Capitolo 21

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Non appena l'IA annunciò che la meta della Discordia era stata raggiunta, Laera si alzò dal posto in cui era rimasta a osservare Briya svolgere il suo lavoro. Doveva ammettere che la Anderz se la cavava ottimamente al comando - avevano ragione le voci che dicevano che era quello il suo luogo naturale. Nonostante la situazione fosse difficile, non aveva ceduto di un passo davanti ai suoi uomini, continuando a mostrarsi con la solita sicurezza. Ma Laera sapeva che non appena la Discordia era entrata nell'atmosfera di Grinda, le redini della situazione erano passate a lei.

La Discordia rimaneva ferma in volo, attendendo l'autorizzazione dal centro di controllo di Yrens, la città che Laera aveva indicato come il centro politico ed economico del pianeta.

«Nessuna novità?» chiese Laera a Briya non appena la vide togliersi le cuffie con cui aveva ascoltato i messaggi inviati da Yrens.

«Parlaci te, forse riusciamo ad atterrare. Abbiamo cercato di spiegare loro che non siamo qui per motivi bellici... cioè, insomma, è collegato alla guerra, ma non vogliamo entrare in conflitto con Grinda. Non vogliono darci ascolto!»

Laera annuì. «Probabilmente non capiscono la lingua» le disse nascondendo una piccola risata.

Briya alzò le spalle, facendo cenno all'ufficiale delle comunicazioni di lasciarle il posto e l'altra si sedette, indossando le cuffie sotto lo sguardo incuriosito dei due.

Briya la ascoltò parlare con Yrens nella lingua natale di Grinda, una delle poche che non avevano subito influenze dalle altre parlate nella Proxima Hemithea e una delle più difficili. Briya aveva rinunciato a studiarla, additando il fatto che probabilmente non le sarebbe mai servita, ma in quel momento avrebbe pagato oro un traduttore istantaneo per capire cosa Laera stava dicendo.

Per quanto la lingua di Grinda fosse difficile, a sentire quelle parole scivolare fluidamente dalla bocca di Laera, in quel momento appariva quasi melodiosa.

Briya si spostò dietro un orecchio una ciocca di capelli che era sfuggita alla crocchia, aspettando che Laera finisse la conversazione con Yrens.

Quando la vide alzare le mani per togliersi le cuffie, non poté trattenere la propria curiosità, accompagnata anche da una discreta agitazione.

«Che hanno detto?»

«Possiamo atterrare. Te l'ho detto che il mio cognome è la chiave per tutto su Grinda. La rete di influenza che ha creato mio padre e mio nonno prima di lui si estende ovunque. Yrens è la nostra città natale, ma anche quella dove siamo più influenti».

«E non avete nemici?»

«L'odio su Grinda non viene contemplato. Cerchiamo di aiutarci a vicenda: la nostra ricchezza fa in modo che una buona parte di chi non ne ha la possibilità, può cercare di avere un tenore di vita dignitoso. Ora, se permetti, gradirei evitare di presentarmi con la divisa del Patto addosso. Causerei un leggero scandalo e sinceramente, non mi sembra il momento adatto».

Laera si allontanò dopo aver fatto un cenno con la testa e Briya, dopo un attimo di incertezza, la raggiunse a passo svelto.

«Che hanno detto?» ripeté Briya.

«Che l'atterraggio è consentito... non l'avevi capito poco fa?»

«Sì, ma voglio dire... hanno chiesto il motivo?»

«Ovviamente, Anderz. Ho risposto che siamo qui per una missione diplomatica e che tutto è stato svolto sotto mia richiesta personale. Per loro, almeno per ora, il Patto della Frontiera non c'entra niente con la presenza della Discordia».

«In effetti è la verità... non sappiamo niente della situazione di Kiaphus, non abbiamo un briciolo di verità su cui appoggiarci».

«Sono rimasti solo i nostri punti di forza ed è su quelli che dobbiamo sostenerci. Le voci fanno solo male allo spirito: basta un sussurro per scatenare una tempesta negli animi. Grinda non ha mai negato l'aiuto a nessuno, non vi lasceranno da soli».

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