58. Sarebbe stato bello

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Adrian

Tornare a Los Angeles non era mai stato così traumatico.
Prima Victoria che cerca di sedurmi, poi mio padre che mi ricatta.
Non volevo restare a New York certamente, ma nemmeno tornare al campus sapendo di dover evitare Clark senza darle una spiegazione.
Mi sarei aspettato che mi sarebbe venuta a parlare, anzi a gridare addosso perché non ho più dato alcun segno di vita, ma così non è stato.
Sono passati giorni dal mio ritorno e Clark ha saputo solo evitare me tanto quanto io ho evitato lei.
Mi ha reso sicuramente le cose più facili, ma questo non toglie il fatto che vorrei continuamente cercarla, parlarle, interagire con lei anche solo con uno sguardo.
Che situazione di merda.
"Vuoi continuare a fissare il soffitto ogni giorno, oppure riesci anche a scendere dal letto?"
Alec fa capolino nella mia stanza con il suo solito sorriso da schiaffi.
La sua positività è disgustosa.
"Esci dalla mia camera" gli intimo continuando a guardare il soffitto.
"Non mi va"
Si intestardisce appoggiandosi sullo stipite della porta con le braccia incrociate al petto.
Rimango in silenzio cercando di non dargli alcuna soddisfazione mentre lui, dal suo canto, rimane a fissarmi imperterrito.
"Posso farti una domanda?"
"No" rispondo subito.
"Perché tu e Clark non vi parlate?"
"Ho detto che non-"
"Ho sentito cosa hai detto" mi interrompe prima che io possa finire la frase.
Ci mancava solo che Alec e il suo buon senso si intromettessero in questa situazione.
"Allora smettila di entrare in camera mia e riempirmi la testa con le tue domande" mi porto una mano sulla fronte per poi alzarmi a sedere sul materasso.
"La stai evitando o è lei a evitare te?"
"Non voglio rispondere Alec, fattela finita" ribadisco con un tono severo.
Già mi bastano i miei stupidi pensieri, non ho davvero bisogno che lui mi ricordi che sono un coglione.
Che scelta avrei? Se mio padre viene a scoprire che la frequento ancora Clark perde la borsa di studio.
"Perché fai così? Hai finalmente ottenuto ciò che ti rende felice, perché buttarlo via? Non so cosa sia successo ma..."
"Vuoi sapere perché non ci parliamo più?!" Sbotto allora.
"Perché non me ne frega un cazzo di Clark!"
Rimango a fissarlo inerme mentre lui abbassa lo sguardo scuotendo la testa.
"So che te lo dicono centinaia di persone alla settimana, ma sei uno stronzo Adrian. Smettila di respingere le cose belle" asserisce prima di uscire dalla porta e richiudersela alle spalle.
La mia camera torna nella penombra nonostante sia mattina. Non voglio che entri alcuno spiraglio di luce.
Stavolta non avrei voluto respingerla, proprio no, ma lo devo fare per il suo bene.
Solo che, al mio qualcuno ci pensa mai?

•••

"Ricordatemi perché mi sono fatto convincere a venire a Beverly Hills" dice Daryl per l'ennesima volta.
"Perché l'amico del cugino di Josh conosce un certo Paul che era il cliente di un tipo chiamato Thomas che è amico del proprietario della villa: Joe.
E si da' il caso che le feste di questo Joe siano incredibili" spiega Barry.
Nemmeno io sarei voluto venire, ma allontanarmi dal campus e da Clark mi farà bene.
Con l'inizio della Spring Break sarei potuto tornare a New York, ma tra i due mali ho scelto quello minore.
"E poi è pieno di donne con la D maiuscola" ridacchi il ricciolino sfregandosi le mani.
"E tu sei solo un poppante con P maiuscola" ribatte Alec dandogli uno schiaffo dietro la nuca.
"Non rubare ad Adrian il ruolo del cattivo!" Si lamenta vedendo l'amico entrare, così mi avvicino ripetendo il gesto di Alec per poi sorpassarlo ed entrare a mia volta.
"A pensare che gli amici te li scegli!" Urla alle nostre spalle aumentando il passo per raggiungerci.
La casa è la classica villa di Beverly Hills e la festa è la classica festa in piscina con tanto di ragazze in bikini, uomini arrapati e gente ubriaca ovunque.
Mi fermo sulla soglia del giardino dando un'occhiata in giro ed è proprio dentro all'acqua che i miei occhi incrociano quelli che non mi sarei mai aspettato di vedere qui.
Clark.
In piscina.
Con un uomo.
Che cazzo sta facendo? E soprattutto, perché è qui?
"Ciao ragazzi!" Sento una voce familiare distrarmi e far sì che il mio sguardo si allontani dalla bionda.
È Jackie che sta salutando tutti con un sorriso sghembo sulle labbra. Credo che sia ubriaca, ma non mi interessa al momento perché Clark, la mia Clark, sta ridendo per qualcosa che l'uomo accanto a lei sta dicendo.
Potrebbe essere suo padre e lei ci sta provando spudoratamente.
Ha i capelli bagnati e il suo sorriso è luminoso in mezzo a decine e decine di persone.
È incredibile come in una casa piena zeppa di gente io riesca a vedere solo lei.
"Adrian, amico mio!" Jackie torna all'attacco appoggiandosi sulla mia spalla.
"Vuoi da bere?"
Da quando lei e Alec si sono lasciati non avrei nemmeno motivo di esserle amico, ma Jackie è pur sempre Jackie e a me qualcosa da buttare giù va proprio.
La mia vita sta andando a puttane per colpa di mio padre ed io penso solo a bere a una festa per quarantenni.
"Smettila di guardarla altrimenti penserà che te ne importi qualcosa" borbotta riempendo due bicchieri di birra dopo avermi trascinato a un tavolo pieno di alcolici.
"Chi è quello?" Domando senza badare alla sua affermazione indicando l'uomo con lei in piscina.
"Non ne ho la più pallida idea, ma fossi in lei me lo farei" si morde il labbro inferiore lanciando un'occhiata al tipo moro.
Mi verrebbe da serrare la mascella al solo pensiero che Clark possa andare a letto con uno così.
È una ragazza intelligente, so che non lo farà.
"Non te la fai già con uno più grande?" Chiedo.
Jackie si volta verso di me aggrottando la fronte.
"Clark mi ha raccontato di averti visto con Kingston in un locale. Tranquilla, non l'ho detto ad Alec" bevo la mia birra sotto il suo sguardo sorpreso.
"Kingston? Ma di che stai parlando?" Borbotta evidentemente confusa.
"Dai, non fingere che-" ma mi blocco vedendo il suo sopracciglio inarcarsi.
"Non ti stai vedendo con Kingston?"
"Santo Cielo Adrian, no!" Alza le mano in alto.
"Nè tanto meno l'avrei fatto mentre stavo con Alec, ma per chi mi hai preso?!" Esclama.
"E allora che ci facevi con lui?" Continuo a domandare.
"Ho avuto dei problemi con degli esami e lui mi ha proposto un progetto per potermi alzare la media. Un giorno abbiamo finito molto tardi così siamo andati a bere qualcosa insieme per discutere del mio lavoro, ma non è successo assolutamente nulla e Alec ne era a conoscenza" spiega con un sorriso sulle labbra.
"Davvero credi che sia capace di andare a letto col mio professore?" Domanda sbigottita.
"No, non credo che tu ne sia capace" scuoto la testa appoggiando il bicchiere sul tavolo.
"Ne vuoi un altro?" Chiede.
Faccio per negare, ma lei mi precede.
"Se devi continuare a fare lo stronzo menefreghista tanto vale che tu beva ancora un po'" mi convince porgendomi un altro bicchiere, stavolta non riempito di birra.
"Mi fai il piacere di non parlare di Clark? Non ho proprio voglia di sentirla nominare" le intimo afferrandolo dalle sue mani.
"Come vuoi tu..."

Cinnamon Junks (Endless story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora