capitolo 30

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Mamma ha bisogno di essere meno azzeccata con l'orario.

Sono sicura che voleva dirmi una cosa abbastanza importante Zayn, ma anche lei non sembrava avere un motivo poco valido per interrompere.

Aveva il viso rigato dalle lacrime, che non scendevano più, ma avevano rovinato il suo leggero strato di fondotinta creando una piccola striscia che arrivava fino alla fine del collo, quasi.

Gli occhi rovinati e rossi, e il corpo debole, a stento riusciva a reggersi sulle sue gambe.

"Signora Moon?" Esclama Zayn, interrompendo il mio sguardo intenso sullo stato di mia madre.

Perchè era ridotta in quel modo?

Non per colpa mia, vero?

"Signora Moon, sta bene?"

"Cos hai di sbagliato, Taylor?" Ignora la domanda di Zayn. "Perchè?"

"Mamma io..." lotto contro le lacrime perchè avevo pianto troppo, e avrei potuto rischiare di avere una disidratazione, davvero.

"Tuo padre." La sua voce incombe sulla mia e assume un atteggiamente a dir poco pazzoide. "Tuo padre ti ha preso come una psicopatica!"

Non sapevo che dire, io ero una psicopatica.

"Ho dovuto lottare contro di lui, letteralmente, per non farti chiudere in manicomio!" Alza la voce e si dirige verso di me. "Che cosa ti salta in mente?!"

"SIGNORA per favore non credo sia il caso di reagire così..."

"Cerca di non immischiarti, idiota."
Mia madre?
Cosa..?!

"Mamma! Non parlare a lui in questo modo!" Non posso far a meno di sentire la mia voce tremolare.

"Signora, vada a riposare, potrebbe dire cose che non pensa." Dice, Zayn, accarezzandogli gentilmente la spalla. "Venga fuori, per favore."

Mia madre cambia espressione e assume un espressione persa.

Era ovviamente ubriaca e Zayn lo aveva perfettamente capito.

Comunque era una situazione parecchio strana perchè di solito da ubriachi non si è così arrabbiati, e poi non è da mia madre ubriacarsi, per niente proprio.

Appena Zayn chiude la porta dietro di me mimando una buonanotte con le labbra, io lancio un urlo liberatorio.

Non servì a far uscire i demoni dal mia fottuta anima.

Mi bruciava solo la gola.

E gridai di nuovo. Questa volta seguito da un pianto disperato.

Presi incoscientemente, un bicchiere di una medicina sul mio comodino e lo frantumai sul pavimento, poi presi una vecchia tazza di un brodino, e feci lo stesso.

Non avevo mai sfogato la mia rabbia in questo modo e devo dire che è molto meglio che tenere tutto dentro e giustificare il mio dolore dal sangue che colava da i miei polsi

Ero così insicura.

"Qualcuno mi salvi!" Dissi sempre gridando, ma sedendomi sul lettino, quasi stanca. "Qualcuno mi salvi da me stessa.."

Mi svegliai alle 09:37

Svegliata dell'infermiera in vestito da lavoro.

Da quando le infermiere andavano in girno con cortissimi tubini bianchi?

"Signorina Taylor, buongiorno." Il suo tono di voce dolce mi fece rocredere sul suo conto. "Si è addormentata sulla punta del letto, per fortuna l'ho notato, senno stamattina ti saresti svegliatacon un grosso male alla schiena."

Fino un sorriso, per un altra volta ancora.

"La ringrazio molto."

"Non c'è di che."

Esce dalla stanza.

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