capitolo 1

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Erano le 19:34 per la precisione. Era una serata stupenda ma io ovviamente non ci facevo caso. Ero nella mia stanza a fissare i muri di color corallo oscurate dall'ombra della sera. Ero triste e sola come ogni sera del resto ed ero terribilmente preoccupata per il mio primo giorno di scuola che sarebbe stato domani alla 'William High Spirits'. Wow, nome importante.

Beh, io ho un carattere decisamente problematico, sono una di quelle che fanno fatica ad ambientarsi e a farsi nuove amicizie o a vivere e sono parecchio ansiosa. E questo il motivo per cui preferisco stare da sola, anche se spesso la persona che mi fa più schifo e paura sono proprio io. E quindi quella sera non sapevo cosa pensare: volevo farmi una vita, ma allo stesso tempo avevo paura che le persone che avrei incontrato mi avrebbero fatto sentire peggio di come sto ora. Un dolore peggiore della lametta che mi segnava la pelle candida e pallida del mio avambraccio, in quel preciso istante in cui pensavo a tutte queste cose. Perfino i miei lunghi capelli marroni erano sporchi di sangue e i miei occhi verdi erano macchiati da chiazze rosse nel bulbo, che un tempo era bianco.

Ero in una complicata relazione con la mia vita, in quel periodo. I miei litigavano ogni giorno. Dovrei ringraziare l'anno sabatico alle hawaai (siamo tornati appena 3 mesi fa)  che mi ha rivelato il vero volto di mio padre. Durante le vacanze papa', o dovrei chiamarlo pezzo di merda, ha tradito mia madre con una ragazza hawaaiana, completamente priva di cervello e bionda. Sì, aveva delle belle curve, ma ciò non giustifica un uomo sposato a comportarsi da vero idiota con la propria moglie. E da allora mamma 'controlla' papa' ovunque, ma lui riesce comunque a fare quello che cazzo gli pare, occorrendo spesso alla violenza. Ma mamma non molla. Gli urla tutte le sere che è un padre spregevole e che pensa a se stesso, e lui la picchia.

Io cosa posso farci?

Con me non ha mai alzato le mani.

Non sono figlia unica e non so se posso trarre un vantaggio da questo. Ho mio fratello di 21 anni Daniel e mia sorella Gracie di 19. Ma non intervengono praticamente mai, perchè non sanno. Probabilmente anche io non dovrei sapere.

Finita la mia uccisione quotidiana, mi alzo e sento in cucina le urla.

"Dio, di nuovo" sospiro.

Mi asciugo le lacrime e il sangue che esce dalla mio braccio, i capelli li laverò prima che arrivi in camera Gracie.

Sono Taylor, comunque. Taylor Moon. Un'autolesionista inglese che odia se stessa e il mondo che la circonda. Volevo tanto che la nuova scuola superiore mi avrebbe fatto cambiare, sentire più sicura, innamorare magari. Sarebbe bello.

Immersa nei pensieri mi lavo e incrocio di sfuggita lo specchio davanti al lavandino. Mi guardo e vedo davanti a me una ragazza di 16 anni, distrutta.

L'anno scorso ero felice. Avevo un ragazzo, una migliore amica, una vita. E poi boh. Il mio ragazzo era annoiato dalla nostra relazione e la mia amica è partita per l'Olanda. E la mia vita è andata a puttane.

Vorrei solo essere felice.

Mi lavo i capelli e arriva Gracie. Sono un po' sollevata.

"Tay" urla. Fa sempre così, e sbatte la porta della camera.

"Gree" cerco di sorridere. "Ti sei divertita stasera?"

"É stato stupendo. Tu non immagini che spasso, una vera ficata!" e si sdraia sul suo letto di fronte al mio.

Lei è praticamente il mio opposto. "Saresti potuta venire sai? Credo che ti saresti divertita."

"No, Gree sai che non mi sento a mio agio tra gli alcolizzati" scherzo.

Lei ridacchia. Le squilla il telefono.

"Oh è Samantha. A dopo Tay." Esce dalla stanza.

Mia sorella è lesbica. Io non sono omofoba e le voglio bene per com' è.

Bassina, capelli corti ramati, percing e orecchini ovunque e un sorriso particolarmente malizioso. Ovvio che ha così tanta gente intorno, è così carina.

Vorrei essere come lei.

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