50. Non c'è rimedio

194 8 1
                                    

Il viaggio di ritorno a Los Angeles è stato più traumatico di quanto pensassi.
Innanzitutto abbiamo quasi rischiato di perdere l'aereo perché Ely si era addormentato mentre preparava la valigia.
Mio padre mi ha preparato un sandwich terribile che ho accettato solo perché mi faceva tenerezza, Phoebe ci ha provato con il tipo del check in e tanto per concludere in bellezza, la signora accanto a me ha vomitato durante tutto il viaggio.
"Non vedevo l'ora di gettarmi sul mio letto" dice Phoebe saltando sul materasso non appena entriamo nella nostra camera.
"Sono passata dalla Norvegia alla California nel giro di due settimane. I miei capelli stanno implorando pietà" si lamenta guardandosi le punte dei suoi lunghi capelli color miele.
"Potresti smetterla di lamentarti e cominciare a sfasciare la valigia? Altrimenti finisce come l'altra volta che passano i mesi e ancora ce l'avevamo tra i piedi" la rimprovero scherzosamente aprendo la mia in quattro e quattr'otto.
"Ora cominciamo coi rimproveri? Perché anche se al Madame te l'ho risparmiato, sappi che è stato solo perché ero troppo ubriaca"
Sapevo che questo momento sarebbe arrivato.
"Non so davvero di cosa tu stia parlando..." mento tirando fuori le mie cose dalla valigia.
"Allora te lo ricordo io: sei andata a letto con quello stronzo del tuo ex!"
Esclama mettendosi seduta.
Io ridacchio tra me e me continuando a far finta di nulla.
"Quando siete entrati al Madame insieme non potevo credere ai miei occhi!"
"E da cosa hai dedotto che noi... Sì, ecco... Noi..."
"Quindi ci sei andata a letto?!" Quasi grida lasciandomi interdetta.
"Lo hai detto tu prima!"
"Sì, ma la mia era psicologia inversa, non sapevo fosse accaduto veramente!"
Comincia ad agitarsi sul letto e questo non vuol dire nulla di buono.
"Devi raccontarmi OGNI COSA!"
Ecco.
Questo è proprio il nulla di buono.
"Cosa vuoi sapere?" Sospiro ormai arresa alla mia fine.
"Come è successo?!"
"Ero uscita per prendere una boccata d'aria, lui mi ha seguita, ha cominciato a tirar fuori i cari bei vecchi tempi, poi mi ha baciata ed io ho sentito il bisogno di ricambiare" taglio corto strappando il cerotto. È inutile girarci attorno.
Prima glie lo racconto, prima smetterà di guardarmi con tutto quell'entusiasmo in volto.
Come biasimarla? D'altronde lei pensa che la mia vita sessuale e sentimentale si sia fossilizzata a due anni fa...
"E com'è stato?" Chiede ancora afferrando un cuscino da stringere tra le braccia.
"Come se fossimo stati sempre insieme. Il suo odore, quello che faceva... Tutto. Era tutto uguale"
"Quindi anche il suo..."
"PHOEBE!" La blocco prima che possa continuare.
Giurerei di volerla soffocare, se solo non le volessi così tanto bene.
"Che c'è? È una domanda legittima! Quindi...?"
"Quindi non lo so!"
Perché sa essere così imbarazzante?
"Dovresti saperlo! Insomma era così... O così?" Prende a gesticolare con le mani allungando e accorciando la distanza tra di loro.
"Santo Cielo Phoebe! Giuro sulla mia maglia di Frozen che non ti racconto più nulla!"
A questo avvertimento allora la mia migliore amica si ammutolisce rimanendo seria.
"Se giuri sulla maglia di Frozen allora..."
Farfuglia.
"Continua" dice poi.
"Hai presente quando si dice che non c'è modo migliore che lasciarsi..."
"...Con una scopata? Sì, lo conosco"
Mi toglie le parole di bocca.
"Sì, esattamente. Credo che sia la sacrosanta verità. Insomma è stato davvero liberatorio!" Ammetto distogliendo l'attenzione dalla mia valigia.
"Liberatorio?" Domanda confusa.
"Non mi ero mai sentita così. È come se avesse segnato il momento in cui ho deciso di volermi lasciare Emmett alle spalle" dico.
"Non lo avevi già realizzato?"
"Non come questa volta. Mi ha addirittura chiesto di riprovarci!"
Ancora mi sembra surreale eppure così irrilevante.
"E tu? Come ti sei sentita?!"
Come se fosse la persona sbagliata a chiedermelo.
Mi verrebbe da rispondere, ma metto a tacere il mio inconscio per sfoggiare un sorriso tirato.
"Ho provato pena" confesso.
Non ho provato davvero nulla...
"Mi è dispiaciuto non poter ricambiare" spiego ancora prendendo a ridere.
Dio, io che per la prima volta confesso a me stessa di non ricambiare più i sentimenti per Emmett?
Los Angeles è davvero un toccasana!
"Allora possiamo festeggiare alla tua nuova vita fuori dal paese delle sottomesse!" Esclama tirandomi a sè per stritolarmi come al suo solito.
Il nostro momento intimo, però, viene interrotto dalla porta della stanza che si apre e Jackie fa capolino all'interno, seguita dalla sua valigia blu.
Ha i capelli legati, è struccata, non sorride come al solito e il viso è solcato da delle profonde occhiaie.
Io e Phoebe ci guardiamo interrogative.
Questa non è la stanchezza dovuta al viaggio...
Non è da Jackie.
"J-Jackie? Che succede?" Domanda Phoebe prendendo coraggio per alzarsi e andarle incontro.
"I-io e Alec..." sospira.
"Io e Alec ci siamo lasciati" dice poi scoppiando a piangere.
La mia migliore amica la accoglie prontamente tra le sue braccia e, persino io, sento l'istinto di alzarmi e abbracciarla.
Lei e Alec erano la coppia.
Ormai non c'era Jackie senza Alec e Alex senza Jackie.
Cosa sarà mai successo?
È forse per Kingston?
Non dovrei fare certi pensieri!
"Puoi parlarcene, se vuoi" dice premurosamente Phoebe facendola sedere per poi seguirla, e così faccio anche io.
"Eravamo a cena dalla mia famiglia, Alec ha deciso di accompagnarmi e passare il Natale dai miei" comincia tra un singhiozzo e l'altro.
"Poi abbiamo cominciato a litigare riguardo ad un film che stavamo guardando. Mi ha detto che non riusciva più ad andare avanti di questo passo, che non se la sentiva. Gli ho detto che anche io ero dello stesso parere e ora eccoci qua"
Ricordo ancora quando Alec mi disse che tra loro le cose non andavano bene.
Credevo che si fosse risolto tutto quanto, ma evidentemente non era così.
Il film è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Il fatto è che Jackie e Alec stavano davvero bene insieme. Non ho mai visto una coppia come la loro, a dire il vero.
C'era intesa, gentilezza, libertà, rispetto reciproco...
È triste che sia dovuta finire così.
"Noi siamo qui" dico.
La cosa più bella che tu possa fare per un amico è anche la più semplice: esserci.

•••

Il mio turno alla caffetteria passa inesorabilmente mentre servo cappuccini, caffè e frullati.
Dopo due settimane di vacanza tornare alla quotidianità del college è dura.
Soprattutto perché è la prima volta da quando me ne sono andata da New York che ho paura di incontrare Adrian.
Il campus è grande, ma non infinito.
Lavoro in una caffetteria dove lui passa spesso il tempo, frequento i corsi nelle stesse aule dove lui potrebbe potenzialmente trovarsi, cammino per le stesse strade dove potrebbe camminare lui, frequento le stesse persone che frequenta lui e la mia confraternita è piena zeppa di ragazze che ci provano spudoratamente. Chi mi dice che un giorno di questi non me lo ritroverò ad uscire fuori dalla stanza di una delle mie consorelle?
Certo è che la lontananza mi sta aiutando a capire che la mia scelta è stata ben ponderata e fondata.
Ora non ho più paura di parlare con Phoebe e soprattutto non mi sento una pessima amica.
Mangio patatine e cioccolata senza essere derisa, indosso biancheria infantile sapendo che nessuno dovrà vederla e ho deciso di impegnarmi per non pensare a lui.
È ora che io esca fuori da questa situazione e mi disintossichi da Adrian.
"Ciao vegetale" mi saluta Ely sedendosi al bancone dove mi trovo io ad asciugare bicchieri.
"Ciao Young" ricambio appoggiando lo strofinaccio e il bicchiere che ho in mano per potermi affacciare.
"Ho saputo che Jackie e Alec si sono lasciati..." sussurra quasi come temesse di essere ascoltato.
"Mi dispiace, cazzo" aggiunge.
"Tu che torni col tuo ex, loro due che si lasciano... Tutto sembra sottosopra"
"Non sono tornata con Emmett!" Lo blocco subito.
So che si starà già facendo centinaia di film mentali.
"Sì sì, come dici tu..." fa finta di non ascoltarmi nemmeno.
"Mi fai un milkshake dell'amicizia?" Chiede poi cambiando completamente discorso.
Osservo il suo volto spiaccicato contro le mani e i gomiti puntati contro il bancone.
"Non puoi usare il milkshake dell'amicizia così" lo rimprovero.
"Ma sono triste!" Esclama lamentandosi.
"E sentiamo, per quale motivo?"
Ridacchio.
"Perché Jackie e Alec si sono lasciati"
"E questo cosa c'entra con te?"
Voglio proprio sentire cosa si inventerà questa volta.
"C'entra eccome! Quel gran maschio di Alec ora è single, ma non ci posso provare perché è etero!" Sbuffa.
Prendo a ridere fragorosamente girandomi per potergli fare questo dannato milkshake.
"Te lo preparo solo perché tu e i tuoi mancati neuroni mi fate pena" sottolineo ancora voltata di spalle.
"Sei simpatica come le caramelle ai frutti di bosco..."
"Le caramelle ai frutti di bosco sono simpatiche!"
"Lo dici tu. A me fanno schifo"
Mi volto per porgergli il suo dannato milkshake, ma lo sguardo mi muore a mezz'aria quando, in lontananza, lo vedo entrare seguito dai suoi coinquilini.
Non mi guarda, si va semplicemente a sedere al loro solito tavolo con un sorriso tirato stampato sulle labbra.
Barry sembra aver detto qualcosa di divertente e da' una pacca sulla spalla di Alec, evidentemente triste.
Questa rottura deve aver segnato entrambi...
"Hai chiuso con lui?"
Solo ora mi accorgo di avere ancora il milkshake di Ely tra le mani e il biondo si è voltato a vedere chi stessi fissando.
"Ho dovuto" commento senza distogliere lo sguardo dal moro che nel frattempo si sta sfilando la giacca di jeans scuro.
Vederlo dopo questi giorni mi fa battere il cuore all'impazzata.
Non so se sta evitando il mio sguardo di proposito oppure non gli interessa proprio la mia presenza.
"Era ciò che volevi?"
Continua a domandare il mio migliore amico, tralasciando il fatto che sono completamente assorta dall'altro.
"Era la cosa giusta da fare..." farfuglio.
"Questo non risponde alla mia domanda però" dice attirando il mio sguardo per una frazione di secondo.
"Clark, mi spieghi cosa ti succede? Questa non sei tu! Non ti saresti mai spinta così oltre con qualcuno che non fosse Emmett..."
Ora la sua voce è ancora più bassa di prima.
Teme davvero che ci possano sentire, al contrario mio.
Se mi sentisse saprebbe che sono qui, mi parlerebbe anche se glie l'ho quasi proibito.
Non mi rivolge nessun tipo di attenzione da capodanno, dopo il messaggio al quale non ho risposto.
"È come se io fossi una cassaforte della quale Adrian conosce bene la combinazione" farfuglio.
"Se non fosse stato per Phoebe l'avresti comunque troncata?"
Adrian si sta rigirando il menu tra le mani mentre gli altri sfogliano il loro lentamente.
"Se non fosse stato per Phoebe non ci sarei nemmeno uscita"
"Sì, ma se avesse trovato un altro modo... Se foste arrivati a questo punto lo stesso, l'avresti comunque fatto?"
L'avrei comunque fatto?
Probabilmente la risposta è sì.
Phoebe non è l'unica ragione per cui ho preso la mia decisione, devo tenerlo bene a mente soprattutto ora che da lontano mi sembra talmente irraggiungibile da farmi credere di essere stata una completa idiota.
"Il motivo per cui ho chiuso questa storia non cambia il modo in cui i miei occhi lo guardano..."
sussurro.
"È questo il punto" dice Ely seguendo il mio sguardo una volta per tutte per guardare Adrian e poi tornare su di me.
"Il problema è proprio il modo in cui vi guardate... A questo non credo che esista rimedio"
Finalmente il moro si volta, per poco. Un attimo fugace in cui i suoi occhi beccano i miei a fissarlo, ma non sento l'imbarazzo, bensì solo voglia di continuare a studiarlo.
"No, non c'è" concludo.

Cinnamon Junks (Endless story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora