11. So cavarmela da sola

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Clark

Sono piuttosto convinta che anche questa volta Baker mi abbia stupita.
Ci troviamo in un pub, alle nove e mezza di mercoledì sera e tutto sembra così normale.
Il locale è gremito di persone che bevono, giocano a biliardo, alcuni ascoltano la musica e altri ci provano spudoratamente con qualche ragazza mezza nuda che si aggira con i vassoi in mano.
Non so perché mi abbia portata qua, sicuramente non è il tipico luogo da appuntamento.
Ma è anche vero che questo non è un appuntamento...
Adrian cammina a passo sicuro nel locale suscitando qualche occhiata curiosa da parte dei clienti.
Lo osservo nei suoi pantaloni stretti e strappati, scuri almeno quanto i suoi capelli. Indossa una giacca di pelle sotto la quale indossa un'ulteriore giacca più leggera di jeans e una maglietta nera a girocollo.
Ai piedi calza degli stivaletti neri e risalendo lungo le gambe mi imbatto nel suo di dietro. Davvero niente male...
No!
Non posso fare certi commenti sul nemico.
Non dopo quello che ho sentito nelle docce e l'effetto che quelle parole hanno avuto sul mio corpo.
Baker si siede su uno sgabello di fronte al bancone e mi fa accomodare accanto a lui, poi si gira verso la barista e le fa un occhiolino.
Alzo gli occhi al cielo, come sempre.
Davvero squallido. Non si smentisce mai.
"Due birre" dice.
"No, io non bevo alcolici. Prendo una Dr. Pepper, grazie" sorrido alla ragazza.
Adrian mi lancia un'occhiataccia.
"Non so perché io mi stupisca. Avrei dovuto immaginarlo che sei astemia" ridacchia.
Io dal mio canto decido di rimanere in silenzio e guardarmi un po' in giro.
Niente di interessante se non qualche uomo che cerca di strizzare le chiappe a quella dannata barista.
Baker afferra la sua birra e inizia a sorseggiarla dopo avermi passato la mia lattina.
"Perché proprio stasera?" Chiede.
"Perché domani mattina non lavoro" ribatto senza nemmeno rivolgergli uno sguardo.
Comincio a picchiettare il dito sulla lattina.
Speriamo che il tempo passi velocemente.
Adrian mi rende terribilmente nervosa.
"Quindi già sai che torneremo a casa tardi..."
Per caso era un'allusione sessuale?
No Clark, smettila.
"Sicuramente più tardi del orario a cui di solito vado a dormire se il giorno dopo ho il turno di mattina"
"Mi piace pensare che non riuscivi ad attendere fino a venerdì" sorseggia la sua birra leccandosi poi dalle labbra le gocce residue.
Clark, non fissare le sue labbra.
Ha le labbra morbide. Gesù, terribilmente morbide
Le parole di quella ragazza mi tornano in mente.
Mi verrebbe voglia di morderle al solo pensiero.
"Anche a me" sussurro. Ma Adrian mi ha sentita, cavolo.
"Cosa?"
Mi schiarisco la voce.
"A-anche a me piace pensare che tu sia in realtà morto, invece eccoti qua."
Mi zittisco immediatamente e evito di aprire bocca, ma il mio piano va in fumo cinque minuti dopo.
"Hai deciso di non parlare più?"
"Ho deciso che non vedo l'ora che questa serata finisca così che tu possa uscire con la mia migliore amica, farle trascorrere una serata indimenticabile, continuare a frequentarla e cosa più importante, voglio che tu la smetta di provarci con qualsiasi essere che abbia una vagina" prendo la mia Dr.Pepper e ne bevo un lungo sorso fissandolo con sufficienza.
"Perché dovrei farle trascorrere una serata indimenticabile?"
"Perché se la merita" ribatto.
Adrian non sembra d'accordo però e storce la bocca.
"Clark, ragiona. Tu non vuoi che lei soffra, non è così?"
Annuisco.
"Bene, allora dobbiamo fare in modo che non sia io a lasciarla perdere, cosa che farei sicuramente anche... Ora, ad esempio. Aiutami a scrollarmela di dosso"
Wow.
"Quindi, secondo te, dovrei aiutarti a rovinare l'appuntamento?" Domando e Baker annuisce con convinzione.
Quello sguardo da manipolatore lo conosco bene ormai...
"D'accordo. Ma lo faccio solo perché altrimenti rovineresti tutto tu"
"Basta giustificarti Clark"
"E tu smettila di essere così insopportabile. Coraggio, mettiamoci all'opera."

Trascorsa un'ora siamo entrambi appoggiati al bancone, lui con l'ennesima birra, io con un succo di frutta, a discutere su come sabotare l'uscita tra Adrian e la mia migliore amica.
Spero solo che funzioni.
"Allora ricapitolando: niente ristoranti, lei ama i ragazzi che la portano al ristorante. Non lasciarla parlare di se stessa, le ragazze escono con i ragazzi solo per parlare di se stesse e la conquisteresti così facendo; non le offrire la cena, lasciala pagare, non le prestare la giacca se avesse freddo, non aprirle nè la portiera dell'auto, nè la porta del locale. Non farle complimenti e inizia a parlare di quanto tu preferisca i gatti ai cani. Fingi che tu non sia tu. Non mettere questi pantaloni, ti evidenziano troppo il sedere, e non cercare del contatto fisico. Mi raccomando, se seguirai queste regole lei ti lascerà stare" concludo il mio riassunto, ma Adrian sembra non esserci.
"Che c'è?" Domando notando il modo in cui mi sta fissando.
"Mi hai per caso guardato il culo, Clark?" C'è della perversione nella sua domanda, ma Dio, cos'ha capito di tutto il mio discorso?
"Ma hai capito qualcosa di ciò che ho detto?" Sbotto.
"Rilassati, ho capito"
"Me lo auguro"
"Intanto hai fatto apprezzamenti sul mio culo" sorride beffardo.
"Ho solo detto che questi pantaloni lo risaltano"
"Quindi lo hai fissato... Sei una pervertita"
Trattengo l'istinto di prenderlo a pugni e mi sfilo la giacca lasciando le braccia completamente scoperte.
Ho semplicemente indossato una canotta fino all'ombelico nera e dei jeans.
Adrian mi segue con lo sguardo e mi studia con curiosità.
"Che c'è?"
"Hai mai provato degli alcolici?" 
"Oh, non ci provare Baker. Non verrei a letto con te nemmeno da ubriaca" mi difendo subito. Con lui non si sa mai...
"Rispondimi"
"Sì, una volta qualche anno fa e anche alla festa delle matricole. Ti risparmio la domanda: sì, mi ha fatto schifo"
"E la birra?"
Dove vuole arrivare?
"No, ma è lo stesso no?"
Adrian prende a scuotere la testa e afferra l'ennesimo bicchiere poggiato sul bancone.
"No, non è lo stesso. Assaggia" mi incita porgendomelo.
Fisso il liquido ambrato con ribrezzo. Mi si contorce lo stomaco solo guardandolo, eppure, non so per quale motivo, lo afferro.
Sarà che forse potrebbe avere ragione. Magari la birra è la mia bevanda preferita ed io morirò senza saperlo...
Porto il bicchiere alle labbra con titubanza, strizzo gli occhi e butto giù un sorso.
Il sapore amaro mi invade la gola e lo stomaco prende a bruciare mentre il mio volto si contrae in una smorfia.
"Allora?" Domanda lui.
"È la cosa più buona che io abbia mai bevuto dopo lo champagne al mio sedicesimo compleanno!" Esclamo con entusiasmo e Adrian sorride insieme a me.
"Sedicesimo compleanno eh?"
Annuisco bevendo un'altro sorso del nettare degli dei.
"Perché non mi racconti un po' di quella serata mentre io ti ordino un'altra birra?"

Cinnamon Junks (Endless story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora