capitolo 22

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Erano quasi le tre del pomeriggio, quando un pensiero mi invade la mente.

MIA MADRE.

"Mio dio!" Mi alzo di scatto dal divanetto color blu cielo, e subito mi poggio ad un mobile accanto per evitare di cadere.

Liam sobbalza dalla sedia.

"Tay che succede?" Dice allarmato.

"Mia madre..." la disperazione prevale. " ... lei non sa, non deve sapere!"

"Lei non saprà." Sospira calmo Liam. "Ci inventeremo qualcosa."

"Okay... grazie."

Liam mi sorride e si alza dalla sua scomoda sedia, per raggiungermi al divanetto.

Mi cinge le spalle con il suo braccio. Io mi appoggio a lui, rilassata.

Non dovrei più fidarmi degli uomini, dopo quello che mi era successo.

Ma sono ingenua. Che posso farci?

"Non hai ... che ne so... tipo..."

"...paura di me?"

Il tono della sua voce sembra in un certo senso triste.

Io mi sollevo dal suo duro petto e lo guardo negli occhi.

Marroni perfetti.

"Liam... mi avete salvato la vita." Sussurro. "Dovrei avere paura?"

"No scusami... ero terrorizzato all'idea che tu lo fossi."

Scuoto la testa. "Non è così, davvero."

Dopo un silenzio di intensi sguardi e sorrisi timidi, chiedo.

"Zayn ... verrà?"

Il suo volto si incupisce un pochino. "Si fra ..." controlla il quadrante sul suo orologio da polso. "... 10 minuti circa."

"Oh bene." Sorrido.

Non vedo l'ora che arrivi.

Non che Liam non fosse un granchè, ma Zayn mi conosceva meglio. Più di chiunque altro.

"Potrebbe essere di pessimo umore, ti avverto." Dice un po' contrariato.

"Non importa. É sempre Zayn."

Finge un sorriso.

"Vado a prendere dell'acqua, ne vuoi un bicchiere?"

Annuisco e lui si avvia in cucina.

Torna dopo pochi secondi con due bicchieri pieni.

"Ecco a te Ta..."

Senza che riuscisse a finire la frase, il tappeto si arriccia sotto i suoi piedi e lui vi si inciampa sopra.

Il bicchiere gli scappa dalla mano e finisce sul mio vestito malridotto.

Io sobbalzo dallo spavento.

"Santo cielo scusami!"

"Liam non ..."

Scappa in cucina e prende dei tovaglioli.

"Liam non importa..."

Lui ha un sorriso imbarazzato. "Scusami, sono un po' maldestro."

Anche Zayn non è il massimo della delicatezza.

Io sorrido tranquillamente.

Lui prende un tovagliolo dal tavolino e lo pigia sulle pieghe bagnate dell'abito.

"Ecco ti asciugo solo un po'." Borbotta imbarazzato.

Io ridacchio dolcemente e lui arrossisce ancora di più.

Lui era imbarazzato da me?

Era diventato il colore di un peperone per una mia risata?

Ero a novanta metri sopra il cielo.

"Grazie." Dico quando è arrivato oramai all'altezza del petto.

Non so, ero così intimorita dai suoi tocchi caldi.

"Aspetta." Mi dice avvicinando il viso al mio. "Hai qualche goccia sulla faccia."

Era in ginocchio davanti a me, e arrivava con la testa di fronte alla mia. Mi sentii il corpo avvampare quando notai che il suo viso era a dieci centimetri dal mio.

Impugna il tovagliolo e lo arrotola, in modo da renderlo più sottile.

Mi tampona gli zigomi con cautela, e pareva una carezza, nonostante il tovagliolo fosse ruvido.

Questa scena sembrava averla già passata. Come un dejà-vu.

Mi passa un ultima volta il fazzoletto sul viso, passando anche sulle labbra e mi scappa un sorriso.

"Ecco ora è perfettamente pulito."

Penso che si riferisse al mio sorriso.

L'impulso mi spinse ad allontanarmi dalla sua faccia, ma qualcosa mi fermò. 

"A volte la gente non viene trattata come dovrebbe." Sussurra vicino alle mie labbra.

"Tu per esempio, dovresti solo essere amata."

Il mio stomaco aveva fatto un indigestione di farfalle.

Liam continua ad avvicinarsi e piega leggermente la testa di lato.

Non so che cavolo di idee mi giravano in quella testa, e così lo feci anche io. Mentre le nostre labbra stavano per incontrarsi ...

DRIIIIIIIIIN!

Era arrivato Zayn.

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