8. SPACCACUORE

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"Devi proprio andare a lavorare oggi? Potresti venire a Trigoria a vedere gli allenamenti" butto lì questa proposta a Martina che sorride bevendo il caffè "Proposta allettante ma devo andare in ufficio...però ci sentiamo via messaggio...e magari ci vediamo nei prossimi giorni. Anzi togli il magari...ci vediamo nei prossimi giorni"
"A proposito ti devo dare una cosa" mi alzo dallo sgabello in cucina e vado a recuperare una busta "Tieni" lei la prende con circospezione ma vedo che è emozionata per il piccolo regalo. Per me è veramente una stupidata ma ci tenevo che lei lo avesse..poi deciderà se venire o meno "È un biglietto per la partita di Sabato....se riesci a venire mi farebbe molto piacere" 
"E cosa mi dovrei mettere eventualmente? Una tua maglia? Posso andare a comprarla...o anche solo una sciarpetta da annodare in vita"
"A parte che la maglietta te la regalerei io e anche la sciarpetta...ma puoi venire vestita come vuoi, non necessariamente devi mettere qualcosa che rimandi a me.." ovviamente sarei molto contento se lei indossasse una mia maglia o anche solo qualcosa che le do io ma non è obbligatorio.. non so che passi posso fare con Martina, non so cosa posso dire o fare senza spaventarla o farla scappare "Mi piacerebbe avere una tua maglia"
"Allora te la farò avere prima di sabato...poi decidi tu anche in base ai tuoi impegni e al lavoro se venire o meno..sai che a me farebbe molto piacere ma non voglio forzarti in alcun modo e non voglio che la nostra storia tolga spazio a quella che è la tua vita"
"Non ci sono abituata Stephan quindi devo bilanciare tutto ma credo che si possa fare" la vedo notevolmente più tranquilla rispetto a qualche giorno prima e spero che quello sia il primo passo verso un qualcosa di veramente serio "Non sei abituata a cosa?" inizio a sparecchiare mentre Martina guarda qualcosa sul suo telefono, penso qualcosa che riguarda il lavoro perché è concentrata ed è entrata nella modalità che io chiamo da 'donna in carriera'. Quel giorno indossa una gonna di pelle nera che le supera di poco il ginocchio e quello è un bene per me. Peccato per i due spacchetti laterali che le lasciano le gambe scoperte ad ogni passo che fa. Il look è completato da una canotta grigio perla che a me sembra più adatta alla camera da letto che ad uscire e da una giacca corta ed avvitata che per ora è posata sul divano. I tacchi sono come al solito altissimi, quel giorno neri con il tacco a spillo argentato. I capelli sono acconciati in una treccia buttata su una spalla..nel complesso Martina è di una bellezza disarmante..a volte penso di non aver mai incontrato una ragazza più bella, perché lei non lo è solo fisicamente ma lo è soprattutto dentro "Non sono abituata alle attenzioni di un ragazzo..e al fatto che lui voglia condividere con me delle fette importanti della sua vita.."
"Posso farti una domanda che non ti ho mai fatto prima?" lei annuisce e stacca gli occhi per un attimo dallo schermo "Sei mai stata realmente fidanzata? Mi hai detto di non essere mai stata innamorata ma non mi hai mai detto se sei stata fidanzata"
"Si...ma adesso non voglio parlarne...perché devo veramente andare a lavoro e prima vorrei salutarti come si deve" in realtà ci siamo già ampiamente salutati a letto e lei mi ha detto che le era bastato ma evidentemente non è così e questo mi va più che bene "Quindi devo salutarti di nuovo" lei annuisce mentre con un saltello si siede sul bancone della cucina. Io sto lavando le tazzine e le altre cose che abbiamo usato per fare colazione e decido che Martina quella mattina arriverà leggermente in ritardo a lavoro. Alla fine sono soltanto le otto e se per un giorno la gran capa arriverà a lavoro un pochino dopo non penso che succederà nulla di male, o almeno spero....io ho ancora un'ora buona prima di dover uscire da casa e credo che anche per lei alla fine andrà bene uscire a quell'ora. Prendo un pochino di schiuma del detersivo che sto usando e gliela butto sulla punta del naso "Coglione che sei....mi hai bagnato anche la canotta" a me continua a sembrare più una specie di roba intima dato che ha lo scollo ornato di pizzo e sono geloso da morire che chiunque possa vederla con quella roba addosso "Magari la togliamo direttamente e la poso sul calorifero così si asciuga"
"Devo andare Stephan..." lei sbuffa ma ride soprattutto quando le poso le mani bagnate sui fianchi bagnadole ancora di più la canotta "Non hai ancora una mezz'oretta per me? O anche un'ora magari...sono solo le otto, anche se esci per le nove va bene no?"
"Alle nove di solito sono già alla mia scrivania"
"Ma quello era prima che conoscessi me...ora ci sono io che ti faccio fare leggermente tardi e che ti distraggo come si deve...devi imparare che quando mi dici che vuoi salutarmi io ti prendo in parola ma pretendo un saluto come si deve" le faccio risalire la canotta e poi gliela sfilo "Te la poso sul termosifone così si asciuga"
"L'hai fatto apposta"
"Oh si che l'ho fatto apposta...come farò apposta a toglierti questa gonna che per me quanto sia bella è scomoda per quello che ho in mente di farti adesso"
"Stephan...non posso fare tardi dai...."
"Ma se mi hai detto tu che puoi arrivare anche dopo dato che non hai appuntamenti particolari...anzi sai cosa possiamo fare? Perché non usciamo assieme e non vieni con me fino a Trigoria? Così ti faccio vedere  come ci si arriva che se mai ti dovesse capitare di doverci venire sai già la strada"
"Poi devo tornare a Roma io...e più parto tardi per entrare in città e più il traffico aumenta"
"Per favore.." so di poterla convincere perché vedo già che sta cedendo alla mia richiesta...e poi so benissimo che armi usare per farmi dire di si...basta che la baci sul collo e che le morda leggermente la pelle dietro all'orecchio "Sei impossibile cavolo....l'abbiamo fatto almeno una decina di volte fra ieri sera, stanotte e stamattina....siamo già a quota due da quando ci siamo alzati.." si, lo abbiamo già fatto una volta a letto appena aperti gli occhi alle sei e qualcosa, dopo aver dormito praticamente solo qualche ora scarsa, e una seconda volta nella doccia ma non ci vedremo per almeno 24 ore e quindi devo fare scorta di attmi con lei, in previsione dei momenti in cui sentirò la sua mancanza "Lo so bambina ma lo sai che sono seriamente dipendente da te" la faccio scendere dal bancone e le tiro giù lentamente la cerniera posteriore della gonna poi mi inginocchio davanti a lei e porto il tessuto fino a toccare terra. La guardo dal basso verso l'alto e le richiedo se va bene il mio programma "Come pensi che io possa dirti di no quando sei accucciato davanti a me e mi stai baciando la pancia?" rido e lei tenta di spostarsi perché il mio respiro le solletica la pelle ma io la blocco e le bacio l'ombelico "Infatti era una domanda retorica...vieni che ti porto sul divano" la prendo in braccio e la porto verso il salotto poi mi lascio cadere sul divano. Martina rimane in piedi davanti a me in completino intimo color ghiaccio e tacchi a spillo "Quando abiteremo assieme dovrai dire alla tua segretaria che arriverai tardi ogni mattina"
"Quando abiteremo assieme...quindi sei assolutamente sicuro che in futuro io e te divideremo una casa..." faccio scivolare a terra anche le sue mutandine prima di farla sedere a cavalcioni sopra di me "Assolutamente si..perché ogni mattina dovremo svegliarci in questo modo" Martina mi guarda ridendo ma non ribatte ed io lo prendo come un segnale positivo "Ci conosciamo da pochissimo Stephan" ci conosciamo da una settimana che effettivamente è pochissimo ma a volte quando la guardo mi sembra di conoscerla da moltissimo tempo "Si ma siamo tipo anime gemelle..."
"Non esistono le anime gemelle...e neppure il destino e quelle cazzate lì..." scuoto la testa mentre le faccio passare le mani lungo la schiena "Esistono le anime gemelle e anche il destino...e poi esistono le anime gemelle che incontri perché è destino che ad un certo punto incrocino la tua strada...ed è esattamente quello che è successo a noi...perché quella sera al parco era già scritto da qualche parte che ci scontrassimo..." Martina mi guarda in modo strano, come se stesse valutando attentamente le mie parole. All'inizio io e lei abbiamo sempre evitato di parlare di argomento troppo intimi e che ci avrebbero portato anche a mettere in mezzo i sentimenti che proviamo l'uno per l'altra...ma dalla sera prima sembra che lei faccia molta meno fatica ad aprirsi ed intendo approfittare di questa novità "Lo pensi veramente?" annuisco "Certo che lo penso veramente Martina...ti ho sempre detto che come mi comporto con te non mi sono mai comportato con nessuna delle ragazze che ho conosciuto ultimamente...faccio sul serio con te e intendo spiegartelo molto dettagliatamente sia attraverso i gesti che attraverso le parole bambina...tu fai sul serio con me?" ho sempre paura che in qualche modo lei mi sfugga fra le dita e arrivati a quel punto non lo sopporterei sinceramente..Martina annuisce soltanto prima di spostarsi..non capisco cosa voglia fare.. inizio ad intuirlo quando si toglie le scarpe buttandole di lato e poi si slaccia il reggiseno facendolo cadere a terra. Quando si sdraia sul divano e sorride capisco che faremo tardi, molto più del previsto, ma è per un buonissimo motivo quindi mi spoglio velocemente prima di coprirla con il mio corpo e di buttarmi sulle spalle la coperta appoggiata sulla spalliera del divano "Sono tua lo sai vero?"
"Si che lo so...ed io sono tuo...magari ufficializziamo la cosa un giorno di questi" quando lei incasta il viso nell'incavo del mio collo e sorride prima di sussurrarmi che vuole che faccia l'amore con lei io sono già entrato dentro il suo rifugio segreto, quello che ormai per me non ha più segreti ma è letteralmente diventato il mio luogo preferito per eccellenza. Quello dove perdermi, ritrovarmi, perdermi di nuovo, non capire più nulla e invece alla fine capire con assoluta certezza che io la donna della mia vita finalmente l'ho trovata...ci ho messo 26 anni ma in un parco di Roma, una sera tardi, la persona giusta l'ho incontrata anche io...chiamatelo destino o soltanto fortuna ma Martina è la mia esatta quadratura del cerchio, quella che cercavo, l'ultimo tassello che mancava alla mia vita...da quel momento tutto sarebbe andato bene, perché con accanto la persona giusta nulla poteva andare male...

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