Capitolo 18

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«Che cosa dovrei sapere?» chiese la Anderz non appena ebbe finito di scrivere il messaggio.

«Il Consiglio sospettava da tempo i contatti tra la Mano Scarlatta e la Confederazione».

«Questo lo so. Avevamo già qualche dubbio...»

«Il motivo per cui mi trovo qui, sulla Discordia, non è quel che pensi».

«Mi sei piombata a bordo da un giorno all'altro, sarebbe ora che lo sapessi visto che non sono riuscita a pensare a niente».

«Si vede che non pensi» sorrise Laera avvicinandosi a Briya. Le sfiorò una guancia con la il dorso della mano, continuando a guardarla. «Ho cercato di salvarti: l'unico modo in cui lo potessi fare era convincere il Consiglio a dare pieni poteri decisionali alla Discordia. Se vi fosse staccati dalla flotta, avreste avuto modo di continuare a combattere».

«Perché non me l'hai detto? Chi è che lo sapeva?»

«Jareth e basta. Quando sono arrivati i risultati delle indagini, il nostro unico piano vedeva la Discordia come protagonista. L'Olavia... non è imprevedibile».

«Perché non me l'hai detto?» sibilò Briya socchiudendo gli occhi e stringendo i pugni.

«Sapevamo che questa sarebbe stata la vostra decisione in ogni caso. Questa è l'unica nave che può continuare a combattere contro la Confederazione, siete gli unici che potete mettere fine alla guerra».

«Questa non è più una guerra, Soprammobile, è una follia. Ma se credi che la Discordia si tiri indietro, ti sbagli di grosso».

«Quel che volevo sentirti dire».

«Aspetta un attimo, però... qualcosa non mi torna»

Laera agitò una mano. «Jareth crede che non sia in grado di combattere e fin dall'inizio voleva tenermi lontano da qui, ma preferisco rischiare sulla Discordia piuttosto che dover nascondermi su Kiaphus. O forse si è dimenticato che sono una delle poche che appoggia il suo piano?»

Briya annuì, pur continuando a trovare poco senso al complesso: c'era qualcosa che non le tornava, ma non riusciva a capire cosa.

«È ancora presto per la sveglia, dovresti riposare» le disse Laera dopo un attimo di silenzio, continuando ad accarezzarle la guancia. Briya annuì: guardando l'orologio si rese conto che era passato più tempo di quel che pensava.

«Rimani con me?»

«Solo se lo vuoi».

«Allora rimani con me» sorrise Briya alzandosi e stringendola a sé. «Ho bisogno di calmare i nervi, davvero» le sussurrò all'orecchio.

«Perché non lasci che le dicerie di BIT per una volta siano reali?» le chiese con lo stesso tono Laera, allungando una mano verso la crocchia ormai disfatta di Briya. «Lasciati andare, per una volta. Rimarrà il nostro piccolo segreto» aggiunse prima di passarle un dito sulle labbra. «Per favore, Briya. Non puoi continuare così. Non possiamo».

L'altra annuì, abbassando lo sguardo. «C'è ancora qualche ora prima della sveglia».

Camminarono in silenzio, a pochi passi di distanza. Laera non osava aprire bocca, consapevole che BIT avrebbe potuto avere altro materiale per i suoi discorsi e se avesse visto le registrazioni di quel che era successo sul ponte, le avrebbe tormentate a vita. Si era trattenuta dal baciarla, nonostante non sapesse nemmeno lei quanto avesse voluto farlo.

Non poteva metterla in pericolo per un capriccio personale, non avrebbe avuto senso.

Scivolò nella cabina, subito dopo che Briya ebbe aperto la porta e acceso la luce. Non le diede il tempo di appoggiare la giacca sull'attaccapanni. Senza dirle nulla, appoggiò le proprie labbra su quelle di Briya, stringendola a sé.

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