Capitolo 3

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Il treno arrivò sferragliando, frenò bruscamente e le porte si aprirono con un sibilo. Briya raccolse il borsone, salendo a bordo. Adocchiò un posto libero e, senza curarsi di chi riceveva un colpo dal suo ingombrante bagaglio, si mise a sedere, stringendolo a sé.

La tiritera era sempre la stessa e ormai la conosceva a menadito: avrebbe avuto poco tempo prima che il Consiglio la convocasse per avere un rapporto completo riguardo all'ultima missione della Discordia - motivo per cui aveva ordinato di farsi mandare i rapporti da coloro che avevano trovato Laera.

Osservò distrattamente gli altri passeggeri: la maggior parte erano lavoratori saltuari, assunti nei grandi edifici del centro per svolgere lavori manuali e pesanti, quelli che non venivano ritenuti degni nemmeno per i robot. Erano l'ultimo gradino della scala sociale e molti spendevano i loro pochi soldi nel giro d'affari della malavita dei bassifondi. Non c'era una razza predominante, venivano da ogni angolo della galassia pur di guadagnare qualcosa. Riconobbe due disertori dal marchio che sfregiava il collo. Istintivamente si portò una mano sul proprio, come a voler accertarsi che la pelle fosse ancora liscia.

La Mano Scarlatta.

Quel nome le balenò in testa: conosceva quell'associazione di disertori e traditori del Patto della Frontiera e sapeva benissimo che il suo nome figurava in cima alla loro lista delle persone scomode da togliere di mezzo.

I due si guardavano intorno con sospetto, come se volessero trovare qualcuno. Bisbigliavano e tra il rumore del treno e il chiacchiericcio dei passeggeri - composto anche di più lingue - Briya non riusciva a capire cosa stessero dicendo. Non poteva nemmeno avvicinarsi visto che i sedili erano tutti occupati. Distolse lo sguardo, ma rimase con la sensazione che stessero parlando di lei. Avevano seguito i suoi movimenti fin da quando era salita a bordo del treno, iniziando a bisbigliare quando si era seduta poco lontano da loro. Il treno aveva due file di dieci sedili che si fronteggiavano: lei era seduta nel centro di una, quei due all'estremità dell'altra. Quando fu annunciata la fermata del centro cittadino, si alzò velocemente, ma fu costretta a passare davanti ai due. Prima di scendere riuscì a captare una semplice frase che le fece gelare il sudore sulla schiena. «È lei».

Guardandosi intorno, non vide nessun'altra donna, chi era sceso lì apparteneva ad altri generi. Ingoiò a vuoto, non era la prima volta che avrebbe trovato nemici nella stessa Sester, ma non avrebbe certo dato loro la soddisfazione di farla fuori prima che le avesse fatto lo stesso con loro.

Sapeva di aver guadagnato l'odio di molti disertori dopo esser stata una delle voci più importanti della campagna a favore di quelli sfregi. I disertori avrebbero dovuto essere riconoscibili, il loro non saper portare avanti le scelte di vita doveva essere palese per tutti. Strinse i pugni finché la stoffa dura dei manici non lasciò la sua impronta sui palmi.

Lei ci aveva messo la faccia nei crimini della Discordia, era diventata una delle persone più ricercate della Proxima Hemitea, perché gli altri avrebbero potuto passare sotto silenzio dopo aver tradito il Patto?

Dopo quella campagna, traditori e disertori furono quelli che ricevettero pene più alte, ritenute proporzionali ai crimini commessi. Tuttavia, il numero non era calato e si era sparsa la voce che i marchiati avessero fondato una qualche associazione nei bassifondi di Sester. Più passava il tempo, più era certa della loro identità e quel simbolo le tornava di continuo in mente. Erano affiliati della Mano Scarlatta: prendevano il loro nome dal marchio sul collo una stella che a causa della pelle bruciata spesso diventava rossa. Scosse la testa, consapevole che ben poco avrebbero potuto contro una nella sua posizione.

Ma lei comandava la Discordia e aveva conoscenze nei piani alti: era qualcuno di irraggiungibile per quel gruppo.

Si avviò verso le scale della metropolitana, beandosi per gli ultimi momenti di quel microclima fresco che le gallerie riuscivano a creare. Arrivata a pochi gradini dall'uscita, iniziò a sentire il calore e l'afa appiccicarsi addosso.

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