capitolo 31

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Mi svegliai e mi sentii confusa e stordita, ma non volevo assolutamente rimanere sola. Cosi presi il telefono sul comodino bianco e guardai attentamente la rubrica per capire chi davvero avevo intenzione di vedere quel giorno.

Così chiamo Zayn, ovviamente.

Mamma non era proprio tra le mie priorità.

Squilla una volta.

TUM.

La seconda volta.

TUM.

Parte a tutto volume  una canzone metal dal corridoio. Abbastanza forte da svegliare l'Alaska.

Così sento un grande tonfo, sempre da quel maledetto corridoio, e poi un altro rumore, una bottiglietta, probabilmente di vetro andata in mille pezzi.
'Mi scusi, signora non volevo... io.'

Sobbalzai.

Era lui?
'Ma va a quel paese ragazzaccio."
"Mi scusi..."

*Pronto?*
*Zayn, ma cosa... sei qui fuori?*
*eh già.* sospira. *posso entrare?*
*Certo... io... okay.*

La porta si apre.

"Passata una bella notte?"

"Zayn, ma perchè sei qui? La mamma dov è?" Chiedo confusa.

Non capisco come, perchè è rimasto qui. Perchè non la smette di preoccuparsi per me? Non ha ancora capito che sono un caso perso?

"Tua madre l'ho riaccompagnata da tua nonna suppongo."

"Nonna?! Io non ho nonne!"

Ho delle nonne?

"Non so se era tua nonna o qualcosa del genere." Dice alzando le spalle in modo buffo. "Mi ha pregato di non riportarla a casa."

Chissà cosa o come papa' l'abbia minacciata...

Preferisco pensare alla mia situazione, sai com è sono in un ospedale.

"Perchè sei tornato qui? Perchè non sei andato a riposarti?" Gli accarezzo le borse sotto gli occhi. "Guarda che occhiaie."

Sospira pesantemente e abbassa lo sguardo.

"Non posso."

"Hai finito la benzina, qualcosa del genere?"

"No! No!" Scuote la testa molto molto assonnato. "Cosa c'entra."

"Non posso lasciarti. Non ci riesco."

"Cosa intendi?" Chiedo troppo confusa.

Mi avvicino al letto e mi siedo sopra poichè le gambe si erano fatte pesanti.

Non so per quale motivo il braccio inizia a farsi pesante e di istinto provo a fare una circonduzione con la spalla.

TAC!

Rimango bloccata e urlo dal dolore.

Zayn si precipita verso di me e mi aiuta ad abbassare la spalla, senza crearmi troppo dolore.

"Ssh, calma."

A poco a poco la mia spalla torna normale e mi sento sollevata.

"Grazie."

"Ricordati che è lussata, non muoverla."

"Strano non hanno messo nulla."

"Oggi faranno le fasciature ed uscirai da questa porcheria."

Finalmente

Non ne potevo più di brodini.

"Non vedevo l'ora." Gli stringo la mano e lui sorride debolmente.

"Cosa stavi dicendo?"

"Uhm..." finge di non ricordarsi. "L'ho dimenticato."

Avevo davvero voglia di sapere quello che aveva in mente, perchè una piccola scintilla di speranza si era accesa in me. Lui è la mia speranza, ho bisogno di lui per andare avanti.

So che doveva dire qualcosa sul nostro conto. Diceva che ci teneva a me o sbaglio?

"Zayn, perchè sei rimasto?"

Sembro una vecchietta che elemosina al semaforo, ma lui non è da meno. "Nessuno resta da me, perchè tu l'hai fatto?"

Lui nervoso si strofina la mano dietro al collo e poi su per i capelli.

'Quanto cazzo sei sexy?"

"Sai... " incomincia. "... la sera del... beh, lo sai."

La sera in cui Logan mi ha violentato, sì ricordo.

"Ero giù di morale perchè..." tira su con il naso e sperai che non piangesse. "... ci hanno avvertito di papa'."

"Cosa?!" Dico euforicamente. "Cosa... hai notizie? Cosa hanno detto?"

Dalla sua espressione, immagino niente di buono.

"La sua missione è fallita."

I suoi occhi tristi incontrano i miei e una lacrima gli scende. "Dopo sette fottuti anni di attesa!"

Inizia a piangere più forte.

Lo avvolgo tra le mie braccia, nonostante il dolore, preferivo far stare meglio lui, tanto non sono tutta sta' importanza.

"Zayn." Gli accarezzo i capelli e noto che è davvero distrutto così non posso fare a meno di confortarlo. "Non è detto che sia morto. Non hanno notizie, non perdere la speranza."

Lui si allontana dalle mie braccia e mi guarda, gli occhi ancora lucidi. "Ma ho capito una cosa.

Ci tenevo troppo a te e non volevo che mi lasciassi come ha fatto lui."

Fu lì che le sua espressione mi disse tutto.

Aveva bisogno di me, quasi quanto io avevo bisogno di lui.

"Lui non è tornato." Continuò a singhiozzare. "Lui non tornerà."

Gli prendo la mano e gli do un bacio dolce e morbido vicino all'orecchio, e gli sussurro. "Andrà tutto bene, in un modo o nell' altro."

"No, Taylor." Mi sorprese dalla risposta. "Bisogna accettare le cose come stanno. Papà è morto già da tempo." Si asciuga una lacrima.

Capii che non potevo lasciarlo, come lui non poteva lasciare me.

Non dovevo pensare solo a me stessa, ma la cosa strana e che non mi era mai capitato, che qualcuno tenesse a me, come se fosse l'unico modo per sfuggire a questo schifo.

"Zayn."

Tira col naso. "Si?"

Mi girai con lo sguardo sui suoi occhi, pieni di bianche lacrime, e mi venne l'istinto di perderlo dalle labbra e morderlo, assaporarlo, sentire tutto il suo dolore e inghiottirlo per sempre, cosicché gli tornasse il sorriso.... ma niente, ovviamente non feci nulla del genere. Mi limitai a sorridere timidamente.

"Andrò da una psicologa."

Non che fosse una cosa per la quale festeggiare, comunque sorrise anche lui.

"Non ne hai bisogno." Dice asciugandosi le lacrime. "Posso essere io la tua cura?"

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