41. Leaveshood

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Scendo silenziosamente le scale cercando di non svegliare nessuno stretta nella mia vestaglia.
Passo accanto al divano dove dorme Adrian e lo guardo di sfuggita con il viso schiacciato contro il cuscino e l'espressione corrucciata.
Sembra quasi innocente...
Passo oltre dirigendomi in cucina dove prendo una padella e la posiziono sopra i fornelli.
Apro il frigorifero e lo trovo miracolosamente pieno.
Mio padre deve aver fatto qualche compera prima che io arrivassi.
Prendo tre uova e le rompo all'interno della padella e aggiungo il bacon.
Non merita nemmeno che io gli prepari la colazione eppure lo sto facendo lo stesso.
Alzo gli occhi al cielo per la mia stupidità.
Tutti meritiamo una colazione dignitosa.
Comincio a pensare al fatto che sia la viglia di Natale e che Adrian si trova nel mio salotto.
Per quanto la sua famiglia sia orribile, lo ammetto, io darei qualsiasi cosa per averne una... E intendo avere un padre, una madre e sì, anche qualche fratello o sorella. Mi piacerebbe trascorrere il Natale tra risate e giochi di società, cucinare con mia madre o deliziarmi con le torte della nonna, ridere agli scherzi di mio zio e sorridere di fronte a un fratellino che riceve la sua prima macchinina telecomandata.
Invece siamo soli, io e mio padre, in questa casa silenziosa e solitaria, e non ridiamo, non scherziamo, non giochiamo, a malapena parliamo.
La mia famiglia è lui e per quanto odi il fatto che mi abbia mentito per tutti questi anni, non posso fare altro se non domandarmi e credere che ci sia un motivo a tutto questo, che lo abbia davvero fatto per il mio bene.
"Non c'è bisogno di prepararla anche a me, sto per andare via" sento la voce rauca e profonda di un Adrian appena sveglio che attira la mia attenzione.
È fermo sulla soglia della cucina e mi guarda con le braccia incrociate al petto e un'espressione del tutto impassibile.
"Invece dovresti restare" dico pentendomi l'attimo dopo.
"Cosa?"
Abbandono tutto quel che stavo facendo pet voltarmi a guardarlo dritto negli occhi seppur da lontano.
"Ho detto che dovresti restare" ripeto con più sicurezza.
Che sto facendo?
"Fino a ieri sera eri di un'altra opinione"
"La notte porta consiglio"
Alzo gli angoli della bocca girandomi poi verso i fornelli.
"Devi ancora dirmi come sei arrivato fin qua. È impossibile che abbia attraversato gli Stati Uniti in meno di un giorno" cambio discorso.
"Promettimi che non ti arrabbierai"
"Promesso"
Bugiarda, sai già che probabilmente ti arrabbierai.
"Ho caricato l'auto sull'aereo fino a New York, ma arrivato all'aeroporto ho cambiato idea. Non voglio vedere la mia famiglia in questo momento, non dopo la storia di Victor..."

Me l'ero quasi dimenticata. I pensieri di quella notte mi hanno tormentato per tutta la giornata, ma con la festa di Natale ero quasi riuscita a passarci sopra.

"E come mai sei venuto fin qua?"
"Giunto a Bucks l'auto ha iniziato a non reggere più fino a fermarsi definitivamente. Ho chiamato il meccanico più vicino che si trovava a
Doylestown e poi sono arrivato fin qua in treno"
"E tutto questo solo perché sono la più vicina?" Aggrotto le sopracciglia.
"Sei l'unica persona che volevo vedere a Natale, sarei arrivato persino in Minnesota se fossi vissuta lì"

Il mio cuore in un secondo compie una capriola degna di una ginnasta professionista.

"T-tornerai dai tuoi prima o poi?" Balbetto.
Adrian prende un respiro profondo prima di rispondere
"Sì, tornerò. Tra due giorni ci sarà l'annuale gala di Natale di mia madre, dovrò essere presente. Dopo il casino combinato con Victor la mia famiglia deve riacquistare credibilità" spiega passando il dito lungo la superficie del tavolo.
"Va... Va tutto bene?" Domando preoccupata.
"Diciamo che poteva andare peggio, ma non devi preoccuparti. Ho la situazione sotto controllo" si sforza di sfoggiare un sorriso, ma non me la da' molto a bere, così cambio discorso.
"Questa mattina dovrei fare delle compere qua e là per la cena di stasera. Ti va di accompagnarmi? Con l'occasione ti faccio visitare Leaveshood"
"Non vedo l'ora" ridacchia sedendosi a tavola, pronto ad assaggiare la colazione che gli ho preparato.

Cinnamon Junks (Endless story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora