capitolo 34

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Se mi guardavate, potevate notare benissimo i miei occhi a forma di cuore pulsante.

Non potevo crederci, come faceva ad essere reale? Come potevo io, essere accontentata dal destino, una buona volta?

"È tutto vero?" Dico tremando. Per il freddo, probabilmente.

"Sai all'inizio credevo mi avresti lanciato qualcosa addosso, ma è andata piuttosto bene." Dice soddisfatto. E io sorrido.

Non avrei MAI lanciato qualcosa addosso ad un ragazzo che mi piaceva da tempo, solo perché voleva baciarmi. Vabbè, non l'avrei fatto a prescindere.

Erano passate due ore e mezza. Sono state le più intense della mia vita.

Ci coccolavamo, sorridevamo, scherzavamo, ci baciavamo.

Non volevo nient'altro. Ho amato quei momenti, eravamo qualcosa e io mi sentivo parte di essa.

Purtroppo era arrivato il momento di fasciare la mia spalla lussata.

Sperai non fosse una frattura scomposta sennò mi toccava tirarla per farla tornare nella giusta posizione, e poi aspettare altro tempo per poi fasciarla.

Ovviamente lo fu.

"Stai tranquilla, okay?" Dice vicino al mio orecchio, sussurrando. "Ti tengo la mano, Taylor."

Annuisco un po nervosa e gli afferro la mano.

"Pronta signorina Moon?" Dice la dottoressa incontrata la stessa mattina.

Sperai che ci sapesse fare con le ossa così quanto ci riesce con le persone.

"Al mio tre, okay?"

"Sì."

"Pronta?"

"Certo."

"Uno, due...." Zayn mi tiene stretta la mano più che mai.

"Tre!"

TAC.

Gridai e fu come una liberazione.

"Cristo, fa un male cane."

"Finalmente ci ha lasciato soli, non ne potevo più." Afferma mantenendo su di me il suo contatto visivo. "Fra poche ore possiamo andare via."

"Già, ma io dove andrò?" Il mio umore scese sotto i tacchi.

Ero in lite con mia madre e mio padre. I miei fratelli mi avrebbero scambiato per psicopatica. Non avevo altri parenti o cose del genere.

"Vieni da me, no?"

"Cosa?!"

"Hai sentito bene." Dice sfiorandomi la guancia con l'indice. "Verrai a casa mia fino a quando non si sarà sistemato tutto, non si discute."

Sorrido al suo comando, che non suonava per niente come un ordine, ma gliela diedi per vinta.

"Sei il mio ragazzo." Ripeto come un idiota ad alta voce.

"Si, credo proprio di sì." Mi lascia un bacio caldo sulle labbra, e poi mi trascina sul lettino e ci accomodiamo.

Sui cuscini, sdraiati.

Mi cinge le spalle con il braccio e poi dice: "tu invece, sei io mio amore."

Oh.

"Cazzo, ma come fai ad essere così dolce?" Gli sorrido.

"Dipende a chi ti stai ispirando."

"Ispiro dolcezza?"

"Mi ispiri in generale."

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