capitolo 6

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"Taylor."

Zayn.

Aveva gli occhi che luccicavano o sbaglio?

"Taylor cosa... perchè?"

Ero sconvolta non sapevo cosa fare.

"I-io, è... il gatto. É stato il gatto."

Ero sicura che a me luccicavano davvero gli occhi.

"Taylor. Mio Dio perchè?" teneva il tono dolce. Era sul punto di esplodere ma aveva un tono calmo, come se volesse tranquillizzarmi.

"É solo il ... gatto." tentai, con le lacrime agli occhi.

"No, Taylor. I gatti non fanno piangere."

Ero in lacrime.
Bene, aveva scoperto che ero un'autolesionista che cerca di porre fine alla propria vita.
Non sapevo che pensare, ero bloccata, in panico. Non mi era mai capitato prima.
Sono una stupida spostata.

"Tesoro è tutto okay."

Viene verso di me. Mi abbraccia.
Mi sorpresi dalla sua mossa, così calorosa, da un ragazzo che conoscevo appena.
Ma fu uno di quegli abbracci che ti rompe le ossa ma ti aggiusta il cuore.

Mi accarezza i capelli con una mano e con l'altra il viso. Mi sentivo così piccola in confronto a lui. Una bambina.

Le sue braccia mi creavano un calore intenso e che riuscirono a scacciare un po' di disperazione.
Cazzo, ero fottuta.

Dopo che mi ripresi, mi allontanai dalla sua presa, anche se non volevo farlo davvero. Ma non potevo proprio fare la cozza a vita. Anche perché da uno sconosciuto, quasi, mica potevo fidarmi.

"Zayn i-io ... non lo so scusami..." balbettai.

"Sei bellissima." mi interruppe. Ero sudata e avevo gli occhi rossi dal pianto, credo.

Ero bella più issima?

Ci credevo sempre meno.

"Zayn non volevo che tu.." tirai su con il naso. " ... mi vedessi in questo stato.  I-io ..."

"Taylor." mi prende la mano. "Non immaginavo che tu ..." scuote la testa.
" ...perchè?"

Mi allontano da lui scuotendo la testa.

'Mi sono già detta che sono un' emerita idiota? Beh sono un' emerita idiota.'

Mi afferra di nuovo la mano. "Io voglio saperlo Taylor."

"Non mi hai fatto imbarazzare abbastanza Zayn?".

Lui mi guardò con uno sguardo quasi addolorato. Non volevo che mi guardasse come se fossi una povera ragazza che aveva bisogno di aiuto psicologico.

"Cazzo, smettila di guardarmi così."

"Perché lo fai? È brutto ... vedere una persona che soffre fino a farsi del male, cosi."

"Non mi conosci, Zayn."

"Allora facciamolo." mi circonda la mia mano con le sue. "Questa sera, vieni da Nando's. Parliamo un po'."

Mi sorride.

"Okay." Mi allontano da lui e scappo via. Non sopportavo più di guardarlo. Soprattutto ora che lui ... ha visto il mostro che c'è in me.

Corro verso il corridoio della palestra.

Avevo i capelli lunghi sciolti che mi nascondevano le lacrime. Ero una stupida, una grande stupida.

Anche se Zayn mi è sembrato per un momento un modo per riuscire a riaggrapparmi vita, a quella vera, anche se sentivo che lui poteva essere la mia ancora, non volevo. Non volevo sembrare debole. Anche se lo ero.

Non potevo tornare alle lezioni conciata così. Pensai di andare a casa, ma mamma mi avrebbe fatto troppe domande, sul mio aspetto e sul perchè ero uscita due ore prima.

Ma scelsi comunque di tornare a casa. Era sempre meglio che affrontare tutti gli sguardi fissi dei ragazzi su di me. "oh ma guarda quella piange" , "dio guarda che brutti occhi rossi, sembra fatta.", " madonna santa che brutti vestiti."

Ecco perchè preferisco la mamma.

Tornai a piedi di corsa e mi sentii svenire per l'affanno.

Bussai a casa e aprii la mamma.

"Cristo santo Tay! Cosa ti è successo?" mi tirò dentro per un braccio e mi strinse a se. "Taylor, amore, che hai?"

"Mamma ho vomitato molto." mentii. "Non ce la facevo a rimanere alle lezioni. Scusami."

"Tesoro..." mi abbracció fortissimo. Notai che i suoi capelli profumavano di lavanda. Amo la lavanda. E i suoi occhi erano di un giallo acceso e brillavano. Quasi piangeva.

"Vai di sopra a riposarti." mi sorrise.

Annuii e mi avviai di sopra.

Piansi parecchio.

Uno di quei pianti silenziosi, in cui le lacrime scendono senza fermarsi e non fanno alcun rumore. 

E i demoni si impossessavano di me, ad ogni singolo singhiozzo.
Era la prima volta che qualcuno vedesse i miei tagli.
Zayn.
Mi sarei sfogata con lui? Gli avrei detti mai perché? La verità?
Fu il mio pensiero fisso.

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