16. Tu mi vuoi

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Scusate tantissimo per l'assenza, ma tra la scuola, impegni vari e stanchezza ho ricominciato a scrivere davvero da qualche giorno. Cercherò di conciliare il tutto, ma al momento non posso assicurare un capitolo alla settimana. Mi dispiace immensamente.

Buona lettura 💕

Sono già dieci minuti che pulisco i tavoli da sporcizia e macchie di caffè e le mie braccia cominciano a risentirne. Sicuramente non sono celebre per la mia forza, tutt'altro, sono decisamente debole seppur molto grintosa.
Mi sistemo una ciocca di capelli sfuggita dalla coda di cavallo dietro l'orecchio e riprendo a sfregare su una macchia di cioccolato.
"Per quanto tu possa sforzarti il cioccolato secco sarà sempre il più invincibile dei tuoi nemici" sento la voce di qualcuno arrivare alle mie spalle.
Mi volto appoggiando lo strofinaccio sul tavolo per potermi sistemare il grembiule.
"Lindsay, oh, mi hai spaventata" dico frettolosamente riprendendo a respirare regolarmente.
"Credevi che fossi big Bud? Tranquilla, ha una voce decisamente più virile della mia" ridacchia avvicinandosi.
Lancio un'occhiata ai suoi capelli rossi che oscillano da una parte all'altre seguendo il ritmo dei suoi passi e poi mi cadono gli occhi sulla busta che stringe tra le mani.
"Cos'è quella?" Domando indicandola.
"La tua paga. È passato un mese da quando sei qui, tesoro." Mi strizza l'occhio lasciandomela direttamente in mano.
La fisso incredula ed entusiasta. La mia busta paga. Il frutto dei miei sforzi.
"Grazie, grazie davvero" le dico sorridendole riconoscente.
"Grazie a te per la tua efficienza. Continua così e Big Bud potrebbe pensare di aumentare il contenuto di quella busta"
Conclude prima di ritornarsene da dove è venuta.
Sorrido a trentadue denti soddisfatta davanti alla mia prima busta paga. Questo è il risultato di un mese di sudore ed è una soddisfazione averla finalmente tra le mani e ricevere dei complimenti dal capo.
Sono ancora sotto shock quando la porta della caffetteria si apre facendo tintinnare i campanellini.
Alzo lo sguardo entusiasta, ma il sorriso mi muore sulle labbra.
"È una busta paga quella?" Domanda Alec avvicinandosi a me.
"A te cosa sembra, Alex?"
Ancora gli amici di Adrian non mi vanno molto a genio, devo ammetterlo. Sono una ragazza difficile, ci vuole un po' per conquistare la mia simpatia.
"A me sembra che tu faccia finta di sbagliare il mio nome ogni volta" dice sedendosi nel tavolo accanto al punto dove mi trovo io.
"Non credo che meriti tutte queste attenzioni"
"No, infatti" alza gli angoli della bocca.
"Avete ancora quei frullati al cioccolato?" Domanda appoggiando le mani sul menù ma senza aprirlo.
Deduco che non abbia intenzione di dare un'occhiata per costatarlo.
"Sì, ce li abbiamo ancora" evito di rispondere con acidità, non ne ho più voglia.
"Potresti farmene due? So che il tuo turno è finito ma-"
"Te li preparo subito" lo interrompo con apatia girando i tacchi per andarmene dietro al bancone per preparargli l'ordine.
"A te cosa piace?" Mi volto sorpresa vedendo come dal tavolo dove era seduto si sia spostato direttamente al bancone dietro di me.
"Le persone che evitano di parlarmi sapendo che non mi vanno a genio nemmeno un po'" ribatto appoggiando il primo frullato accanto a me per poi cominciare a preparare il secondo.
Alec ridacchia portandomi a chiedere che diamine abbia detto di tanto divertente.
"Mi riferivo al menù. Che cosa ti piacerebbe portare via? Offro io. È il minimo che possa fare visto che ho prolungato il tuo turno e sono una persona che non ti va a genio nemmeno un po'"
Arrossisco imbarazzata per la figuraccia e ringrazio il cielo di essere girata di spalle mentre concludo il secondo frullato.
"Non ce n'è bisogno" dico appoggiando il suo ordine sul bancone dirigendomi poi alla cassa senza guardarlo minimamente.
"Insisto" mi interrompe bloccandomi la mano nel momento in cui sto per pigiare su un tasto.
Alzo lo sguardo e sbuffo.
"Mi preparo una cioccolata calda, puoi anche non offrirmela, me la scaleranno dalla paga del mese prossimo"
"Oh no, non esiste. Tieniti i soldi dei frullati e della tua benedetta cioccolata. Ero serio quando dicevo che avrei offerto tutto io"
Afferma costringendomi ad arrendermi.
Alzo gli occhi al cielo sfilando uno dei grandi bicchieri di carta con sopra stampato il logo della caffetteria.
"Hai vinto tu"

Cinnamon Junks (Endless story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora