10. Cappuccino freddo

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"Potresti farmi un cappuccino freddo?"
Domanda Baker seduto di di fronte a me, con il menù aperto davanti a sè ma senza guardarlo affatto.
Ormai lui e i suoi amici sono dei clienti abituali e devo capire se vengano alla caffetteria per mangiare o per rompermi le scatole.
Sfoggio un sorriso più falso delle tette della zia di Phoebe e vado a preparare un cappuccino tutt'altro che freddo.
Nel momento in cui lo servo Adrian non sembra molto contento.
"L'avevo chiesto freddo" dice serrando i denti.
"Lo so, ma vedi non è difficile. Vuoi un cappuccino freddo? Ne prendi uno caldo e aspetti che si raffreddi" dico con ovvietà alzando le spalle.
Alec accanto a lui soffoca una risata, al contrario di Baker che sembra voglia uccidermi. Eppure mantiene la calma.
"D'accordo Clark, grazie per il consiglio" mi strizza l'occhio invitandomi a dileguarmi, cosa che faccio senza pensarci due volte.

Tornata al dormitorio trovo Phoebe intenta a parlare con Jackie e so già cosa le sta raccontando.
"Mi ha guardata e ho capito quanto in realtà mi desidera. Sai ha gli occhi tanto scuri quanto trasparenti." Sta infatti dicendo la mia migliore amica.
"Credo di capire tutto di lui con un solo sguardo." Per poco non mi va la saliva di traverso.
Tutto di lui? Sicuramente gli sfugge un piccolo dettaglio: è un ricattatore e lei dovrebbe capirlo dai suoi occhi tanto scuri quanto trasparenti.
Decido di sviarmela in bagno, ma lei mi blocca.
"Clark, eccoti!"
Oh no.
"Vieni qua"
No no no no!
"Adrian mi ha detto che è anche merito tuo se ha deciso di farsi avanti, cosa gli hai detto?" Domanda sorridente.
Diamine!
Cerco rapidamente una scusa plausibile, ma odio terribilmente tutta questa storia.
Tra me e Phoebe non erano mai esistiti dei segreti.
"Nulla... H-ho semplicemente sparato.... mmmm, qualche frase acida? Sí, tipo una delle mie, sai. Qualcosa come ehi bello, no, non ho detto bello... Mmm... Ehi brutto stupido, ormai si è capito che ti piace, perché non fai semplicemente il primo passo?"
Phoebe continua a guardarmi con gli occhi sgranati e sognanti. Non capisco come faccia a piacerle così tanto, se non per il bel visino che ha.
"L'ho sempre detto che sei la migliore!" Esclama.
No, non sono la migliore Phoebe e io non ce la faccio più coi sensi di colpa.
E se non fossi mai uscita con lui? Se non avessi risposto a nessuna provocazione?
Ora lei non sarebbe qui, sprizzante gioia da tutti i pori perché il ragazzo che le piace le ha chiesto di uscire.
Basta con i brutti pensieri, ci sono uscita una volta ed è bastato per arrivare a questo punto.
D'ora in avanti dovrò solo evitarlo e lasciarli procedere senza intromissioni.
Se son rose fioriranno d'altronde...
Ecco che in il mio telefono vibra e io sono costretta a leggere il messaggio che mi è appena arrivato.

Numero sconosciuto:
Ora siamo pari, acido cloridrico ;)
Esci con me?

Alzo istintivamente gli occhi al cielo e il mio cuore si raggela.
Perchè deve essere così insistente?
"Clark, tutto okay? Chi è?" Domanda la mia migliore amica vedendo la mia espressione corrucciata.
"Ely. Dice che deve studiare e non può venire a mangiare gli hot dog con me questa sera. Ci andrò da sola a questo punto..."
Scusa plausibile, brava Clark.

Clark:
Sei un lurido. Falla soffrire e io ti castro.

Digito velocemente e con tanta cattiveria da credere di poter spaccare lo schermo con la forza delle dita.

Numero sconosciuto:
Allettante ;)

"Devo fare una doccia" dico evitando di sentire la risposta di Phoebe alla mia scusa indecente.
Afferro il mio asciugamano e corro a rifugiarmi nella doccia comune dove, come ogni volta, c'è un gruppo di ragazze che chiacchierano e spettegolano mentre si asciugano i capelli o si cospargono di crema idratante.
Osservo i loro turbanti fatti con gli asciugamani e le loro mani muoversi su e giù lungo tutte le gambe e decido di entrare in uno dei box doccia.
L'acqua al primo impatto è fredda, colpa di queste dannate docce comuni, ma poi fortunatamente si scalda e posso cominciare a bagnarmi tranquillamente.
"Dai Beth dicci di più" sento dire da una delle ragazze al di fuori.
"Cosa dovrebbe raccontarci?" Si intromette un'altra.
"Ieri sera Adrian Baker, sí proprio lui, è andato al bar dove lavora Beth e indovina come si è conclusa la serata"
Per poco la saliva non mi va di traverso.
Ma questo tizio mi perseguita o cosa?
"NO..." esclama subito la ragazza.
"Sí" ribatte la sua amica.
"Stai dicendo sul serio? Baker? Lo stesso Baker per il quale sbavi da due anni? Quel pezzo di manzo del penultimo anno?"
"Esattamente! Dai Beth dicci qualche dettaglio piccante..."
Oh no, ti prego Beth, chiunque tu sia, non lo fare. Potrei vomitare qui.
Santo Cielo, ma qualcuno ce l'ha con me o cosa?
"Bè cosa dovrei dire? Diciamo che è davvero davvero bravo..." la sua voce sembra eccitata al solo pensiero.
Dio non posso immaginare certe cose.
"Il suo petto è così liscio e gli addominali sono scolpiti e duri..."
Dovevo immaginarlo. Anche i suoi muscoli sono un clichè.
Eppure non riesco a fare a meno di pensare al suo corpo.
"... E poi ha questa peluria che gli percorre il basso ventre"
Ecco che le immagini del suo petto nudo cominciano a girare nella mia testa.
"Ha le labbra morbide. Gesù, terribilmente morbide. Mi verrebbe voglia di morderle al solo pensiero"
Dannazione verrebbe voglia di morderle anche a me se le fisso per troppo tempo.
Ma che sto dicendo?
"E poi mentre lo fa gli ricade un ciuffo davanti agli occhi, quegli occhi che non la smettevano di guardarmi e continuavano a spogliarmi anche se ero già nuda"
È lo sguardo di Baker cara, benvenuta nel club.
"È stato assolutamente fantastico. Il modo in cui si muoveva, come riusciva ad usare... Tutto quel che aveva"
Stringo le gambe come per istinto.
Questa doccia deve terminare, ora.
Non posso sentire altro.
Chiudo velocemente l'acqua ed esco dal box dopo essermi meticolosamente coperta con il mio asciugamano.
Lancio un'occhiata fugace alle ragazze che ricambiano imbarazzate e aspettano di vedermi uscire per prendere a ridacchiare.
Penseranno che sono una delle tante ragazze che quell'umanoide sfrutta per soddisfare i propri piaceri.
Corro nella mia stanza e mi chiudo nel piccolo bagno per potermi asciugare meglio e nel frattempo afferro il telefono e scrivo al numero sconosciuto.

Clark:
Stasera, alle 7.

Sospiro e appoggio lo smartphone sul ripiano del bagno osservando poi la mia figura allo specchio.
Devo farlo per Phoebe.

Numero sconosciuto:
Sapevo che avresti accettato, ma dimmi, cos'è tutta questa fretta?

Clark:
Niente domande Baker, uscirò con te ad una condizione.

D'accordo Clark, fa' quel che devi fare.

Numero sconosciuto:
Spara.

Clark:
Che tu smetta di andare a letto con tutte le ragazze del campus finché frequenterai Phoebe.

Numero sconosciuto:
Ma io non sto frequentando Phoebe...

Clark:
Prendere o lasciare, Baker.

La risposta tarda ad arrivare.
Ecco ne ero sicura.
Dannazione. Phoebe non può uscire con un ragazzo che si porta a letto tutte le ragazze che respirano nel giro di un miglio.

Fortunatamente il telefono vibra e io lo afferro frettolosamente.

Numero sconosciuto:
Accetto.

Cinnamon Junks (Endless story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora