme" Stephan si mette in piedi e poi tenta di fare un passo ma non riesce ad imprimere forza e tira una manata al lettino "Due o tre settimane di stop non sono un dramma? Sai quante partite potrei saltare cazzo? Domenica c'è l'Inter e...lascia stare, tanto non capiresti...ora puoi uscire per favore che non ho bisogno della tua cazzo di pietà? Posso cambiarmi da solo poi ce ne andiamo via...mi farò un bagno a casa...e comunque non c'è bisogno che mi porti a Trigoria domattina, posso prendere un taxi oppure qualche mio compagno può venirmi a prendere"
"Fai quel cazzo che vuoi" in quel momento uno degli addetti della squadra ci porta le cose che Stephan aveva lasciato in spogliatoio...mi allunga anche la crema mentre Stephan zoppica verso il bagno. Quando rimaniamo di nuovo soli lo fisso...non so se vorrei più strozzarlo o andarlo a baciare..alla fine opto per la seconda possibilità...poso quello che ho in mano sul letti o e poi lo raggiungo...non gli dò tempo di fare altro perché gli prendo il volto fra le mani e cerco le sue labbra...all'inizio lui si nega ma quel gioco che lui sta portando avanti in quel momento io l'ho portato avanti per anni e non ho paura certo della sua espressione dura ed impenetrabile. Non credo neppure per un istante alla versione di Stephan che mi respinge, soprattutto perché le sue mani si aggrappano alla mia vita e non solo perché fatica a stare in piedi "Che cazzo fai Martina?"
"Ti sto davanti e voglio che tu ti ficchi in quella cazzo di testa che hai che non me ne frega proprio nulla se fai lo stronzo ok? Ora vestiti che poi ce ne andiamo a casa...stamattina ho preparato il tiramisù ma sto pensando che non te lo meriti affatto dato come ti stai comportando...quindi potrei anche prendere in considerazione la possibilità di non dartene neppure una porzione..." Stephan alza gli occhi al cielo "Posso farti cambiare idea in qualche modo bambina? Mi dispiace..solo che non sono proprio abituato a condividere questi momenti con una persona diversa dai miei genitori e mio fratello...ho paura che..." Stephan mi passa le mani lungo le braccia per poi intrecciare le dita alle mie "Di cosa hai paura?"
"Che non ti piacerà affatto questa mia versione...tendo a cambiare leggermente quando non posso giocare...divento più cupo e sorrido meno e...non so se ti piacerò nello stesso modo"
"Io penso che amerò nello stesso modo ogni tua versione Stephan...e poi sarà mio compito cercare di non farti pensare troppo a questo infortunio...scusa se prima ho detto che non è un dramma...so che per te è fondamentale giocare ma cercherò di rendere meno pesante queste settimane...potremmo fare qualcosa che non abbiamo mai fatto"
"Cioè?" si porta le nostre mani intrecciate alle labbra e mi bacia le nocche "Riposarci...possiamo passare le serate a casa nostra...guardiamo su internet i mobili per il casale, ci prendiamo un pochino di tempo per noi due...in fondo non l'abbiamo mai fatto prima Stephan e ci serve sinceramente...ci prepariamo per Natale...poi se tu giocherai ancora qualche partita prima della fine dell'anno ti verrò a vedere, altrimenti ce ne andremo in vacanza e tornerai più forte di prima...ma ti assicuro che nessun infortunio, nessun tuo lato stronzo o meno sorridente potrà farmi mai cambiare idea su di te...e poi quando fai lo stronzo mi piaci un sacco....fai quello sguardo da finto stronzo che in realtà a me attira un sacco"
"Quando arriviamo a casa ti fai il bagno con me?"
"Va bene...ma solo se mi prometti una cosa..." gli sfioro le labbra con le mie "Cosa?"
"Che non ti impunterai per fare tutto da solo ma che mi chiederai aiuto quando non riuscirai a fare qualcosa ok? Se tu non parli io non posso sapere cosa ti serve ok?"
"Odio dover chiedere aiuto agli altri per fare qualcosa Martina"
"Lo so...ma ci sono momenti dove è necessario...ed io sono qua apposta per te ok?" lui annuisce poi finalmente mi bacia...è un contatto pieno di frustrazione e anche rabbia, mi sta chiedendo aiuto con quel bacio ed io intendo dargli tutto l'aiuto possibile perché Stephan è la prima persona in tutta la mia vita con cui voglio condividere ogni aspetto delle nostre vite "So cosa hai in mente di fare ma direi che non è fattibile...cambiati per favore che poi ce ne andiamo via...o magari vuoi rimanere fino alla fine della partita?"
"No, meglio andare...ma sei proprio sicura che non puoi fare nulla per quella cosa?" scoppio a ridere "Stephan..." lui sfodera la sua faccia da cucciolo ed io scuoto la testa "Fammi chiudere la porta del bagno a chiave" lo aiuto a camminare fino a posare la schiena alla parete poi mi volto e chiudo la porta del bagnetto "Dimmi che non era anche il tuo sogno bambina?"
"Io ho tantissimi sogni Stephan e tutti vedono protagonista te quindi è superfluo dirti che in questo momento ho un sacco di sogni che m frullano per la testa...ma facciamo che ne esaudiamo uno solo...il resto ce lo teniamo per casa nostra, quando saremo più comodi e quando soprattutto saremo da soli..." lo tocco attraverso il tessuto dei pantaloncini e dei boxer "Mi dispiace Martina"
"Me lo hai già detto...fa niente amore mio..." mentre insinuo la mano oltre quei due indumenti lui incatena i suoi occhi ai miei "Intendevo dire che mi dispiace per...quello che è successo..l'infortunio e queste settimane che saranno estenuanti...non sarà facile starmi vicino" mentre lo tocco Stephan incastra la mano fra i miei capelli "Stephan..non dire cazzate per favore...non è colpa tua..e poi faremo passare queste tre settimane..." lo bacio e con quel contatto prendo un pochino della sua rabbia e della sua frustrazione e la faccio mia...in cambio gli do un pochino di me, dicendogli che a me non importa se lui segni tre gol a partita o che stia infortunato in tribuna...io Stephan lo amerò sempre, che sia sorridente o meno, che sia stronzo o meno...io amo la sua essenza e quella rimane sempre intatta "Ora non pensarci...pensa a quello che ti sto facendo...riversa lì la tua rabbia...non sono una ragazzina indifesa, posso benissimo sopportare la tua parte peggiore.."
"Ho bisogno di te...adesso Martina..."
"E allora prendimi..." si, so cosa gli ho detto ma se in quel momento lui ha bisogno di scoparmi in un bagnetto dello stadio Olimpico mentre il secondo tempo sta andando avanti è esattamente quello che gli darò...ho visto la parte peggiore di moltissimi esseri umani fra cui mia madre eppure sono ancora lì e posso assicurare con assoluta certezza che la sua parte peggiore non è affatto brutta. È semplicemente meno luminosa del solito ma a me piace ugualmente. Stephan mi abbassa i leggins e le mutandine poi mi fa sedere sul piano del lavandino...si, sicuramente non è il posto più comodo dove sono stata seduta ma va bene lo stesso...e poi la sua carica erotica che mi arriva ad ondate infiammandomi la pelle è una delle sensazioni più folli e destabilizzanti che abbia mai provato in tutta la mia vita...è veloce, per nulla tenero, estremamente appagante, decisamente quello che ci voleva per entrambi...non sarà quello che avevano in mente i medici della squadra ma è quello che gli serviva...il suo sorriso finale mi ripaga di tutto e il suo 'ti amo' mi fa capire che qualcosa di buono nella vita ho saputo farlo anche io...
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TI SENTO VIVERE
Fiksi PenggemarDue stronzi che si odiano dal primo istante....giusto il tempo di capire che forse sono stronzi proprio perché non stanno assieme....