Sester non era mai apparsa così vuota a Kaeler: sapeva quanto fosse viva la città quando ancora il Patto della Frontiera era un'entità forte, ricordava i momenti in cui aveva brillato e in cui l'intero Kiaphus aveva goduto di un'agiatezza a cui il pianeta non era mai stato abituato. Era ciò che l'aveva attratto, ciò per cui aveva deciso di trasferirsi nell'altro emisfero. Ciò che l'aveva rovinato.
Si passò una mano sul collo, sfiorando con le dita il segno che lo marchiava da anni e che l'avrebbe accompagnato fino alla morte. Aveva tradito per avere altro Chow.
Strinse una mano sulla tasca mal rattoppata della giacca, tastando più volte le stecche che aveva con sé: gli regalavano sicurezza, lo facevano stare tranquillo.
La via principale di Sester era vuota, segnata dall'abbandono: i muri di molti edifici erano stati imbrattati da graffiti e scritte, alcune in lingua comune, altre in quelle parlate dai vari Affiliati. Erano insulti, nella maggior parte dei casi.
Frasi di scherno verso la Confederazione e la Discordia, verso coloro che presto o tardi si sarebbero ritrovati con una nuova minaccia sopra le teste.
Della bandiera del Patto della Frontiera, che un tempo sventolava sul palo della facciata dell'edificio che ospitava il Consiglio, non erano rimasti che brandelli anneriti, ciò che la pioggia aveva salvato dal fuoco che era stato appiccato dagli Affiliati.
C'era calma.
Troppa, per i suoi gusti: nessuno tra chi era rimasto su Kiaphus osava uscire di casa. Qualcuno aveva provato a fuggire, ma era stato freddato negli angoli delle strade e l'odore dei corpi in putrefazione si percepiva ovunque. Nessuno avrebbe ripulito le strade - la Mano Scarlatta non aveva bisogno di agire nel pulito. Erano abituati alla sporcizia dei bassifondi in cui erano stati rilegati, erano abituati a giocare sporco per ottenere quel che volevano.
Estrasse una stecca, portandola davanti agli occhi con la mano che tremava. In contrasto con il cielo azzurro di Kiaphus, la stecca appariva più scura di quel che fosse in realtà. Ghignò. Ne staccò un morso, appoggiandosi a una parete, coprendo un pezzo di un graffito che non aveva ben compreso.
Ciò che avevano macchinato per anni stava finalmente prendendo forma, aiutato dalla rabbia per le angherie subite dal Patto che non li considerava altro che feccia e dal disprezzo che la Confederazione rivolgeva loro.
Ingoiò il pezzo masticato, seguendo con lo sguardo due Affiliati che trascinavano per le maniche un altro dei politici che cercava di resistere loro, di divincolarsi dalla presa. L'ennesimo tentativo di fuga andato male: erano troppo abituati all'agire nella luce che quando si trattava di destreggiarsi tra i vicoli per raggiungere la metropolitana e da lì lo spazioporto risultavano immediatamente riconoscibili: si guardavano intorno con l'aria di chi sapeva essere braccato, di chi aveva paura.
Idioti.
Staccò un altro morso quando li vide scomparire dietro un angolo. Un attimo dopo, il rumore di un singolo sparo risuonò nell'aria, perdendosi nell'eco che rimbalzava tra gli edifici.
Un problema in meno, si disse Kaeler, piegando la gamba destra e appoggiando la suola al muro.
La stecca finì prima di quel che sperava: si passò pollice e indice sulle palpebre, massaggiandosi gli occhi. Non sarebbe passato molto tempo prima che gli effetti del Chow prendessero di nuovo il controllo del corpo, manipolando la realtà che vedeva.
Continuava ad aspettare notizie da Julyen, ma non era nemmeno certo che fosse ancora vivo: sopravvivere allo spazio era quasi impossibile ed erano pochi coloro che riuscivano a raccontarlo.
Alzò lo sguardo, sentendo le risate dei due Affiliati che si avvicinavano.
«Avresti dovuto vedere la sua faccia terrorizzata» sghizzazzò uno. «Sono così terribilmente inutili che pure ucciderli è poco divertente».
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Discordia
Science FictionStardust Saga I La galassia Proxima Hemithea è il teatro di guerra tra la Confederazione delle Venti Stelle e il Patto della Frontiera, un conflitto nato dalla differenza di ideali tra le due fazioni. Il rapimento di Laera Breckett durante una miss...