Capitolo 1

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L'orologio segnava la mezzanotte, ora locale della base militare di Kiwei.

La Discordia appariva come un semplice puntino luminoso, immobile sopra il pianeta di Kiwei, una delle tante basi della Confederazione delle Venti Stelle disseminate nella Proxima Hemithea.

Tenevano lì, sotto chiave, qualcosa di fin troppo importante per la Discordia.

Era passato troppo tempo dall'ultimo scontro - troppo tempo da quando la Discordia non aveva fatto parlare di sé come una delle navi più micidiali del periodo.

Ma Briya Anderz, comandante della Discordia, sapeva benissimo che quella missione non sarebbe stata facile. Kiwei era uno dei luoghi più insidiosi che si trovavano nella galassia e uscire da quella trappola non sarebbe stato facile.

Prese un respiro profondo, cercando di fare mente locale. In quel momento aveva distanziato i soldati della Confederazione che erano piombati addosso a lei e alla squadra d'assalto della Discordia, ma non avrebbe potuto fuggire per sempre.

Appostata dietro a un muro, stringeva nelle mani il proprio fucile. Sentiva i capelli appiccicarsi al collo, il sangue pulsare negli orecchi e la saliva impastarle la bocca.

Deglutì a vuoto, ma il peso della tuta non faceva che aumentare la sensazione di oppressione che provava.

Cercava di capire a che distanza fossero i soldati di ronda, ma le comunicazioni tra i membri della squadra le rendevano difficile il compito. Non riusciva a percepire passi che si avvicinavano mentre gli auricolari ronzavano, alternando messaggi in codice e posizioni.

Briya era rimasta indietro, ne era consapevole. Nessuno l'avrebbe aiutata, avrebbe dovuto fare tutto da sola.

Aveva coperto le spalle alla squadra di assalto, trovandosi in uno scontro fisico con una delle sentinelle - conclusosi con volo del suo avversario in un pozzo, la cui fine era tutt'altro che visibile. Aveva atteso di sentire il tonfo sordo del corpo prima di muoversi nel silenzio che era tornato a formarsi.

«Comandante, abbiamo individuato l'obiettivo. Passo».

«Sapete cosa fare. Non esponetevi troppo, non è questo il giorno in cui il nome della Discordia deve tornare sulle bocche di tutti con un'altra sconfitta. Passo e chiudo».

Le comunicazioni tacquero, il silenzio riprese possesso di quell'ambiente illuminato da luci a neon. Briya aveva paura che le pareti, che apparivano arancioni con la visiera del casco, potessero tradirla, rivelando la sua posizione agli avversari. I giochi di luci e ombre erano una delle tante variabili da considerare in uno scontro e uno dei tanti motivi per cui preferiva di gran lunga combattere dalla Discordia, affidandosi alle abilità dei piloti e dei cannonieri.

Alzò lo sguardo quasi per caso, notando con orrore di essere nel pieno raggio di azione di una telecamera di video sorveglianza. Con il volto distorto in un'espressione mista di terrore e rabbia, senza pensarci due volte, imbracciò il fucile, sparando tre colpi contro la telecamera. Serrò le labbra, pensando che quel gesto le sarebbe costato caro.

Sentì dei passi avvicinarsi quasi a corsa, si rannicchiò dietro alcune scatole impilate l'una sull'altra che si trovavano a poca distanza da lei, aspettando l'arrivo delle sentinelle.

Imprecò sotto voce, passando una mano sul vetro del casco. La tuta le rendeva impossibile muoversi come voleva, in più non era abituata alla gravità del pianeta e ogni azione le richiedeva più sforzo del solito. Togliersi la tuta avrebbe rappresentato un azzardo per lei: senza quella, non sarebbe sopravvissuta per molto tempo. I sensori della Discordia avevano rilevato un'atmosfera vivibile solo per il tre per cento delle specie che operavano a bordo della stessa. E ovviamente lei, umana, non rientrava in quella percentuale. "Sempre la solita fortuna" si disse sbirciando oltre il bordo della scatola. "O forse Laera è solo una menagrama di prima categoria".

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