Capitolo 2

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«Equipaggio al completo, inizio caricamento massimo dei motori» annunciò la voce metallica dell'IA di bordo non appena anche l'ultimo tesserino, quello di Briya, fu avvicinato alla macchinetta segna presenze. Lì, nella stiva, il rumore dei motori era fin troppo assordante. Tappandosi alla bene e meglio le orecchie - per quanto glielo permettesse il casco che teneva sottobraccio - si avviò a passo svelto verso le scale che portavano al ponte di comando. A sistemare e fermare la nave ci avrebbe pensato l'equipaggio. Stando al nuovo annuncio, mancava solo un minuto al caricamento completo.

Salì in fretta, ignorando volutamente i membri dell'equipaggio che incontrava. Alcuni avevano le mani cariche di fogli, ma non aveva tempo per comunicazioni e rapporti da firmare.

Voleva avere tutto sotto controllo e l'unico punto da cui poteva farlo era il ponte di comando. Ci arrivò un attimo prima che l'IA annunciasse il caricamento completo. Appoggiò da una parte il casco, avvicinandosi poi a grandi passi verso le postazioni dei piloti. Si fermò dietro uno di loro, lanciando occhiate agli strumenti.

«Non ci hanno inseguito?»

«Sarebbe strano, no? Diciamo che c'è una buona parte della flotta della Confederazione davanti a noi» rispose quello e solo allora Briya alzò lo sguardo, notando la presenza delle navi in formazione di fronte alla Discordia.

«E per quale motivo non avete ancora virato, zucche vuote che non siete altro?» urlò loro. «Volete farvi catturare come i peggiori novellini della storia?»

«È sempre il momento per prendere in giro la Confederazione».

«Sì, per dare loro modo di farsi due risate mentre giocano con le nostre teste decapitate» disse un altro dei piloti.

«Li volevamo illudere. Ma non ho avuto io l'idea» ribatté il primo. «Abbiamo mandato un messaggio con cui esponevamo la nostra disponibilità a trattare. Ora possiamo andare, aspettavamo solo che tutti fossero rientrati».

«La volta in cui eseguirete i miei ordini e non quelli di qualcun altro, le fughe andranno meglio» sbottò Briya colpendo il sedile, immaginando chi ci fosse dietro alla trovata di giocare con il fuoco. BIT, maledetto BIT.

«Ma veramente» esordì una voce alle sue spalle. «L'ultima volta che ti abbiamo lasciato indietro, quando sei tornata, hai messo su un polverone che si è concluso con il dimezzamento di tre quarti degli stipendi e lo sgozzamento del primo ufficiale».

Briya socchiuse gli occhi, voltandosi poi di scatto. Lentamente e in modo sgraziato, si stava avvicinando un robot dalle fattezze umanoidi, l'unico essere su quella nave in grado di punzecchiare il comandante e non ricevere uno schiaffo. «Cosa vuoi ancora, BIT? Non ti basta aver rischiato di far cadere la Discordia nelle mani della Confederazione?» sospirò lei incrociando le braccia dietro la schiena.

Quello le girò intorno, osservandola a fondo. Briya si chiedeva che cosa cercasse di capire da quell'esame visivo fin troppo approfondito. Non aveva ricevuto ferite, era solo spossata e qualsiasi cosa le faceva scattare i nervi. Se BIT avesse solo osato fare una delle sue solite battute sarebbe finito in mezzo ai rifiuti e poi espulso nello spazio.

La minaccia di fare compagnia ai relitti dei satelliti ormai non faceva più nessun effetto - sapevano entrambi che Briya sprecava il fiato a minacciare l'unico essere sulla nave in grado di riparare in tempi brevi qualsiasi guasto meccanico o elettrico di poca entità.

«Davvero intendi presentarti in quelle condizioni davanti a Laera?»

«Quel soprammobile dovrebbe solo ringraziarmi di averla tirata fuori da Kiwei. Spero che ci sia utile, altrimenti...»

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