Aprire gli occhi era sempre una tortura: le luci dell’ospedale gli parevano troppo intense. Era l’ennesima tortura che si aggiungeva ai dolori che, ogni giorno, lo attanagliavano in ogni arto. Qualsiasi gesto, soprattutto nei primi tempi, costava a Julyen una fatica che non avrebbe mai immaginato.
Gli avevano dato del miracolato: non erano pochi coloro che l’avevano dato per spacciato. L’esser sopravvissuto a uno squarcio del genere era una storia che, in futuro e se mai fosse tornato al bar del Vicolo degli Ulivi, gli sarebbe bastata per avere pagata qualsiasi consumazione.
Non si sentivano molte storie su Kiaphus e, tra gli ubriachi, più apparivi spararla grossa, più loro erano disposti a pagare per sentire altri racconti.
Piegò un braccio a fatica, portandolo sopra la faccia e coprendosi gli occhi: i medici non sembravano aver fatto caso al simbolo sul collo - nessuno l’aveva ancora denunciato? Possibile che quella copertura che aveva acquistato al mercato nero fosse così resistente?
Un colpo di fortuna, per lui. Un po’ meno per la Anderz che, inconsapevolmente, continuava ad avere una minaccia intorno: avrebbe potuto giocare su quel che gli era successo per ottenere un qualche avvicinamento nei suoi confronti.
Aveva ascoltato alcuni notiziari che gli altri occupanti della stanza seguivano con un qualche interesse pur di far trascorrere più velocemente le giornate lì, nell’ospedale di Grinda, in cui si ritrovava confinato da… un tempo indefinito. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato dal momento in cui aveva sentito un’esplosione perforargli i timpani e la sensazione di freddo impossessarsi del corpo.
Ancora aveva dolore a muovere gli arti, si trascinava a fatica in bagno, ma sopportava il dolore, aggrappandosi alle stampelle come se da esse dipendesse davvero la sua incolumità, per sistemare la copertura che, fino a quel momento, gli aveva salvato la vita. Non aveva idea di come avrebbe reagito la Anderz se avesse saputo la verità sul suo conto, ma probabilmente non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Ingoiò a vuoto, rabbrividendo al pensiero di immaginare la sua esecuzione: ne aveva viste tante, ma essere sul patibolo, consapevole di avere gli occhi di tutti puntati addosso, di essere al centro delle grida e degli insulti lo spaventata più dell’idea in sé della morte.
«Armonia… certo che si diverte con l’ironia» ridacchiò uno degli altri uomini, alzando appena il volume della televisione.
«Chi?» mugugnò Julyen, cercando di voltarsi verso di loro. Teneva gli occhi socchiusi, consapevole che fosse uno dei tanti effetti collaterali delle medicine con cui gli infermieri e i medici lo imbottivano durante il giorno.
«La Anderz, Tann. Chi altro credi che sarebbe capace di mandare un messaggio così chiaro - andate a quel paese - alla Confederazione con un solo nome?» chiese un altro scoppiando poi a ridere. «Se poi ci pensate, è arrivata qui con la Concordia, ha chiamato Armonia la sua flotta, ma l'unico nome giusto per lei è quello della Discordia».
«Mh-mh» rispose Julyen, tornando a guardare il soffitto.
«Sarà bello tornare a combattere».
Julyen perse il filo del discorso poco dopo, smettendo di ascoltare i botta e risposta che si alternavano alla voce della conduttrice del telegiornale. Il tempo iniziava a stringere nei suoi confronti, non avrebbe potuto più rimandare troppo quello che aveva intenzione di fare - ciò che Kaeler gli aveva ordinato.Avrebbe dovuto farlo da tempo, ma Briya si era sempre rivelata sfuggevole: riusciva a scappare anche al destino che gli altri volevano decidere per lei, ma sarebbe arrivato il momento in cui anche lei sarebbe stata protagonista di un crollo. Sapeva che stava arrancando nel cercare di uscire fuori da quella situazione in cui la distruzione di ciò che rimaneva del Patto, la morte di Jareth Edam e lo squarcio della Discordia l’avevano messa.
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Discordia
Science FictionStardust Saga I La galassia Proxima Hemithea è il teatro di guerra tra la Confederazione delle Venti Stelle e il Patto della Frontiera, un conflitto nato dalla differenza di ideali tra le due fazioni. Il rapimento di Laera Breckett durante una miss...