Capitolo 15

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Rimasero in silenzio, a fissare due punti diversi della stanza: Briya guardava il muro, ma non riusciva a mettere a tacere i suoi dubbi. Serrò le labbra, stringendo con forza una mano contro l'altra, pensando che avrebbe voluto non aver mai saputo quelle cose.

Rischiavano di rimanere lontani da Kiaphus mentre sul pianeta la Mano Scarlatta si allungava fino ad arrivare al centro di Sester. Potevano dichiarare fuori legge lei e Jareth, forse anche Laera e, nel caso, sicuramente li avrebbero braccati finché le loro teste non sarebbero rotolate nella polvere di qualche pianeta.

Dovevano vincere prima che la Confederazione e la Mano Scarlatta diventassero troppo potenti.

Laera fissava Briya, cercando di capire cosa le passasse per la testa: le sembrava tesa, pronta a scattare come una molla; Jareth aveva avuto una reazione simile visto che l'aveva congedata con tono freddo dopo qualche attimo di silenzio. L'aveva visto preoccuparsi man mano che esponeva i suoi dubbi, come se fosse andata a toccare argomenti che avevano scoperchiato un baratro di incertezze.

Dovevano muoversi con cautela, ma un solo sbaglio sarebbe costato caro: l'idea che la sua presenza sulla Discordia fosse per toglierla di mezzo le faceva gelare il sangue nelle vene.

Riguardo al suo rapimento, aveva pensato a tutto, fuorché all'infiltrazione della Mano Scarlatta. Non aveva ceduto alle torture, ma se non fosse stata mandata la Discordia, non sarebbe sopravvissuta.

C'era qualcuno che tramava nell'ombra, qualcuno che potesse essere chiunque.

«Cosa credi succeda su Kiaphus?» chiese Laera, guadagnandosi in risposta da Briya un cenno del capo che esprimeva una sola cosa: non ne aveva la più pallida idea.

La situazione dei bassifondi di Kiaphus non era mutata e Kaeler lo sapeva: era certo che fosse questione di giorni prima che tutto potesse tornare a girare nel modo migliore

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La situazione dei bassifondi di Kiaphus non era mutata e Kaeler lo sapeva: era certo che fosse questione di giorni prima che tutto potesse tornare a girare nel modo migliore.

Il Patto della Frontiera era rimasto silente per troppo tempo e perciò aveva assunto l'aspetto di un organismo malato e quella partenza della flotta, così repentina rispetto ai preparativi, era apparsa sospetta ai più.

Giravano voci e Kaeler sapeva quali rappresentassero la realtà - era stato lui a metterle in giro, confidando nella facilità con cui gli abitanti dei bassifondi credevano a tutto: era vero che la Mano Scarlatta si era infiltrata nei rami del potere, che presto avrebbe dato una vita migliore a tutti coloro si sarebbero uniti alla sua causa.

Allungò una mano verso il piatto contenente dieci stecche di Chow, fornitegli da quelli che erano disposti a rovesciare il Patto, e ne afferrò una, staccando un pezzo con i denti e iniziando a masticarla.

Stava aspettando da ore uno dei funzionari della Confederazione e non aveva idea di quanto dovesse ancora aspettare né di come avrebbe fatto a superare i controlli su Kiaphus. Tamburellava sul piede sulla gamba del tavolo, sentendosi sempre più impaziente mentre gli effetti del Chow iniziavano a farsi sentire.

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