capitolo 25

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Era una delle senzazioni più brutte e dolorose che abbia mai provato prima d'ora.

Più delle ferite che mi procuravo da sola sui miei polsi, più dei pugni che tiravo contro il muro, più dei miei urli che quasi strappavano le mie corde vocali.

Volevo dimenticare la sera del mio "quasi-stupramento", ma non volevo davvero perdere la mia  vita, per la prima volta in tutta la mia esistenza avevo pregato di rimanere, di resistere, di lottare.

"Taylor..."

Non sentii più nulla, fuorchè la sua voce.

Rimbombava nella mia mente ma è come se le sue parole non avessero senso nella mia testa.

Dopo pochi minuti credo, o ore (boh), una mano fredda mi fece sobbalzare, e tirare tutti i muscoli indolenziti.

"Ma cosa...?"

"MAMMA MAMMA, TAYLOR SI É SVEGLIATA!"

"Grey cosa ci fai qui? Cosa, dove siamo?" Borbotto a voce cosi bassa da quasi non sentirmi.

Lei non mi ascolta, probabilmente, corre verso il corridoio e urla delle parole riferite a mia madre che entra pochi secondi dopo correndo nella sala.

Non esita a mettermi le mani gelate sulle guance.
'Oh avanti le mie guance sono diventate un riscaldamento gratuito?'

"Mio dio Taylor... tu... santo cielo..." era molto sudata, eppure le sue mani così fredde, tratteneva le lacrime si vedeva.

"Mamma ma che...?"

"Eri a casa di due ragazzi Taylor! Cosa ti hanno fatto?!?" Alza il tono della voce e io sobbalzo e mi metto seduta, avvertendo un lieve bruciore allo stomaco.

"Mamma loro... "

"Mi hai mentito, Taylor! Eri a casa delle tue amiche e poi..."

"MAMMA!" Grida Gracie, salvandomi dalla furia della mamma. "É frastornata, mantieni la calma per favore."

É impressionante quanto sappia mantenere la mamma in una posizione così tranquilla.

"Oh... si scusa tesoro, e che io..." singhiozza e non posso fare a meno di sentirmi uno schifo per averla fatta preoccupare.

"Mamma non fa niente." Dico accennando un sorriso. "Scusami se non ti ho detto che ero passata a casa di Liam, ma non hanno fatto nulla, anzi mi hanno aiutata molto."

"LIAM? LUI chi è?!"

"Mamma... un amico di Zayn..." le mie parole non la tranquillizzano affatto. Ma al nome di Zayn sembra che le rughe di nervosismo sul suo viso si afflievoliscono.

"Okay." Dice con un sorriso completamente falso. "L'importante e che stai bene."

"Quando uscirò di qui?"

"Taylor hai avuto un arresto cardiaco e delle infiammazioni anomale allo stomaco, non sono cose da niente."

Sbuffo alla risposta noiosa della mamma.

Erano le 10:04 del giorno dopo. Avevo dormito tutta la notte e la festa era saltata.

Che idiota. Vado a pensare alla festa quando sono chiusa in un ospedale bianco strapieno di brodini al dado vegetale.
Disgustosi.

"Mamma posso avere il cellulare?"

Mia madre mi passa controvoglia il cellulare e noto sulla schermata illuminata 3 chiamate perse e una ventina di messaggi.

Apro le chiamate:

-Zayn

-Liam

-(sconosciuto)

Decido di ignorare la chiamata anonima e chiamo Zayn, Liam starà con lui.

*Pronto?*

*Taylor cazzo sei viva?* mormora preoccupato e sorpreso.

Ridacchio. *Grazie eh, mi davi già della morta?*

*No ma quasi.* rido per i suoi sospiri di sollievo e provo ad immaginarmi il suo sorriso caldo davanti ai miei occhi.

*Posso venire da te?*

*Beh... si, cioè puoi... si.* balbetto insicura.

Ricordo appena che mia mamma era seduta a pochi metri da me.

Lui ride. *C'è tua mamma lì vero?*

*Esattamente.* trattengo una risata.

*Non importa vengo lo stesso, so che piaccio a tua madre.* dice accennando delle risate.

*Ti aspetto* mormoro, e attacco la chiamata.

Mia madre mi guarda fissare il contatto di Zayn a fine chiamata.

"Sta arrivando Zayn." Mormoro arrossendo alla mamma.

Lei ride per la mia reazione.

Ecco come le mamme si prendono spesso gioco dei sentimenti pazzi di adolescenti in piena crisi ormonale.

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